Croce Rossa Italiana - Comitato di Pisa
 
nastro tricolore
 
«Ho capito due cose: gli asintomatici sono il 30 per cento e le misure prese sono state efficaci»
 
«Sono stati due mesi intensissimi, di lavoro h24, ma ne è valsa la pena. Ora finalmente io e tutta la Croce Rossa Italiana possiamo dirci soddisfatti e orgogliosi di essere stati utili al Paese. Il dispia- cere è alle nostre spalle...».

Perché dice così, presidente Francesco Rocca?
«Beh, se ripenso all’inizio, quello fu un momento durissimo per l’indagine sierologica. Un momento di grande frustrazione. C’era poca reattività da parte degli italiani, c’era diffidenza, a un certo punto pensammo che non ce l’avremmo mai fatta a raggiungere un campione così significativo di perso- ne».

Addirittura lei rivolse un accorato appello alla popolazione: «Se ricevete una chiamata dal numero che inizia con 06.5510 — così disse — rispondete, perché è la Croce Rossa Italiana, non è uno stalker, una truffa, ma è un servizio che potete rendere al Paese attraverso un piccolo prelievo ve- noso...». Si può dire che funzionò?
«Sì, non fu facile perché in realtà c’era già tanta gente che ci chiamava per sottoporsi volontaria- mente al test, ma la nostra missione era un’altra: raggiungere un campione altamente selezionato e rappresentativo secondo l’Istat, per fasce d’età, aree geografiche, profilo economico. Per questo, voglio ringraziare i nostri duemila volontari che si sono alternati al call center e ai centri prelievi».
 
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Presidente Francesco Rocca, 54 anni, dal 2013 guida la Croce Rossa italiana e dal 2017 la Federazione internazionale delle Società della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.

In verità, l’obiettivo all’inizio era testare 150 mila persone.
«E sì, perché più salgono i numeri più i dati sono affidabili. Ma che soddisfazione, lo stesso, quan- do il professor Franco Locatelli (il presidente del Consiglio superiore di sanità, ndr) ha definito oggi tutto questo lavoro “un momento scientificamente importante”. Tenete conto che anche in Spagna è stata fatta un’indagine simile, ma con numeri più bassi dei nostri: da noi si sono sottoposte al test oltre 64 mila persone, non sono mica poche! E 47 mila di queste, vado a memoria, lo hanno fatto nei nostri 1.300 centri prelievi temporanei».

Così si è capito, per semplificare, che le persone entrate in contatto con il Covid-19 in Italia sono state in realtà sei volte di più rispetto al totale dei casi registrati ufficialmente.
«Già, io non sono un medico però da quest’indagine ho capito almeno due cose: la prima è che il 30 per cento delle persone è asintomatico, cioè circola senza neanche sapere di avere il virus. E proprio per questo motivo la seconda cosa è ancora più importante: l’efficacia delle misure prese. Il lockdown in Italia ha limitato i danni».

E adesso la Croce Rossa che farà?
«Il lavoro non è finito: continuerà il biocontenimento, l’assistenza ai soggetti fragili, ma soprattutto l’opera di contrasto nei confronti della seconda pandemia, quella economica. Viveri, buoni pasto. Saremo sempre al fianco delle persone che hanno più bisogno».

Fonte: PressReader

 

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