pardi francesco
Foto tratta da un immagine concessa dalla famiglia
 
 
Prof. Pardi Francesco
Presidente:
dal luglio 1917* al 1925
dal 13 giugno 1940 al 2 dicembre 1942
 
 
Biografia 
 
Figlio di Ulisse e Agatina Magi, nato a Trujillo (Venezuela) il 6 aprile 1869.
Sposato con Alvida de' Conti Bonanni
Padre del noto etologo Leo Pardi e il nonno del senatore Pancho Pardi.

Profilo storico della Croce Rossa Italiana
Prof. Dott. Francesco PARDI
Presidente del Comitato di Sezione di Pisa.
“Medaglia d’argento al merito della Croce Rossa Italiana, 1915-1918”.

Nacque a Trujillo, regione andina del Venezuela, il 6 aprile 1869, figlio di Ulisse, facoltoso commerciante, e Agatina Magi, elbani ambedue. Ancora fanciullo a causa dell’isolamento di quella piccola località Venezuela che impediva, al piccolo Francesco, di ricevere una regolare istruzione scolastica ed un educazione formativa, la famiglia Pardi decise di rientrare in Italia. Si stabilirono inizialmente a Sant’Ilario in Campo nell’Isola d’Elba, poi, ad 11 anni, Francesco venne inviato per gli studi al Collegio San Giorgio di Livorno dove seppe riguadagnare il tempo perduto, rinunziando spontaneamente ad ogni vacanza, e nel 1887 lasciava il Liceo con una splendida votazione iscrivendosi, diciottenne, al primo anno di Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa. Laureato in medicina e chirurgia alla R. Università di Pisa, il 13/7/1894, nel 1897 iniziò la sua brillante carriera accademica come Assistente nell’Istituto di Igiene della stessa Università, dopo avere prestato servizio militare come soldato semplice. Sposò Alvida de’ conti Bonanni.

Non vi sono date certe che risalgano alla sua iscrizione in Croce Rossa Italiana, di certo sappiamo che la madre Agatina compare spesso, con il cognome da spostata Pardi, tra le attive e solerti volontarie, Dame della Croce Rossa di Pisa, già nella notizie storiche del Sottocomitato di sezione.

Le prime testimonianze su Francesco Pardi in Croce Rossa risalgono al 1912, nel Consiglio Direttivo del Comitato di sezione di Pisa, durante la presidenza del Prof. Giuseppe Tusini, professore ordinario di Clinica chirurgica e medicina operatoria dell’Università di Pisa, ma quando nuovi e più prestigiosi impegni accademici, all’università di Modena e Parma, portarono il Prof. Tusini a trasferirsi, con l’eccezione di rare visite a Pisa, la sua carica diventò del tutto nominale. Il 28 luglio 1914, scoppiò la guerra in Europa e, mentre il conflitto si allargava rapidamente, una Circolare Riservata: la n. 447 del 15 novembre 1914 del Presidente del Comitato Centrale C.R.I. di Roma, comunicava, anche a Pisa, direttive per l’organizzazione dell’azione di Croce Rossa in previsione della guerra, otre a suggerimenti da seguire nell’impianto e funzionamento di Ospedali Territoriali per il soccorso di soldati feriti e malati nella probabile imminente entrata in guerra dell’Italia: anche se in quel momento non si sapeva bene contro o con chi l’Italia sarebbe entrata in guerra, si rese necessario che la Croce Rossa Italiana fosse preparata.

La C.R.I. di Pisa, in preparazione per tali esigenze, prese accordi con il Comitato dell’VIII Circoscrizione di Firenze ed affiancò al Prof. Tusini, rimasto nominalmente in carica, il Prof. Francesco Pardi, docente di anatomia umana normale e anatomia topografica dell’Università di Pisa. Il Pardi da membro del Consiglio assunse il ruolo di Presidente ad interim e da quel momento si dimostrò sempre un abile Presidente, guidando il Comitato di sezione di Pisa in tutte le vicissitudini e circostanze, dove non mancarono difficoltà e coraggio, durante la Grande Guerra.

Sotto la guida del Prof. Pardi, ai primi del 1915, la CRI di Pisa fu in grado di rispondere alla ricognizione effettuata su tutto il territorio nazionale, relazionando a Roma ed a Firenze, sull’attivazione dei programmi, dei servizi ed impieghi nel tempo di pace sul proprio territorio; sulla situazione numerica dei soci attivi, quelli impiegati già nell’attività dell’associazione e quelli arruolati e “messi a disposizione”; la situazione patrimoniale suddivisa tra le risorse per il tempo di guerra e quelle per il tempo di pace. Tale ricognizione rese agevole al Prof. Pardi, ed al Consiglio Direttivo, delineare, dalla strategia generale, una precisa linea d’azione sul territorio e, con l’idea di migliorare la preparazione e la capacità operativa, fu avviato a Pisa il 25 aprile 1915 il 2° Corso per la formazione di Allieve Infermiere Volontarie della C.R.I..

