Croce Rossa Italiana - Comitato di Pisa
 
nastro tricolore
 

Sostegno finanziario ricevuto dallUnione Europea

OpC
La presente organizzazione non profit CRI COMITATO DI PISA OdV partecipa al Programma di Aiuti Europei agli Indigenti (PO I FEAD) in qualità di Organizzazione partner Capofila (OpC) e nell’anno 2022 tramite n. 17 OpT ad essa associate, ha sostenuto n.920 persone in condizione di grave deprivazione materiale per un totale di aiuti distribuiti pari a 49,2 tonnellate di alimenti, n.7910 pacchi alimentari finanziati dal PO I FEAD. Per le spese amministrative, di trasporto e magazzinaggio sostenute ha ricevuto, a titolo di rimborso forfettario, un sostegno finanziario di € 2123,12.
 
OpT
Presso la sede CRI di Via P. Castaldi n. 2 Pisa, l’organizzazione non profit CRI COMITATO DI PISA OdV Sede Territoriale di Pisa, partecipa al Programma di Aiuti Europei agli Indigenti (Po I FEAD) in qualità di Organizzazione partner Territoriale (OpT), provvedendo alla distribuzione di aiuti alimentari cofinanziati dal Fondo di Aiuti Europei gli Indigenti (FEAD) e all’erogazione di misure di accompagnamento per orientare e sostenere le persone in condizione di bisogno. Nell’anno 2022 l’OpT ha distribuito n.814 pacchi alimentari per un totale di n. 137 persone aiutate attraverso il sostegno finanziario del PO I FEAD.
 
 
Art.19 Reg. 223/2014 Sostegno finanziario ricevuto dall’Unione Europea
 
 
 
 
 

La Croce Rossa Italiana - Comitato di Pisa presenta “Babbo Natale a domicilio”.

Ricevi la visita di Babbo Natale che, all’ora stabilita, si presenterà alla porta di casa tua per consegnare a grandi e piccini i doni da voi preparati.

Babbo Natale sarà accompagnato dal velocissimo Autista-Renna e da un Assistente Elfo tuttofare.

Questo fantastico equipaggio, rigorosamente formato dai volontari di Croce Rossa trasformerà lo scambio dei regali in un momento indimenticabile. 


Prenotare la visita di Babbo Natale è davvero facile, basta chiamare il numero 050983575 (opzione - 1).
Il servizio non prevede un costo ma una semplice donazione per sostenere i nostri progetti.

Potrai effettuare la donazione direttamente all’elfo o alla renna che accompagnano Babbo Natale

 

Babbo Natale 2022

 

 

 

 

 

Corso primo soccorso

 Prossime date: 

In programmazione

 

La Croce Rossa Italiana da sempre si occupa di formazione e di educazione sanitaria promuovendo su tutto il territorio nazionale percorsi informativi e/o formativi, in base alle più recenti linee guida internazionali in materia di Primo Soccorso e Soccorso Avanzato, oltre i corsi di alta specializzazione sanitaria.

  • Corsi di Primo Soccorso
    Il primo soccorso è l’insieme delle azioni che permettono di aiutare in situazioni di emergenza, una o più persone in difficoltà vittime di traumi fisici e/o psicologici o malori improvvisi, nell’attesa dell’arrivo di soccorsi qualificati. Il corso di PS ha l’obiettivo di diffondere queste semplici manovre, dando ai discenti gli strumenti semplici e concreti per poter evitare l’aggravarsi della situazione ed allertare in modo corretto ed efficace i soccorsi.

    Il corso include le procedure di BLS (Basic Life Support), la gestione dei malori, delle ferite, dei traumi e delle urgenze cerebro e cardiovascolari.
  • Corsi per “addetti al Primo Soccorso Aziendale” ai sensi del d.lgs 81/08
    Il testo unico sulla sicurezza sui luoghi di lavoro emanato con il D.Lgs. 81/08, identifica come obbligo del datore di lavoro la formazione delle squadre di emergenza aziendali, in particolare la formazione dell’Addetto al Primo Soccorso, indicandone le modalità di Formazione ed i contenuti del corso. 

    I comitati della CRI erogano abitualmente corsi conformi alla normativa vigente.

