Il “Meet Test and Treat” è una strategia lanciata dalla Fondazione Villa Maraini, che punta a rendere accessibile lo screening HIV ed Epatite C mediante test rapidi e successivamente garantisce il rapido accesso alle cure nelle strutture sanitarie preposte. La campagna è approdata per la prima volta a Pisa, in via sperimentale, nel dicembre 2017 in cui in due giornate furono eseguiti 150 test rapidi HIV.

Nei mesi successivi sono state organizzate altre giornate di screening a cadenza semestrale, con una media di circa 200 test (totali tra HIV ed Epatite C) per giornata. Nel frattempo il Comitato di Pisa ha continuato ad investire nella formazione dei volontari, approfittando dei corsi specifici attivati a livello nazionale tenuti a Roma nella sede di Villa Maraini. Ed è proprio durante uno di questi corsi che è partita l’idea di raggiungere le Sex Workers distribuite sul territorio pisano, partecipando ad un bando del Comitato Nazionale per ricevere i test rapidi HIV ed Epatite C.

Sex Workers 2

Siamo a novembre 2018, si inizia a buttare giù qualche idea: iniziano i primi giri in strada per la mappatura del territorio, si comincia a capire se ci siano servizi simili con cui fare rete. Ci imbattiamo così nel progetto “Sally People” affidato alla cooperativa sociale Arnera dalla Società della Salute zona pisana, un progetto che dal oltre 15 anni opera nei contesti di prossimità per dare un supporto concreto alle ragazze in strada. Si sono susseguiti incontri intensi, pieni di confronti costruttivi. Ricordo ancora la prima riunione. Io e gli altri giovani formati eravamo attorno ad un tavolo con il nostro medico, alle psicologhe SEP e alle operatrici di Sally. Abbiamo iniziato a raccontare la campagna, suffragati dai risultati su Roma di Villa Maraini, abbiamo spiegato la nostra idea. Le operatrici di Sally ci hanno spiegato il loro lavoro e ci hanno parlato delle loro perplessità sui test rapidi. Da lì si è aperto un mondo e abbiamo buttato giù una miriade di idee insieme, lavorando come un’unica squadra.

Con le idee chiare siamo andati in Società della Salute e siamo riusciti a convincere il referente ed il dirigente del progetto che non solo hanno approvato l’idea sperimentale ma ci hanno concesso una mediatrice culturale. Si arriva così alla fatidica data dei test in strada: mercoledì 6 marzo. Come da accordi le operatrici di Sally, che nelle settimane precedenti avevano pubblicizzato l’iniziativa raccogliendo i pareri delle ragazze, ci hanno preceduto parlando con le ragazze e comunicando il nostro arrivo. Da Migliarino a Camp Darby, ci siamo addentrati in vicoli e stradine di campagna raccogliendo il consenso di tutte le ragazze trovate.

Dopo 4 ore intense, siamo ritornati in sede profondamente colpiti e soddisfatti poiché su 10 ragazze incontrate in 9 hanno accettato di sottoporsi ai test HIV e Epatite C. “Confrontarsi con chi è messo ai margini della società civile non è mai facile: tutti siamo, coscienti o meno, influenzati dai pregiudizi comuni.” Commenta così Andrea De Pascalis, un giovane medico CRI che ha spinto molto affinché anche a Pisa venissero fatti i test rapidi per la popolazione, “Finora ho sempre avuto a che fare con la popolazione generale, per lo più formata da studenti universitari, che venivano nella nostra postazione per fare i test. Questa volta è stato diverso: siamo stati noi ad andare a cercare le ragazze sul loro posto di lavoro, la strada.

Ho ascoltato le loro esperienze, tutte diverse, e al momento del test ho visto il timore per il risultato, questo è costante per tutti qualunque sia la vita che conduciamo. Le malattie sessualmente trasmissibili sono a tutt’oggi uno stigma e tra queste l’HIV è il maggiore: consapevolezza del rischio, prevenzione usando il preservativo e diagnosi precoce sono gli strumenti che abbiamo a disposizione per combattere la malattia”. È stato essenziale il supporto che come ogni volta ci viene dato dagli psicologi CRI del Servizio di Emergenza Psicosociale. “È stata la mia prima volta in un contesto del genere. Un pomeriggio molto intenso, ma anche stimolante. Ho sentito le storie delle ragazze, ho raccolto le loro impressioni e soprattutto i loro consigli per migliorare l’attività. Sicuramente questo progetto ha un ottimo potenziale e come SEP siamo pronti a collaborare ancora per migliorare la proposta progettuale.” Così Letizia Zerini, una delle psicologhe SEP impegnata nello screening, ha riassunto l’iniziativa. Il “linkage to care” è stato garantito grazie alla consolidata collaborazione con l’U.O. di Malattie infettive dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana che Ha messo a disposizione i propri medici con degli appuntamenti riservati alle ragazze che saranno accompagnate dalle operatrici di Arnera.

Chiaramente nulla sarebbe stato possibile senza il supporto, in primis, della Società della Salute zona pisana che ha creduto da subito in questo progetto e che speriamo possa investire anche negli eventi futuri; e soprattutto grazie alle operatrici del progetto “Sally People” che hanno messo a disposizione la loro conoscenza del territorio e del contesto operativo oltre che il loro tempo per portare avanti questa sperimentazione. La vera sfida, ora, è far sì che questa sperimentazione si trasformi in un progetto vero e proprio con delle uscite periodiche fisse, solo in questo modo si può contribuire al grande obiettivo imposto dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità: azzerare i contagi per HIV entro il 2030.

Salvatore Argese