Allo scopo di suscitare nuove adesioni, ad inizio maggio, fu presa l’iniziativa di distribuire volantini, ed affiggere qualche manifesto, di un testo predisposto dal Comitato Centrale di Roma, il cui titolo si rivolse al pubblico con una semplice domanda: «Che cosa è la Croce Rossa?»; da quel momento il Prof. Pardi perseguì sempre l’obiettivo di una crescita numerica, e qualitativa, della Croce Rossa sul territorio, ma l’entrata in guerra dell’Italia il 24/5/1915, e la mobilitazione generale, rese necessario dirottare le forze per rispondere agli impegni di soccorso derivanti dal conflitto; nonostante ciò non fu mai tralasciato ogni possibile sforzo verso nuove iscrizioni ed arruolamenti volontari e la Croce Rossa a Pisa, spronata dal Prof. Pardi, continuò a crescere.

Per soccorrere i soldati feriti e malati di guerra che sarebbero stati sgomberati dal fronte la CRI di Pisa tentò inizialmente il potenziamento di un ex Ospedale Territoriale da 120 posti letto, impiantato già in passato e per precedenti esigenze di guerra, nei locali di quello che fù un antico Spedale, nell’ex convento soppresso di San Giovannino, dell’Ordine dei Camaldolesi, ubicato nel quartiere San Zeno a Pisa. Nonostante l’impegno la struttura non riusciva a superare una capienza di 80 posti, poiché, rispetto al passato, si doveva ora tenere conto dell’aumentato fabbisogno di spazi e locali per le nuove dotazioni chirurgiche e diagnostiche necessarie ad un Ospedale “moderno”: così questa struttura venne utilizzata come Istituto di Rieducazione per i soldati mutilati a Pisa.

La scelta, alla fine, cadde sui locali del Ricovero Ospizio Marino di Bocca d’Arno, a Marina di Pisa, già ricovero per anziani e, prima ancora, istituto per la cura della scrofola che affliggeva poveri e bambini nell’Ottocento. Il Ricovero venne trasferito in altri locali, sempre a Marina di Pisa, ed il suo stabile affidato alla Croce Rossa per impiantare l’Ospedale militare territoriale ed allestire 160 posti letto per il ricovero dei soldati feriti evacuati dal fronte. Il Presidente ad interim Prof. Francesco Pardi, cooperato ed aiutato da altri, tra cui il Prof. Cesaris-Demel designato come Direttore comandante di quell’Unità territoriale in approntamento, trasformò la struttura in un ospedale completo ad alta specializzazione chirurgica. La struttura fu collegata alla rete telefonica ed era a poca distanza dalla linea ferroviaria, tranvia a vapore extra cittadina, che da Pisa portava a Marina di Pisa.

L’Ospedale militare territoriale C.R.I. di Marina di Pisa entrò in funzione il 28/7/1915, insieme ad un Ospedalino militare a Migliarino Pisano, all’interno dell’omonima tenuta di proprietà del Duca Antonio Salviati, con iniziali 40 posti letto, che nonostante la distanza tra le due strutture fu un reparto degenza, per i casi meno gravi, e reparto convalescenza, per i soldati feriti ormai in via di guarigione. Le due strutture vennero affidate sotto unica direzione e comando del Maggiore medico C.R.I. Prof. Antonio Cesaris-Demel.

Sotto la guida del Prof. Pardi e della contessa Sofia Franceschi-Biccherai, il Comitato di sezione di Pisa attivò, dal luglio 1915, nella sede di via Borgo Stretto a fianco la chiesa di S. Michele in Borgo, al Ponte di mezzo, l’ufficio, distaccato dall’ VIII Circoscrizione di Firenze, per il soccorso agli italiani prigionieri di guerra, aperto al pubblico nei giorni feriali dalle ore 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 17, per tutta la durata della guerra e che svolse: il servizio corrispondenza tra le famiglie ed i prigionieri, l’invio dei pacchi misti di conforto ai soldati italiani nei campi di prigionia, la riconsegna degli effetti personali alle famiglie dei soldati caduti al fronte e degli italiani prigionieri deceduti, l’autenticazione di atti e pratiche legali per le famiglie dei prigionieri e per gli stessi. A ciò si aggiunse, nel 1918, il servizio per il pane ai prigionieri. Questi servizi furono attivi e funzionarono a Pisa per tutta la durata della grande guerra.

