Croce Rossa Italiana - Comitato di Pisa
 
nastro tricolore
 

27 giugno 2023 COMUNICATO STAMPA

Particolare stupore ha destato il comunicato stampa della FP CGIL di Pisa e della Rappresentnza Sindacale Azindale (RSA) in ordine a problematiche lamentate. Comunicato che porta con se errori imprecisioni e anche una falsità documentabile.

Andiamo per gradi.
Il Comitato Provinciale della Croce Rossa di Pisa (nella sua accezione di Ente Pubblico Non Economico) ha cessato definitivamente la propria attività il 31/12/2013, a seguito della applicazione del Decreto Legislativo 28 settembre
2012 (Riorganizzazione dell'Associazione italiana della Croce Rossa (C.R.I.), a norma dell'articolo 2 della legge 4 novembre 2010, n. 183).


Dal 1 gennaio 2014 nasce una nuova Associazione della Croce Rossa Italiana – Comitato Provinciale di Pisa di “Diritto Privato” perdendo tutte le competenze provinciali (dal 01/01/2016 perde anche la denominazione di Comitato Provinciale). La nuova Associazione è affidata ope legis interamente ai propri Soci CRI riuniti in Assemblea i quali, in base allo Statuto CRI (ovviamente uguale per tutti i Comitati CRI d’Italia), ne determinano la nuova organizzazione ed affidano la titolarità della rappresentanza legale ad un Presidente e la gestione ad un Consiglio democraticamente eletti.
Il personale dipendente di ruolo il cui costo era coperto dalle attività territoriali in convenzione, alla data del 15/06/2014 è assunto con contratto privatistico CCNL ANPAS (passando poi nell’agosto 2022 al CCNL CRI).
Negli anni, mai è venuto meno un confronto sindacale serio e costruttivo, che ha portato anche buoni risultati.


La gestione dei rapporti con il personale è stata improntata sempre al rispetto del CCNL applicato, pur anche nel periodo di maggiori difficoltà per le Associazioni di Volontariato che, come è ormai noto e riconosciuto, hanno profuso la massima operatività soprattutto nei due anni:  Di emergenza COVID 19 (Hub vaccinale, Tamponi, servizio sanitari, servizi sociali, servizi di logistica e protezione civile diretta ai cittadini e di supporto alle Istituzioni pubbliche quali AOUP, ASL, SDS e Comuni),  di accoglienza sfollati provenienti dall’Ucraina in guerra,

  • di risposta ai bisogni crescenti delle famiglie e delle persone sole,
  • di presa in carico dei bisogni sanitari trascurati dalle persone meno abbienti (Officine della Salute, Tempo della Gentilezza, ...),
  • di alimentazione delle mense di carià e delle associazioni sociali e parrocchiali esse stesse dedite ad assistere territorialmente le fragilità delle persone vulnerabili.

Tutto questo sopra detto ed anche la realtà dei fatti circa la situazione che affligge ormai da tempo quello che oggi è chiamato il Terzo Settore, che ha fatto già collassare prima la Misericordia di Pisa (molti lavoratori hanno perso il lavoro improvvisamente) e la PALP (altri lavoratori che hanno perso il lavoro improvvisamente), facendo rischiare molto soprattutto anche a CRI Pisa e in parte anche a PA Pisa, è definito dal sindacato stesso "La 'litania auto assolutiva' con la quale da sempre viene aperto ogni incontro, finalizzata ad impietosire la delegazione sindacale per le criticità di ordine economico che affliggono il terzo settore, ...” e che più di altro ben documentabile mortifica ed offende un Presidente, una amministrazione e una intera Associazione di Volontariato che proprio ieri sera in Assemblea, quando il Presidente ha rimesso il mandato all’Assemblea, questa ha votato all’unanimità dei presenti la piena fiducia e il grande compiacimento per il lavoro straordinario svolto per portare il risanamento del bilancio ed uscire da una crisi per certi aspetti frutto della volontà di rispondere con presenza e servizio, anche quando i fatti avrebbero suggerito di ridurre drasticamente la disponibilità di servizio per spese elevate a fronte di ristori delle convenzioni che non riuscivano a coprirle.


