«CHI NON SI RICONOSCE NEI NOSTRI VALORI, SE NE VADA»
Nella sua lettera si fa appello alle «enormi e nobili» responsabilità che spettano a un volontario della Croce Rossa. Cioè «aiutare chiunque si trovi in uno stato di bisogno, senza alcuna distinzione». E per evidenziare l’enfasi delle sue parole, Fasano non risparmia il carattere maiuscolo. Come se volesse dare più corpo e sostanza alla sua missiva. L’ha fatto affinché i “suoi” volontari ascoltino davvero ciò che lui ha da dire.
Il presidente del comitato provinciale fa appello ai principi fondanti del movimento. «Forse non si è del tutto consapevoli del peso che ha il simbolo che indossiamo» scrive. «Forse non si riesce a comprendere che l’emblema della Croce Rossa è sinonimo di fratellanza e solidarietà. Il nostro scopo è fare del bene, senza “se” e senza “ma”. Chi di voi non si riconosce in questi valori e non ne condivide il senso, dovrebbe avere la decenza e la dignità di andarsene dalla Croce Rossa e dedicare il proprio tempo libero ad altre attività».
«Sono costretto a dover fare questo richiamo perché, mai come in questi giorni, mi giungono voci che raccontano di volontari che mostrano insofferenza nei confronti di razze, religioni, culture e colore della pelle che non siano uguali ai propri» scrive ancora Fasano. «Leggo commenti sui social network che rasentano il razzismo o la xenofobia», aggiunge. «A questi pseudo volontari vorrei far presente che non esistono razze, religioni, culture, colore della pelle. Esiste unicamente la razza umana».