Altro importante impegno per il Pardi fu l’organizzazione logistica delle dotazioni e gli equipaggiamenti delle Unità mobili della Croce Rossa Italiana, destinate per il tempo di guerra alla zona del fronte, al seguito dell’Esercito operante, che si trovavano ubicate presso i magazzini dei Comitati di sezione. Alla C.R.I. di Pisa erano affidate due Unità mobili di cui essa stessa aveva curato l’acquisto e la dotazione degli equipaggiamenti e si era addossata il compito di provvedere alla custodia ed alla manutenzione attraverso l’addestramento periodico dei volontari. Queste due unità furono: L’Ospedale da guerra N.50 e l’Ambulanza da montagna N.85. L’Ospedale da guerra N.50 partì via ferrovia con i propri uomini da Pisa per Brescia, dove rimase per qualche tempo in approntamento, fino a giovedì 25 novembre 1915, quando ricevette l’ordine di raggiungere la sua destinazione a ridosso della zona del fronte per unirsi alla II armata. Il Comandante, Capitano dott. Angelo Cameo, inviò un telegramma alla C.R.I. di Pisa dove trasmise a nome di tutti gli appartenenti al reparto gli affettuosi e memori saluti per le loro famiglie e per il Presidente prof. Francesco Pardi. Anche l’Ambulanza da montagna n. 85, partì a distanza di pochi giorni dall’Ospedale da guerra, anch’essa composta con soci volontari della CRI di Pisa. Questa fu un’Unità che andò persa durante la disfatta di Caporetto nel 1917 ma, nel corso della guerra e fino ad allora, si distinse al fronte, ottenendo encomi, benemerenze e medaglie, riportati negli Ordini del giorno del Delegato Generale della Croce Rossa presso il Regio Esercito Italiano.

A luglio 1915 entrò in funzione a Pisa il servizio di trasporto territoriale per i soldati malati e feriti con automobili, ambulanze, carri per malati, lettighe a ruote e barelle a mano, per essere trasferiti dalle stazioni di arrivo dei treni ospedale agli ospedali di ricovero definitivo. Le ambulanze ippotrainate e i carri adibiti a trasporto malati, nonché le barelle a ruote o “cannoncini di volata”, per essere utilizzati, dovevano partire dalle sedi delle Associazioni Federate di Assistenza Pubblica e dalla C.R.I. con un largo anticipo che non era sempre agevole organizzare e programmare con puntualità: i tempi della guerra, da come la si era conosciuta fino ad allora, erano notevolmente cambiati. Il Presidente Pardi, consapevole della scarsità iniziale dei mezzi a motore, rivolse un caloroso appello a tutti i proprietari delle poche automobili a quei tempi in circolazione, perché, «a turno, queste venissero messe a disposizione della Croce Rossa per i molteplici servizi inerenti agli Ospedali Territoriali». All’appello i pisani risposero con larga e generosa adesione e, con questa prima improvvisata flotta di mezzi a motore, iniziò il servizio trasporto territoriale malati e feriti per la provincia di Pisa: fu un autoparco variegato ma efficiente. Alla Direzione del servizio, posto sotto l’Autorità Militare, fu nominato il Colonnello Medico nella riserva del R. Esercito Dott. Riccardo Gattai, l’organizzazione coordinata dalla Croce Rossa fu personalmente curata dal Pardi e dal suo vicepresidente, il dott. Ercole Ferrari.

Il 22 Agosto 1915 entrò in funzione il Posto di ristoro della Croce Rossa alla stazione centrale di Pisa, «nel medesimo locale ove è ubicato il posto di soccorso, nella nostra stazione centrale, funziona regolarmente anche il posto di ristoro». Di natura logistica il Posto di ristoro fu finalizzato alla somministrazione di generi di conforto ai soldati in viaggio che attendevano in stazione. Operò 24 ore su 24, tutti i giorni e per tutta la durata della guerra. Il Prof. Pardi, per venire incontro al desiderio delle volontarie Dame della C.R.I. che a turno garantirono il servizio, ottenne il permesso affinché dal Posto di Soccorso ferroviario N.2 di Porta Nuova a Pisa, là dislocato ai fini di sanità militare, un piccolo distaccamento operasse alla stazione centrale di Pisa congiuntamente al Posto di ristoro.