 

 

Gruppo A comprende le “aziende o unità produttive con tre o più lavoratori che non rientrano nel gruppo A”:
  • Ore di formazione: 12
  • Ore di retraining: 4 da effettuarsi ogni 3 anni

 

Gruppo B
 Aziende o unità produttive con meno di tre lavoratori che non rientrano nel gruppo A:
  • Ore di formazione: 12
  • Ore di retraining: 4 da effettuarsi ogni 3 anni

 

Privato cittadino
La formazione consente al cittadino di conoscere, nel dettaglio i concetti di rischio, danno, prevenzione e i relativi comportamenti da adottare al fine di tutelare la propria sicurezza e salute e quella del suo prossimo nei primi importantissimi minuti che possono portare all’eventuale attivazione di soccorsi avanzati e il trasporto successivo in pronto soccorso e i reparti di cura ospedalieri.
 

Costi

  • corso PS A e B 12 ore: 110€\persona
  • aggiornamento PS B e C 4 ore: 50€\persona

 

 

addetto primo soccorso igisic

Primo soccorso 1

Primo soccorso 

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ODS LANDING TITOLO 01

Le Officine della Salute sono un luogo sicuro in cui le persone con fragilità sociali e sanitarie possono trovare una risposta alle loro necessità. Dalle visite specialistiche alla farmacia solidale fino al sostegno alimentare e al supporto psicologico, le Officine della Salute offrono un’ampia rosa di servizi integrati tra loro per costruire un percorso personalizzato verso il superamento dello stato di necessità.

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La pandemia di Covid-19 ha portato con sé una seconda pandemia, quella socio-sanitaria, aumentando le disuguaglianze sociali e sanitarie e sviluppando nuove fragilità tra differenti fasce della popolazione. Da qui la necessità di realizzare dei punti di accesso per i cittadini, come le Officine della Salute, che non rispondano a questo o quel bisogno specifico ma garantiscano una presa in carico completa della persona, prendendosi cura di tutte le sue necessità.

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ODS LANDING TITOLO 03

Le Officine della Salute offrono numerosi servizi rivolti ai più vulnerabili, fornendo accesso gratuito a cure di medicina primariaviste specialistiche, orientamento ai servizi del territorio, supporto psicosociale, supporto alla povertà (distribuzione di cibo e beni di prima necessità), farmacia solidale (con farmaci e para farmaci messi a disposizione gratuitamente) oltre a informazioni sulla salute e sui corretti stili di vita. 

 

Pisa e Firenze sono i due Comitati CRI in Toscana, dei 15 Comitati in Italia (in 10 complessive Regioni), che hanno ottenuto l’aggiuducazuone del bando nazionale CRI ed il contributo all’avvio del progetto.

CRI Firenze ha inaugurato il servizio presso ambulatori già disponibili presso la propria sede di Firenze in Lungarno Soderini 11.
CRI Pisa sta approntando gli ambulatori presso un proprio immobile in via Meucci 4 a Ospedaletto (Pisa), nel complesso di strutture CRI dove è ubicata la sede sociale e le sedi dei presidi vaccinali e tamponi Covid.
 

Martedì 15 febbraio 2022 alle ore 16:00, alla presenza della principali autorità cittadine e della CRI regionale, inaugureremo il progetto"Officine della salute" in Via Meucci, 4 a Ospedaletto (multipiano), vicino alla sede CRI.

 

 


 Lavori

Martedì 15 febbraio 2022 alle ore 15,30, a Ospedaletto (Pisa) via Antonio Meucci, 4, sarà inaugurato ufficialmente il progetto nazionale CRI “Officine della Salute”.
 
Oggi, mente siamo ancora attivi per essere sufficientemente operativi e pronti a questo evento, mi preme ringraziare ciascuno dei volontari e dipendenti CRI che hanno reso possibile, con il loro lavoro in economia, la realizzazione della parte di immobile sufficiente al progetto, consapevoli che il lavoro giunto a questa importante prima tappa, proseguirà nei lavori per poter ospitare anche altre attività sanitarie e Socio sanitarie CRI da svolgere anche in collaborazione e partenariato con altre organizzazioni.
 
A questi nostri volontari e dipendenti, che hanno sopportato un capo cantiere presente ed esigente come me, voglio intanto oggi attribuire il merito di aver consentito questo miracolo in sole 4 settimane (partendo da un immobile inutilizzati da oltre 15 anni e privo di ogni servizio ed utenza) e voglio soprattutto esprimere il mio grazie e quello del Consiglio e del Comitato CRI tutto.
 
