Nella seconda metà degli anni cinquanta, la FIAT di Torino intraprese lo sviluppo di una nuova vettura di grandi dimensioni, mirando a sostituire i modelli FIAT 1400 e 1900, presenti sul mercato dal 1950. Seguendo l'andamento stilistico dell'epoca, la nuova ammiraglia adottò una carrozzeria dal gusto americano, caratterizzata da linee nette, pinne prominenti e una generosa dose di cromature, ma abbandonando le forme più arrotondate del passato.

Sul fronte tecnico, le innovazioni principali riguardarono i motori, tutti a sei cilindri in linea con albero a camme laterale, e la sospensione anteriore a ruote indipendenti con barre di torsione. Rimanevano immutati altri aspetti come la trazione posteriore, il retrotreno ad assale rigido con balestre longitudinali, i freni a tamburo sulle quattro ruote e il cambio manuale a quattro marce con leva al volante.

Poco dopo la presentazione della berlina a quattro porte al Salone dell'automobile di Ginevra del 1959, nelle varianti 1800 (1795cm³, 75cv) e 2100 (2054 cm³, 82 CV), la gamma si ampliò con l'introduzione della versione familiare, con carrozzeria giardinetta. La FIAT, anticipando il trend già presente negli Stati Uniti, cercò di elevare il prestigio di questa tipologia di veicolo, proponendo il concetto di station wagon di lusso per il tempo libero. Persino Gianni Agnelli, alcuni anni dopo, adoperava una 2300 Lusso Familiare, evoluzione della 2100 Familiare, per le sue partite di golf.

Alla fine del 1959, la Sezione Carrozzerie Speciali della FIAT creò la versione Speciale, basata sulla 2100, caratterizzata da un passo e una lunghezza maggiorati, un frontale diverso e più sofisticato, interni più curati e altre differenze minori. Dall'altra parte, la carrozzeria Francis Lombardi introdusse la versione a passo allungato della berlina, apprezzata come taxi a sette posti o come auto di rappresentanza, sia per le autorità italiane che per il Vaticano, denominata President.

Roberto Marchetti