Non fu tutto facile al Prof. Pardi che si trovò ad affrontare anche inaspettate difficoltà “politiche”, come quando gli Ospedali della CRI e dell’Arcivescovato, appena ultimati, iniziarono la loro attività a pieno regime e nel dicembre 1915 risultarono 75 soldati feriti ricoverati nel Palazzo Arcivescovile e 186 ricoverati all’Ospedale Territoriale a Marina di Pisa ed all’Ospedalino militare a Migliarino. I grandi numeri previsti nei ricoveri, circa 2300 posti, dai RR. Spedali Riuniti di Santa Chiara e le sue succursali non funzionarono. Allo scoppio della guerra i RR. Spedali Riuniti di Santa Chiara stipularono una convenzione diretta e particolare con il Ministero della Guerra, questi vennero denominati “Ospedale succursale Pisa” in quanto succursale dell’Ospedale Militare di Livorno; il basso numero dei ricoveri di soldati feriti indusse il presidente del Santa Chiara, On.le Arnaldo Dello Sbarba, ad intervenire sulle autorità competenti con incessanti lettere a ministeri, autorità militari, politici ed interviste sui giornali sollecitando l’invio diretto e numeroso dei feriti e segnalando una disuguale distribuzione dei feriti e malati portati a Pisa; Dello Sbarba si opponeva inoltre all’approntamento già in corso di un ulteriore Ospedale presso il Seminario Diocesano: a suo avviso le Autorità Sanitarie Militari privilegiavano gli Ospedali della Croce Rossa Italiana a Marina di Pisa e Migliarino, e nel Palazzo Arcivescovile, a discapito dei quattro Ospedali dei RR. Spedali Riuniti. Sembra che il Prof. Pardi fosse ignaro delle sottili e, neanche tanto, velate insinuazioni che l’On. Dello Sbarba riversava sulla Croce Rossa, ma tale eco non mancò di giungere fino a Roma, al Presidente Generale della CRI, il senatore Gian Giacomo Cavazzi conte Della Somaglia. Il 9 marzo 1916 il Presidente Generale, con poco preavviso, venne a Pisa atteso alla stazione centrale dal Prof. Pardi. Insieme si recarono in visita all’Ospedale di Marina di Pisa, dove il conte Della Somaglia fu accolto dal Direttore comandante, Maggiore Medico Prof. Antonio Cesaris-Demel. Nonostante la dinamica improvvisa degli eventi la visita andò più che bene, il Conte della Somaglia, congratulandosi con il Direttore dell’Ospedale, trovò tutto in ordine: buona disposizione delle attrezzature, igiene completa, servizio inappuntabile ed una amabilità verso i soldati da parte di ognuno che rendeva meno dolorose le sofferenze ai feriti. Definì l’Unità un Ospedale modello ed espresse la sua più viva soddisfazione al Presidente Prof. Pardi, al Maggiore medico Prof. Cesaris-Demel, all’Ispettrice delle II.VV. Clarice Pierini e alle sue compagne, ai bravi militi della CRI ed al personale medico. Il Conte apprezzò il Prof. Pardi per l’attività svolta esprimendogli la sua piena fiducia: il Presidente Generale della C.R.I., per lo Statuto del 1911, era la diretta emanazione di S.M. il Re, la sua fiducia era “la fiducia del Re” fugando così qualsiasi possibile insinuazione e confermando il Professore nel suo incarico. Non vi furono altre conseguenze, ma il Prof. Pardi, durante la guerra e fino alla primavera 1918, a scanso di malintesi o spiacevoli confronti, evitò qualsiasi incontro, riunione o cerimonia dove presenziava anche il Presidente dei RR. Spedali Riuniti di Santa Chiara.

Nel corso della grande guerra non venne mai meno a Pisa la divulgazione dei principi umanitari e dell’opera della Croce Rossa, impegno mai tralasciato, e per questo si deve ringraziare l’attività di proselitismo, costantemente spronata dal Prof. Pardi, portata avanti dagli stessi soci della CRI, da molti insegnanti e con l’aiuto della stampa dell’epoca.

Il 13 agosto 1916, le iscrizioni a socio della C.R.I. a Pisa raggiunsero 1.100 elementi per i soci temporanei e 85 per i soci perpetui. All’inizio del 1915 i soci temporanei erano 360 ed i soci perpetui 18. Fu un buon progresso anche sé il Prof. Pardi non si ritenne soddisfatto, infatti in base ai dati forniti dal Comitato Centrale in Roma alla VIII Circoscrizione di Firenze, da cui dipendeva Pisa, le debite proporzioni davano a Pisa un aspettativa di ben oltre 2.000 soci. Il Prof. Pardi continuò a spronare tutti, soci e collaboratori, per superare quello che egli definì un «assenteismo vergognoso», dispose l’apertura dell’ufficio in Borgo Stretto anche nei giorni festivi, dalle 9 alle 12, ed il numero d’ iscrizioni a Pisa continuò a crescere.

