Croce Rossa Italiana - Comitato di Pisa
 
nastro tricolore
 

Stasera sono di turno di 118… normale ma siamo nei tempi del Coronavirus... e la normalità adesso è diversa.

Squilla il telefono della Centrale Operativa: è il segnale che c’è un servizio da fare. 

Tutto si ferma, tutto quello che stai facendo si blocca, prendi la chiamata, l’operatore del 118 ti comunica l’obbiettivo, ti dice che il paziente è un sospetto oppure un Covid-19 positivo, si raccomanda e ti rammenta tutte le precauzioni necessarie al caso e ti ricorda che per qualsiasi cosa la centrale c’è,  ti dice grazie…

Guardi il tuo collega, entrambi cercate il coraggio negli occhi dell’altro ma non c’è indecisione, non un attimo di esitazione…si parte! Comincia la vestizione, un gioco a scacchi dove a fare scacco matto devi essere necessariamente tu. 

I colleghi ti aiutano e ti supportano nel posizionare lo scafandro, i guanti, la mascherina la visiera e via! 

Il percorso in ambulanza è silenzioso, ognuno ripete nella sua testa la nuova procedura, le misure di sicurezza da rispettare e poi arrivi a destinazione. Cerchi di rassicurare il paziente e i suoi familiari... e nuovamente via di corsa al Pronto Soccorso. 

Dopo aver atteso il benestare dell’infermiere del Pronto Soccorso ecco… ecco ci siamo… entriamo nella zona Covid. 

Ti osservi, non ti riconosci, ma ti scambi un sorriso sotto la mascherina che anche se non si vede sai che c’è, due battute per combattere al meglio questa partita nella quale devi giocare davvero bene le tue mosse. 

Rientri in sede e comincia la fase più temuta, il momento in cui il gioco si fa duro; dentro di te cerchi coraggio, la spinta che nonostante tutto ti porta a lavoro con il sorriso, ti porta ad essere sempre pronto al servizio del prossimo. 

Sanifichi il mezzo e inizia la svestizione: l’ansia sale perché sai che devi fare tutto correttamente, non puoi sbagliare nè dimenticarti alcuna mossa e... si comincia, come un ballo di gruppo dove sai che le mosse sono sempre le stesse, un ritornello che si ripete: togli il primo paio di guanti, togli la tuta infetta dall’interno facendo attenzione a non sporcare i guanti puliti per non contaminarli così come la divisa, i corpiscarpe e via il secondo paio di guanti, togli gli occhialini,  la mascherina, via il secondo paio di guanti, ti sanifichi le mani e sei di nuovo pronto per la prossima chiamata. 

La partita si ripeterà come in un film che riavvolgi, come se qualcuno ti avesse portato indietro nel tempo ma… sei un Soccorritore CRI, ci sei stato, ci sei e ci sarai sempre, questa è la tua vocazione.

Alessandra Venturi Bozza