Mi scuseranno i capo progetto nazionali se per una volta utilizziamo il logo nazionale per fare questo ringraziamento.
 
IL PRESIDENTE
Cav.Uff. Antonio Cerrai
 
 
 
 
 

A seguito della proroga dello stato di emergenza COVID19 il servizio di consegna spesa e farmaci subirà la seguente rimodulazione:

  • In caso di richieste per Quarantene o COVID positivi è necessario rivolgersi al numero verde del Comune di Pisa 800 086540.
  • Per tutte le altre richieste è attivo (24h su 24) il numero verde nazionale CRI Per le Persone  800-065510

cri persone banner sito

Vi ringraziamo per l’affetto e la vicinanza che ci avete dimostrato fino ad oggi.


Noi continueremo ad esserci anche in questa fase, ma se vogliamo che vada tutto bene ognuno dovrà fare la sua parte rispettando le misure previste.

 

 

 

  

 

 

Cooperazione internazionale
La CRI attua numerose attività e programmi internazionali sul territorio ed al di fuori dei confini nazionali, sia a livello bilaterale che multilaterale. In linea con le principali aree di intervento della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, la CRI collabora con diversi soggetti (altre Società Nazionali, il Segretariato della Federazione, tutti i membri del Movimento Internazionale ed altri organi,istituzioni ed organizzazioni umanitarie) a livello internazionale al fine di contribuire e supportare l’operato delle Società Nazionali consorelle, di migliorare la propria azione grazie allo scambio di buone pratiche, di contribuire a un efficace funzionamento del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezza- luna Rossa e di contribuire in modo attivo all’agenda umanitaria internazionale, secondo il Principio di Universalità

  

Attivita 7

 

 

 


 

 

Da Prato Sara 
Sara Da Prato
Delegato Attività 7 Cooperazione
Email: cooperazione@cripisa.it
Cell: 347-8857458 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La convenzione di Ginevra del 22 agosto 1864: molto più di un testo giuridico


La Convenzione per il miglioramento della sorte dei militari feriti negli eserciti in campagna, fu firmata a Ginevra il 22 agosto del 1864 dai rappresentanti sei seguenti paesi: Baden, Belgio, Danimarca, Spagna, Francia, Assia, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Prussia, Confederazione Svizzera, Würtemburg (I rappresentanti di Inghilterra, Sassonia, Stati-Uniti e Svezia non avevano avuto i poteri di firma).

 

22 agosto 1864


La tradizione vuole che la Convenzione di Ginevra sia stata ispirata dall’esperienza di un uomo d’affari svizzero, Henri Dunant, primo a ricevere nel 1901, il premio Nobel per la pace, che fu profondamente colpito dalle sofferenze patite da oltre 40.000 soldati durante la battaglia di Solferino che contrappose l’esercito Piemontese a quello Franco-Austriaco. Dunant riuscì a creare un corpo di volontari, formato dagli abitanti dei paesi limitrofi ed in particolare di Castiglione delle Stiviere, per il soccorso e l’assistenza ai feriti riuscendo ad ottenere una sorta di riconoscimento dalle parti belligeranti. Scrisse tutto nel libro Souvenir de Solferino (novembre 1862), nel quale descrisse gli orrori cui aveva assistito e propose la creazione di un corpo di volontari civili per il soccorso da portare ai feriti in battaglia. Frutto di questa nuova sensibilità fu anche il cosiddetto “codice Lieber”, emanato dal governo degli Stati Uniti d’America nel 1863 come codice di comportamento per l’esercito durante la guerra civile: esso non aveva un carattere prettamente giuridico ma le sue “norme” sarebbero state poi recepite in successive convenzioni di diritto internazionale umanitario.