Per sostenere e finanziare le attività della C.R.I. a Pisa la trasparenza e la serietà contraddistinsero la gestione nella raccolta dei fondi necessari durante la guerra: la fiducia delle persone verso il Comitato di sezione di Pisa fu un interesse primario e, con pubblicazioni a mezzo stampa, venne data contezza fino al centesimo, con trasparente e puntuale semplicità, anche quando si trattò di donatori anonimi e di cifre veramente minime. Nel rapporto con i numerosi “Comitati di assistenza e beneficenza”, che nacquero durante la grande guerra, la Croce Rossa a Pisa mantenne un atteggiamento neutrale ed aperto verso tutti, ma tenne ben saldi i valori ed i principi della sua missione umanitaria; non mancarono prudenti interazioni e collaborazioni con chi si occupò di mutilati, di vedove, di orfani, famiglie bisognose. Al contrario la C.R.I. a Pisa non si legò mai con chi, per rafforzare le ragioni della propria opera, fece uso ideologico della retorica inneggiante alla guerra, cosa che strideva con i principi dell’impegno umanitario. Su tali questioni il Presidente Pardi ed il Consiglio Direttivo vigilarono con rigidità militaresca.

Ottimi furono i rapporti con le scuole, ed il patronato scolastico, verso le quali la C.R.I. di Pisa aveva la massima attenzione al fine di divulgare e seminare i valori di Croce Rossa tra le nuove generazioni. In occasione della “fiera nei locali delle Scuole Nicola Pisano” di Via San Frediano, il 17 e 24 giugno 1917, organizzata dagli stessi alunni e dai loro insegnanti, la giornata del 24 si svolse alla presenza dell’intero Consiglio Direttivo della C.R.I. ed il Prof. Pardi, salutando i bambini, alla presenza della cittadinanza intervenuta numerosa, parlò loro della Croce Rossa e della sua attività con i giovani e le scuole, in modo semplice, cordiale e paterno. L’incontro ebbe grande successo, rallegrato da cori patriottici e dall’intervento della banda del presidio militare.

Il Presidente Pardi si dimostrò sempre un abile oratore e, in ogni occasione, non mancò mai di tenere conferenze pubbliche alla cittadinanza sulle attività e la missione della Croce Rossa Italiana, ricorderemo, tra le tante innumerevoli, la conferenza tenuta domenica 18 febbraio 1917 al Teatro Diletto Rossi, in Piazza San Nicola a Pisa, che fu molto partecipata: il teatro era pieno ed il sunto di quella relazione pubblicata dalla stampa.
Il 10 febbraio 1917 il Prof. Francesco Pardi venne “confermato” dal Comitato Centrale CRI di Roma nel pieno della carica di Presidente del Comitato di sezione di Pisa, anche se il decreto di nomina venne trasmesso poi nel luglio 1917. Conferma o nomina per il Prof. Pardi non cambiò nulla, come presidente ad interim aveva fino ad allora affrontato tutti gli impegni e le difficoltà con animo generoso e con slancio, «con il solito piglio del bersagliere Pardi»: così sovente venne affettuosamente appellato dalle autorità pisane e nell’ambiente universitario, non per appartenenza a quel glorioso corpo ma per il suo modo, veloce ed efficace, con il quale affrontò ogni ostacolo e trovò soluzioni alle necessità.

Dopo la disfatta di Caporetto, l’entrata in guerra contro l’Austria degli Stati Uniti d’America e l’arrivo dei profughi dal Veneto nella provincia di Pisa, il Prof. Pardi intrattenne rapporti con il Dipartimento per gli affari civili della Missione in Italia della Croce Rossa Americana che aveva istituito un Sotto Distretto a Pisa: Accolse a Pisa, il 14/4/1918, insieme ad altre autorità, il cav. Carlo M. Girard, ispettore della Croce Rossa Americana, accompagnandolo in visita: all’istituto per la rieducazione dei soldati mutilati a San Zeno, al Ricreatorio Italia, una delle opere realizzate dalla Missione in Italia della Croce Rossa Americana, che assisteva le famiglie bisognose pisane dei combattenti. All’Ospedale di Marina di Pisa ricevuto dal Ten. Colonnello Prof. Antonio Cesaris-Demel e dai suoi ufficiali e sempre a Marina di Pisa in visita all’installazione delle cucine economiche che la Croce Rossa Americana aveva là dispiegato per il servizio ai profughi.

