Croce Rossa Italiana - Comitato di Pisa
 
nastro tricolore
 
Livia Gereschi
Livia Gereschi
(Pisa, 7 gennaio 1910 – Massarosa, 11 agosto 1944)
 

Livia Gereschi, eroina italiana della seconda guerra mondiale: una luce di speranza nei momenti più bui

Sommario:
Livia Gereschi, nata il 7 gennaio 1910 a Pisa, è stata una figura straordinaria durante la Seconda Guerra Mondiale, un'eroica insegnante e infermiera volontaria della Croce Rossa Italiana. La sua storia di coraggio e sacrificio emerge durante un rastrellamento nazista nei Monti Pisani, vicino a Molina di Quosa, dove si distinse nel salvare donne e bambini. La sua conoscenza delle lingue tedesca e francese e la sua formazione umanitaria presso la C.R.I. la resero una difensore instancabile dei diritti umani in tempi di guerra.

La Vita di Livia Gereschi:
Livia Gereschi proveniva da una famiglia rispettabile di Pisa, con un padre commercialista e una madre insegnante. Fin dal 1932, si dedicò alla Croce Rossa Italiana come infermiera volontaria, svolgendo il suo servizio presso l'ospedale di S. Chiara e l'ambulatorio di Pronto Soccorso fino al 1941. La sua esperienza e la sua formazione la resero una paladina del Diritto di Protezione nei confronti delle persone in difficoltà.

L'Atto di Coraggio:
Durante lo sfollamento della città di Pisa a causa della guerra, Livia si trovò a Pugnano, rifugiandosi in una stalla con sua madre. La notte del 6-7 agosto 1944, le SS tedesche eseguirono un rastrellamento a "La Romagna", trovando principalmente civili. Nonostante le minacce, Livia difese i prigionieri, ottenendo il rilascio di donne e bambini. Tuttavia, lei stessa fu imprigionata e trasferita a Ripafratta insieme agli uomini.

L'Inferno di Nozzano:
Separata dagli altri prigionieri, Livia fu portata a Nozzano sede del centro di comando di Max von Simon, Comandante La 16ª SS Panzergrenadier Division "Reichsführer SS", dove subì torture insieme ad altri. Questo periodo di terrore culminò nella tragica esecuzione a "La Sassaia". Grazie al coraggio di sopravvissuti come Oscar Grassini, il mondo ha appreso delle gesta eroiche di Livia Gereschi e della sua tragica fine.

Un Esempio di Compostezza e Dignità:
Coloro che furono vicini a Livia durante quei giorni ricordano la sua compostezza, dignità e la capacità di consolare i compagni di sventura. Il suo comportamento esemplare rifletteva il coraggio e la maturità di una donna che affrontava l'orrore della guerra con fermezza.

Eredità e Ricordo:
Livia Gereschi, con il suo sacrificio, ha contribuito a preservare la dignità umana in tempi di orrore. La sua storia è tramandata grazie ai superstiti, come Oscar Grassini, che ha portato avanti il ricordo di questa eroina italiana. La memoria di Livia Gereschi è una luce di speranza nei momenti più bui della storia italiana.

Livia Gereschi, un simbolo di coraggio e umanità, rimane un esempio eterno di come un individuo possa resistere all'ingiustizia e alla barbarie in nome della giustizia e del diritto di protezione delle persone vulnerabili. La sua storia dovrebbe continuare a ispirare generazioni future a difendere i valori umanitari anche nei momenti più difficili.

Roberto Marchetti

 

 

massarosa cippo di sassaia 1
Cippo in ricordo dell'eccidio di Livia Gereschi e delle altre persone del gruppo.
  

 

Onorificenze e decorazioni

CRIArgentoW  Medaglia d'Argento al Merito con Palma alla memoria

 

Intitolazioni
L'Istituto Comprensivo ”Livia Gereschi“ via S. Antonio, 3 Pontasserchio (Pi).
Una piazza all'interno di un complesso abitativo presso San Giuliano Terme (Pi).
Una scuola elementare Livia Gereschi, via Umberto Viale 16, Pisa.
Una via del quartiere di San Francesco in Pisa.

 

Bibliografia 
  • L'eccidio della Romagna. Agosto 1944, Pisa, Comune di San Giuliano Terme, Comitato interparrocchiale per le onoranze ai martiri della Romagna, Associazioni dell'Antifascismo, della Resistenza e Combattentistiche, 1994.
  • Carla Forti, Dopoguerra in provincia: microstorie pisane e lucchesi, 1944-1948, Milano, FrancoAngeli, 2007, pp. 24-25, ISBN 88-464-8528-9.
  • Michele Battini, Paolo Pezzino, Guerra ai civili: occupazione tedesca e politica del massacro. Toscana, 1944, Padova, Marsilio, 1997, ISBN 88-317-6773-9. 
Fonte: wikipedia 
 


 

 

 Ricerca storica: Roberto Marchetti

 

 

 

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