I fatti e gli atti che portarono alla prima convenzione di Ginevra del 1864 sono particolarmente interessanti poiché rappresentano un caso singolare di progressiva acquisizione di un carattere giuridico di tipo internazionale ad un’iniziativa privata11. Il 9 febbraio 1863 la Società Ginevrina di utilità pubblica costituì un comitato di cinque commissari perché si prodigasse al fine di assicurare un sistema di soccorso ai militari feriti in guerra. Il comitato -formato da Guillaume Doufour (presidente), G. Moynier (vicepresidente), Louis Appia, Théodore Maunoir e Henry Dunant (segretario)- dopo essersi assicurato dell’adesione di personaggi eminenti di molte nazioni, decise di convocare una conferenza internazionale: il 1° settembre 1863 inviò una lettera a tutti i contatti influenti sensibili al tema invitandoli alla conferenza di Ginevra fissata per il 26 ottobre allo scopo di deliberare le misure opportune per assicurare il soccorso ai feriti in guerra stante l’insufficienza dei mezzi esistenti. Quindi il comitato, avendo ricevuto un’ampia adesione all’iniziativa, formulò –sotto forma di concordato redatto in 10 articoli– il programma della conferenza internazionale. Il Concordato conteneva 6 articoli a carattere generale e quattro di Disposizioni speciali in caso di guerra. Nelle intenzioni del Comitato la conferenza avrebbe dovuto chiedere ed ottenere il consenso unanime dalle nazioni europee per la formazione di «Comitati che dovevano essere organizzati ovunque in Europa al fine di poter agire simultaneamente in caso di guerra»12. La conferenza, che si svolse presso il palazzo dell’Ateneo a Ginevra tra il 26 e il 29 ottobre 1863, pur vantando la partecipazione di delegati e lettere di adesione di governi europei fu una conferenza internazionale ma libera e privata non una conferenza diplomatica: le idee che si consolidarono in essa ebbero però la forza di provocare una successiva conferenza diplomatica dalla quale sarebbe scaturito un vero e proprio trattato internazionale, giuridico ed impegnativo per le potenze firmatarie.

Tra il 26 e il 19 ottobre 1863 i convenuti a Ginevra discussero sulle proposizioni del concordato che sfociarono nelle risoluzioni e su proposizioni suppletive, sotto forma di voti particolari, da sottoporre ai governi europei.


Fonte: Francesco Mastroberti - La prima Convenzione di Ginevra de 1864

 

 

 

 

Convenzione di ginevra

 

La Convenzione per il miglioramento della sorte dei feriti e malati negli eserciti di campagna fu firmata a Ginevra il 6 luglio 1906. Fu poi abrogata dalla Convenzione del 1929.

La terza Convenzione di Ginevra protegge i combattenti legittimi che, nel corso di un conflitto armato internazionale, cadano in potere del nemico.

Il trattamento umanitario previsto dalla III Convenzione di Ginevra del 1929 è il frutto di un negoziato fra stati che ha cercato di tenere conto di due esigenze diverse:

L'esigenza di sicurezza dello Stato che detiene il prigioniero;
L'esigenza di fedeltà al proprio paese del prigioniero.

Il prigioniero di guerra, infatti, non essendo cittadino della potenza detentrice non è legato ad essa da alcun dovere di fedeltà, ma anzi come soldato è spesso vincolato al dovere di cercare di combattere per il proprio paese.

Pertanto, ad esempio, se il prigioniero tenta la fuga e non riesce a raggiungere le proprie linee, potrà essere punito solo disciplinarmente e non penalmente (se però nel tentare la fuga uccide o ferisce qualcuno o compie altri reati allora potrà essere perseguito penalmente in base alle leggi del paese dove è trattenuto).

I prigionieri possono essere internati in campi. Ai soldati semplici può essere assegnato lavoro manuale, ai sottufficiali può essere assegnato lavoro di supervisione. Non è permesso assegnare lavoro agli ufficiali, a meno che loro stessi lo richiedano. I prigionieri non possono essere obbligati a lavori di carattere militare.

Ai delegati del Comitato Internazionale della Croce Rossa è concessa la visita ai prigionieri senza testimoni.

La terza Convenzione di Ginevra è fondata sui diritti dei prigionieri di guerra quali vittime di guerra, mentre le precedenti Convenzioni dell'Aia del 1899 e del 1907 sono fondate sul dovere del trattamento da parte dei militari detentori. Fu risottoscritta a Ginevra nel 1949, in sostituzione della precedente convenzione del 17 giugno 1925.