Il Delegato da cui dipendevano attività e progetti realizzati nel Sotto Distretto di Pisa dal Dipartimento Affari Civili della Missione in Italia della Croce Rossa Americana fu il Capitano “Engineer” Francisco Mauro, dell’U.S. - Red Cross Military Service Corp, che non mancò mai di tenere informato il Presidente Pardi delle attività svolte e dei progressi nei progetti, anche se la consorella americana aveva facoltà di operare in piena autonomia.
La Croce Rossa Americana portò avanti a Pisa un progetto per costruzioni abitative, denominato Borgo Veneziano, al fine di ospitare i profughi collocati nella Tenuta di Tombolo a Tirrenia, circa 2000 persone; ma dopo la guerra le abitazioni sarebbero state cedute al Comune di Pisa in modo che, andati via i profughi, venissero assegnate ai mutilati di guerra, alle vedove ed agli orfani dei caduti. il 1° maggio 1918 vi fu la cerimonia di consegna del terreno, dove venne inaugurato, congiuntamente, il cantiere dal: Maggiore Chester Aldrich, Capo Dipartimento Affari Civili della Missione in Italia della Croce Rossa Americana, dal Prefetto di Pisa dott. Gaspare Focaccetti e dal Prof. Francesco Pardi presidente della C.R.I. di Pisa.

Nel marzo 1918 un picco nei ricoveri all’Ospedale dei RR. Spedali della Certosa di Calci, riconvertito per il ricovero di prigionieri austro ungarici feriti e malati, implicò il ricovero al Santa Chiara a Pisa negli stessi locali, già sovraffollati, degli stessi prigionieri con i feriti del R. Esercito, oltre che un continuo passaggio nelle vie più centrali della città dei prigionieri tra cui si riscontrarono dei tubercolotici. Calci e Pisa, allarmate per il possibile diffondersi della tubercolosi, come purtroppo poi avvenne, fecero di tutto affinché fosse sospeso l’invio dei tubercolotici che giungevano dai campi di prigionia da più parti d’Italia. Il 24 luglio 1918 ne giunsero 29 da Palermo gravemente affetti dalla malattia e si registrò nell’Ospedale della Certosa di Calci un aumento esponenziale delle morti sia per tubercolosi che per malattie correlate, facendo grande impressione la notizia della morte, per le stesse cause, di una delle suore che lì assistevano i malati. Pisa percepì la reale gravità del contagio e la popolazione ne fu fortemente spaventata. il Prof. Pardi intervenne annunciando pubblicamente che, con una sottoscrizione per l’assistenza ai “militari tubercolotici”, il Comitato pisano della Croce Rossa intendeva iniziare la lotta contro questa malattia. L’intervento voluto dalla C.R.I. e concordato con le autorità rassicurò la popolazione allarmata attraverso la voce della benemerita istituzione, fortemente amata e rispettata da tutti, ed effettivamente con i suoi “buoni uffici” la Croce Rossa permise la realizzazione di importanti incontri di studio a Pisa che abbozzarono realmente il piano di intervento a tutela della salute pubblica, coinvolgendo istituzioni che a quel tempo non erano affatto coordinate tra loro. Fu un programma meritorio che per il Prof. Pardi ben valeva la pena di intraprendere a salvaguardia della popolazione, affiancando la Croce Rossa in ausilio delle autorità e dei diversi enti preposti che avevano a che fare, ognuno per aspetti diversi, con la lotta contro questa malattia e le epidemie in genere.

La vittoria del 4 novembre 1918 destò a Pisa, come del resto in tutta Italia, grande commozione. Il 10 novembre nell’affollatissimo Duomo di Pisa “Alla Primaziale” si celebrò un solenne Te Deum, vi parteciparono tutti i dirigenti della C.R.I. di Pisa e gli ufficiali della C.R.I. con alla testa il Presidente Prof. Pardi. Il Cardinale Pietro Maffi tenne in quell’occasione il suo “discorso sulla vittoria”, alla presenza della Regina Elena e dei Principi.

La tranquillità dopo la vittoria durò poco: mercoledì 14/1/1919 una spaventosa piena dell’Arno risparmiava Pisa ma provocava gravissimi disastri nelle campagne. Il Prof. Pardi con il Comitato pisano della Croce Rossa si attivò ed il 19/1 erano state distribuite alle famiglie colpite: casse di latte condensato, zoccoli, camicie, farsetti a maglia, pantaloni, giubbe, gabbanelle, fazzoletti, calze, utensili da cucina e disinfettanti; una buona quantità di questo materiale di soccorso venne prontamente ceduto alla C.R.I. dalla consorella C.R. Americana. Su incarico della Prefettura la CRI aveva anche distribuito 100 pagliericci e rotoli di fasce per i bambini.

il 29 giugno 1919 vi fu un terremoto nel Mugello: la C.R.I. di Pisa inviò solo pochi aiuti in viveri, vestiario e denaro, ciò perché la Croce Rossa a Pisa venne ridimensionata e passata sotto la diretta giurisdizione del Comitato di sezione di Livorno, divenendo di fatto “delegazione” sotto tale giurisdizione. Il Prof. Francesco Pardi fu sostituito da un incaricato nominato da Livorno e ritornò nel pieno della sua attività di docente universitario e di medico, ma dopo poco tempo fu pregato perché assumesse l’incarico di Presidente della nuova struttura, ora divenuta Comitato comunale - locale di Pisa della C.R.I., ed alla fine accettò il 1 marzo 1920. La stampa riferì che il Pardi riprendeva il suo posto alla Croce Rossa, in realtà la posizione era molto cambiata essendo vincolato con limiti nelle iniziative e nello svolgimento dei programmi del tempo di pace su Pisa, perché doveva ora risponderne a Livorno. In più molte energie gli furono sottratte da una crescente ed intensa partecipazione alla vita politica dell’inquieto dopoguerra. Infatti il Prof. Pardi, spronato da più parti, si presentò candidato per i liberali-democratici alle elezioni amministrative per il Consiglio Provinciale e per il Consiglio Comunale di Pisa del 7/11/1920. Venne eletto al primo posto alla Provincia ed al secondo posto al Comune dove si insediò il 29/11/1920 e divenne di seguito Sindaco di Pisa. Assumendo la carica di Sindaco nel 1921 il Pardi lasciava il suo incarico alla Croce Rossa e veniva sostituito dal cav. Dott. Riccardo Gattai.

Al Prof. Pardi come Sindaco sono state intitolate una via a Pisa ed una via a S. Giuliano Terme e conferiti importanti riconoscimenti accademici per la sua attività di studioso e docente, ma certamente assume un valore particolare il conferimento della Medaglia d’argento di benemerenza militare della Croce Rossa, a lui, come al Tenente Colonnello Antonio Cesaris-Demel ed al Maggiore Guido Ferrarini. Mentre per gli ultimi due sono stati rintracciati agli atti gli estremi del brevetto con le motivazioni del conferimento, ciò non è stato possibile per il Prof. Pardi, ma vi sono riscontri più che attendibili, come la nota dell’Annuario dell’Università di Pisa del 1939, in cui viene riportato tra le onorificenze conferite al professore: “Decorato della medaglia d’argento al merito della Croce Rossa Italiana” per il tempo di guerra. La difficoltà nel reperire una documentazione più puntuale potrebbe dipendere proprio dal suo rispetto del principio di umanità e dalla sua corretta e trasparente linea di condotta, come insegnante, medico e uomo; durante il ventennio fascista rimase fedele a questi alti e nobili valori, ed alla sua convinzione liberale e democratica, venendosi senza dubbio a trovare in una posizione sgradita nonostante i rischi di quel tempo. Divenuto tra l’altro Presidente dell’Ospedale Santa Chiara, ebbe di nuovo la nomina a Presidente del, all’ora denominato, Comitato Provinciale di Pisa che in quel momento si trovava in uno stato di completo abbandono; non volle sottrarsi al suo dovere e accettò una nomina fortemente voluta dalle autorità dell’epoca per le necessità di mobilitazione con l’entrata in guerra dell’Italia nel secondo conflitto mondiale. Assunse, per la seconda volta, la carica il 13/6/1940 e la tenne fino alla sua morte avvenuta il 2/12/1942 ( data della morte desunta del necrologio pubblicato su Telegrafo, alla pagina 6, del 3 dicembre del 1942 ).

Giuseppe A. Cacciatore. 

 

Operato

Nel turbolento scenario del primo conflitto mondiale, il Prof. Francesco Pardi emerge come figura chiave nell'organizzazione e nella gestione della Croce Rossa Italiana (CRI) a Pisa. Nel febbraio del 1917, con la nomina del Prof. Pardi a capo della CRI locale, si avvia un periodo di fervida attività e impegno al servizio della comunità.

Durante il suo mandato, la CRI pisana si distingue per il suo pronto intervento in situazioni di emergenza e calamità. Dall'assistenza alle vittime del terremoto nel Mugello nel 1919 al supporto alle popolazioni colpite dal terremoto della Lunigiana e Garfagnana nel 1920, la CRI di Pisa si dimostra un baluardo di solidarietà e soccorso.