 

 

 

Convenzione di ginevra

 

La convenzione di Ginevra del 22 agosto 1864: molto più di un testo giuridico 

Un ricordo di Solferino”: le memorie di Henry Dunant

"Nell'Ospedale e nelle chiese di Castiglione sono stati depositati, fianco a fianco, uomini di ogni nazione, Francesi, Austriaci, Tedeschi e Slavi, provvisoriamente confusi nel fondo delle cappelle.
Non hanno nemmeno la forza di muoversi nello stretto spazio che occupano. Giuramenti, bestemmie che nessuna espressione può rendere risuonano sotto le volte dei santuari. Mi diceva qualcuno di questi infelici “Ci abbandonano, ci lasciano morire miseramente, eppure noi ci siamo battuti bene!”.
Malgrado le fatiche che hanno sopportato, malgrado le notti insonni, essi non riposano e, nella loro sventura, implorano il soccorso dei medici e si rotolano disperati nelle convulsioni che termineranno con il tetano e la morte.
[...]
Benché ogni casa si fosse trasformata in una infermeria e malgrado che ogni famiglia avesse tanto da fare per curare gli ufficiali ospitati, sin dalla domenica mattina sono riuscito a riunire un certo numero di donne che fecero del loro meglio per soccorrere i feriti; non si trattava di amputazioni né di altre operazioni chirurgiche, ma bisognava assicurare il vitto e soprattutto soddisfare la sete di gente che moriva di stenti e di privazioni. Bisognava poi pensare alle loro piaghe, alle loro ferite e lavare dei corpi sanguinanti coperti di fango, di vermi e bisognava fare tutto ciò in mezzo a esalazioni fetide e nauseabonde, attraverso lamenti e urla di dolore in una atmosfera bruciante e corrotta.
Ben presto si formò un nucleo di volontarie, e le donne lombarde correvano da gridava di più, pur senza essere i più malconci. Cercai di organizzare il meglio possibile i soccorsi in quei quartieri che sembravano essere i più sprovvisti, e adattai particolarmente una delle Chiese di Castiglione, situata in una altitudine a sinistra venendo da Brescia e chiamata, se non erro, Chiesa Maggiore.
Vi sono raccolti quasi cinquecento soldati e ve ne sono almeno altri cento stesi sulla paglia davanti alla chiesa e sotto tende appositamente tese per preservarli dal sole. Le donne, entrate nell'interno, passano dall’uno all'altro con anfore e secchi pieni d'acqua limpida che serve a placare la sete e a umettare le ferite. Alcune di queste infermiere sono belle e graziose ragazze: la loro bellezza, la loro bontà piena di lagrime e di compassione le loro cure attente e premurose sollevano un po' il coraggio e il morale dei malati. Giovinetti del luogo vanno e vengono dalle case alle fontane più vicine con secchi, bidoni e recipienti più svariati.
[...]
Povere madri di Germania, d'Austria, d'Ungheria e di Boemia, come non pensare alle vostre angosce quando avete appreso che i vostri figli feriti sono prigionieri in paese nemico! Ma le donne di Castiglione, vedendo che non faccio alcuna distinzione di nazionalità, seguono il mio esempio e testimoniano la stessa benevolenza a tutti questi uomini di origine diversa e che sono per loro tutti ugualmente stranieri. ”Tutti fratelli!”, ripetevano con emozione. Onore a queste donne compassionevoli, a queste fanciulle di Castiglione! nulla le ha disgustate, stancate o scoraggiate, e la loro modesta devozione non ha tenuto conto né di ribrezzo, né di fatiche, né di sacrifici.
[...]
In ogni borgo situato sulla strada che conduce a Brescia, le contadine sono sedute davanti alle loro porte preparando silenziosamente filacce e bende: quando arriva un convoglio, esse salgono sulla vettura, cambiano le compresse, lavano le piaghe, rinnovano i bendaggi dopo averli inzuppati nell'acqua fresca; versano cucchiaiate di brodo, di vino, di limonata sulla bocca di quelli che non hanno più forza di sollevare la testa e le braccia
[...]
Brescia: questa città così graziosa e pittoresca è trasformata non in una grande ambulanza provvisoria come Castiglione, bensì in un immenso ospedale: le due cattedrali, le chiese, i palazzi, i conventi, i collegi, le caserme, in una parola tutti i suoi edifici, sono ingombri delle vittime di Solferino. Sono stati improvvisati quindicimila letti da un giorno all'altro; i generosi abitanti hanno fatto quello che non sarebbe stato possibile fare in nessun luogo di fronte a simili avvenimenti. Al centro della città c’è l'antica basilica chiamata Duomo Vecchio o la Rotonda che, con le sue due cappelle, contiene un migliaio di feriti. Il popolo li visita continuamente e le donne di ogni classe portano loro a profusione arance, gelatine di frutta, biscotti, dolci. La umile vedova o la più povera vecchia non si ritiene dispensata di portare il suo tributo di simpatia, la sua modesta offerta.