Tuttavia, è durante il periodo bellico che il Prof. Pardi rivela appieno il suo valore e la sua dedizione. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale nel 1940, la CRI di Pisa, sotto la guida instancabile del Prof. Pardi, intensifica i suoi sforzi nel fornire assistenza medica e protezione alla popolazione.

L'apertura di ospedali militari gestiti dalla CRI, come "La Carità" e "S. Michele", rappresenta solo una parte dell'ampio impegno della CRI pisana nel fronteggiare le sfide della guerra. L'istituzione di servizi di protezione antiaerea e di pronto soccorso, insieme all'assistenza ai prigionieri di guerra e ai feriti provenienti dai vari fronti, sottolinea il ruolo cruciale della CRI sotto la guida determinata del Prof. Pardi.

Le Infermiere Volontarie di Pisa si distinguono per il loro servizio coraggioso e altruista, operando non solo nei teatri di guerra in Albania e Libia, ma anche negli ospedali e campi militari sul territorio nazionale. La presenza costante della CRI nei luoghi dove si concentra il dolore e la sofferenza, unita al sostegno delle istituzioni, come dimostrato dalle visite della Regina Elena e delle Principesse agli ospedali gestiti dalla CRI, evidenzia il riconoscimento e la fiducia nella missione umanitaria della Croce Rossa.

Il Prof. Francesco Pardi, con la sua leadership decisa e il suo impegno instancabile, si conferma come figura di spicco nell'organizzazione della Croce Rossa Italiana a Pisa, incarnando i valori di solidarietà, altruismo e servizio alla comunità in tempi di pace e di guerra.

Roberto Marchetti

 

Bibliografia e fonti di riferimento:
• “Archivio storico CRI di Pisa, raccolta cronache grande guerra” settimanale Il Ponte di Pisa, 1915-1918.
• Vasco Galardi, La Croce rossa. La sua storia cronologica nella provincia di Pisa, Casciana Terme, Tipografia Fracassi, 2001.
• Gioli Antonella, in “L’Ospedale per prigionieri di guerra in Certosa”, in La Certosa di Calci nella Grande Guerra, riuso e tutela tra Pisa e L’Italia, Firenze, Edifir Edizioni, 2015.
• “Convenzione tra la Presidenza della Croce Rossa Italiana e la Federazione Nazionale della Assistenze Pubbliche”, Roma, Spoleto, Prem. Tip. dell’Umbria, 1915.
• Novello M.G., “Dal 24 maggio 1915 al 4 novembre 1918” in Il Corpo Militare della C.R.I. nella Grande Guerra, a cura di Calzolari E., Cipolla C., Milano, Angeli, 2021.
• Bertini F., La Croce Rossa Italiana dal 1915 al 1926 attraverso le cronache, in Vanni p., Bertini F. (a cura), La Croce Rossa dalla Grande Guerra al fascismo. Informazione, propaganda arti e società civile (1915-1926), Milano, Franco Angeli, 2020.
• Galazzetto Berti, “L’attività dell’American Red Cross in Italia nella Grande Guerra e nell’immediato dopo grerra” a cura di Lombardi Filippo, L’azione delle società di Croce Rossa Estere in Italia nella Grande Guerra, Franco Angeli, Milano, 2021.
• Lombardi F., in “Gli Ospedali Territoriali della Croce Rossa Italiana nella Grande Guerra”, Milano, Franco Angeli, 2019.
• Biografia ed estratti dal Diario del Prof. Francesco Pardi, in collezione privata della Famiglia Pardi per gentile concessione dell’Ing. Carlo Pardi, nipote, figlio del figlio Ulisse.

 
Opere
Francesco Pardi, La morfologia comparata dei muscoli psoas minor, ilio-psoas e quadratus lumborum, Pisa, Tipografia succ. fratelli Nistri, 1902.
Johannes Sobotta, Atlante e compendio di istologia e anatomia microscopica dell'uomo / del dottor J. Sobotta; prima traduzione italiana del dottor Francesco Pardi, Milano, Società Editrice Libraria, 1903.
Francesco Pardi, Compendio di istologia: dottrina della cellula e dei tessuti, Pisa, Luigi Guidi-Buffarini, 1909.
Francesco Pardi, Contributo allo studio dello sviluppo del grasso nel mesenterio dei mammiferi: nota preliminare, Pisa, F. Mariotti, 1909.
Francesco Pardi, Istologia, Pisa, Vallerini, 1935.
 
Riconoscimenti
Il Comune di Pisa gli ha intitolato una via nel quartiere di Pisanova.
Il Comune di San Giuliano Terme gli ha dedicato una via nella frazione di Campo.
 
Fonte: wikipedia
 
 
 
 
Ricerca storica: Roberto Marchetti