Le stesse scene si ripetono nella nuova cattedrale, magnifico tempio di marmi bianchi dalla vasta cupola, in cui sono raccolti centinaia di feriti, e si ripetono altresì negli altri quaranta edifici, chiese e ospedali che contengono fra tutti quasi ventimila feriti e ammalati."
 
Fonte: scuoladecs.ti.ch
 
 
La Convenzione per il miglioramento della sorte dei militari feriti negli eserciti in campagna, fu firmata a Ginevra il 22 agosto del 1864 dai rappresentanti sei seguenti paesi:
Baden,
Belgio,
Danimarca,
Spagna,
Francia,
Assia,
Italia,
Paesi Bassi,
Portogallo,
Prussia,
Confederazione Svizzera,
Würtemburg
(I rappresentanti di Inghilterra, Sassonia, Stati-Uniti e Svezia non avevano avuto i poteri di firma).

 

Ecco il testo, che rappresenta il primo decalogo del diritto internazionale umanitario:

Art. 1 - Le ambulanze e gli ospedali militari saranno riconosciuti neutrali, e, come tali, protetti e rispettati dai belligeranti, durante tutto il tempo in cui si troveranno dei malati o dei feriti. La neutralità sarà sospesa se queste ambulanze o questi ospedali saranno salvaguardati da una forza militare.

Art. 2 - Il personale degli ospedali e delle ambulanze, ossia la direzione, il servizio di sanità, l'amministrazione, il trasporto dei feriti, potrà godere del beneficio della neutralità durante tutto lo svolgersi delle sue funzioni, e fintanto che resteranno dei feriti da raccogliere e da soccorrere.

Art. 3 - Le persone designate nell'articolo precedente potranno, anche dopo l'occupazione nemica, continuare a svolgere le loro funzioni nel loro ospedale o nella loro ambulanza, oppure ritirarsi per raggiungere i Corpi a cui appartengono.

Art. 4 - Le persone addette agli ospedali militari non potranno, durante la ritirata, trasportare con sé altro che gli oggetti di proprietà particolare. Il materiale degli ospedali militari è infatti sottomesso alle leggi di guerra. Questa regola non vale invece per le ambulanze, le quali potranno così mantenere il loro materiale.

Art. 5 - I civili che soccorreranno i feriti saranno rispettati e avranno piena libertà d'azione. I generali delle Potenze belligeranti avranno per missione quella di appellarsi al senso d'umanità delle popolazioni civili, informandole sul loro diritto alla neutralità. Ogni ferito raccolto e curato in una casa dovrà essere rispettato. Particolari favori saranno concessi a chi si prenderà cura dei feriti.

Art. 6 - I militari feriti o malati saranno raccolti e curati, a qualunque nazione appartengano. I comandanti in capo avranno la facoltà di rimandare immediatamente agli avamposti nemici i militari nemici feriti in combattimento, allorquando naturalmente le circostanze lo permetteranno. Saranno rimandati nei loro Paesi coloro che, dopo la guarigione, saranno riconosciuti invalidi. Gli altri potranno ugualmente essere rimandati in Patria, a condizione di non riprendere le armi durante tutta la durata del conflitto. Le evacuazioni, insieme al personale che le dirige, saranno protette dalla neutralità più assoluta.

Art. 7 - Una bandiera distintiva e uguale per tutti sarà adottata dagli ospedali, dalle ambulanze e durante le evacuazioni. Essa dovrà essere, in ogni caso, accompagnata dalla bandiera nazionale. Il personale neutrale porterà anche un bracciale, che gli sarà rilasciato dalle autorità militari. La bandiera e il bracciale porteranno una Croce Rossa su sfondo bianco.

Art. 8 - I particolari della’esecuzione della presente Convenzione saranno regolati dai comandanti in capo delle armate belligeranti, in base alle istruzioni dei loro rispettivi Governi, e conformemente ai principi generali enunciati in questa Convenzione.

Art. 9 - Le Grandi Potenze che Sottoscrivono questo documento sono obbligate a Comunicare la presente. Convenzione ai Governi che non hanno potuto inviare dei plenipotenziari alla Conferenza Internazionale d Ginevra, invitando tali Governi a sottoscrivere essi stessi tale Convenzione.

Art. 10 - La presente Convenzione sarà ratificata a Berna entro quattro mesi da oggi.

 

convenzione

 

Ricerca storica: Roberto Marchetti