Ma come avrebbe fatto la CRI a dire “non siamo disponibili” davanti alle richieste pressanti ed accorate di cittadini, famiglie e istituzioni?
Siamo consapevoli che il detto “fai del bene e dimentica, ...” impone il “fare” senza aspettarsi “riconoscenza”; è una missione di noi Volontari fare per il prossimo senza chiedere niente in cambio, ma essere tacciati per coloro che violano il rispetto e la corretta applicazione del contratto nazionale di lavoro e dei contratti aziendali, questo non lo accettiamo! Le assunzioni sono regolari e conformi da sempre e basate oggi su selezione per curriculum e colloquio, dando prelazione al ricollocamento proprio al personale interno (questo ha favorito anche il ricollocamento degli esuberi senza procedere finora ad alcuna procedura di licenziamento).
I problemi derivanti dalla carenza di liquidità (si fanno servizi sempre più impegnativi, quindi si spende molto nell’immediatezza per avere il rimborso dopo almeno 60 giorni, ma per alcune convenzioni abbiamo atteso il saldo fatture a oltre 1.100 giorni da parte di una P.A., quindi oltre tre anni), hanno
imposto a questo Comitato CRI di dover ricorrere alla richiesta di importanti anticipazioni bancarie sulle fatture emesse (sulle quali tutti gli oneri gravano anch’essi sul bilancio associativo) per onorare il pagamento mensile senza MAI mancare la corresponsione dello stipendio. Siamo “colpevoli” di aver ricevuto magari qualche volta con 2-3 giorni di ritardo l’accredito delle somme dai nostri debitori, ma MAI abbiamo mancato il pagamento degli stipendi, è una falsità

consapevole e cosciente dire che lavoratori non hanno ricevuto il pagamento dello stipendio !
Anche sulla “definizione di alcune indennità che il CCNL prevede siano contrattate al livello aziendale”, nel tavolo del 24/12/2022 (è a verbale) fu indicato chiaramente che il tavolo aziendale per l’applicazione delle indennità è quello “regionale” (che peraltro sta già lavorando su questo argomento), e anche il nostro Comitato ha dichiarato anche nell’ultimo incontro del 29 maggio 2023 che stabiliti gli importi e le modalità di riconoscimento delle indennità a chi spettano, il Comitato si adeguerà puntualmente, ma che non farà alcuna trattativa aziendale locale a Pisa proprio perché la competenza è regionale e comunque decidere per Pisa rispetto agli altri Comitati potrebbe evidenziare una discriminazione fra lavoratori della stessa “Rete Associativa CRI” che applicano lo stesso contratto di lavoro.


Anche le criticità lamentate nella gestione dei CAS (centri di accoglienza straordinaria e non centri di accoglienza stranieri) riguardano principalmente le modalità emergenziali del servizio e la necessità di assorbire per quanto possibile criticità che potrebbero diversamente proiettarsi sul territorio. Dal 2016 lo sforzo di CRI Pisa su questo servizio è sempre stato al massimo delle possibilità e nel rispetto delle condizioni previste dal servizio e la maggior parte del personale stesso è consapevole come lo è tutta l’Associazione, del grande sforzo profuso dalla maggior parte del personale e dell’amministrazione che pur deve far fronte con le problematiche legate all’emergenzialità del servizio ed alla difficoltà di reperire fornitori disposti ad anticipare prodotti e servizi sapendo di poter incassare quanto dovuto con ritardo (alcuni fornitori non sono strutturati per sopportare oltre misura questo aggravio ed interrompono o rinviano le disponibilità).


La situazione di bilancio consuntivo 2022, deliberata ieri dall’Assemblea, riporta la gestione in equilibrio con una chiusura positiva di +6.638 €., con un andamento in costante miglioramento.
La CRI di Pisa, che proveniva da una stagione di bilanci positivi e virtuosi dal 2014 al 2019, nei due bilanci 2020 e 2021 ha complessivamente maturato una perdita di 1.025.000 circa, che la ha costretta a dover dismettere patrimonio immobiliare per quasi 1.200.000 €., scelta consapevole e voluta e assunta all’unanimità dall’Assemblea dei Soci CRI di Pisa e i cui effetti saranno sul
bilancio 2023.

Nella Assemblea dei Soci CRI di Pisa di ieri sera, è stata confermata all’unanimità la fiducia al Presidente ed al Consiglio, ed è stata data infine indicazione di voler valutare l’opportunità di adire le vie legali per false dichiarazioni che possano compromettere la credibilità e l’immagine dell’Associazione, dalle quali la CRI trova sostegno nelle attività di Fund Raising e sostegno a progetti sociali. Il danno potrebbe rivelarsi importante e l’Associazione deve comunque essere tutelata.


Pisa, 27 giugno 2023 CROCE ROSSA ITALIANA Comitato di Pisa
Il Presidente

 


29 giugno 2023 Cgil insiste nello scontro con Croce Rossa Pisa: "Confermiamo la mobilitazione"
Il sindacato Fp Cgil torna all'attacco dopo la risposta del presidente Cerrai, definita come una "deludente conferma di affermazioni trite e ritrite".

contenuti della nota con la quale il Presidente del CP della Croce Rossa di Pisa risponde al sindacato sono una deludente conferma di affermazioni trite e ritrite, alcune delle quali neanche aderenti al tavolo di trattativa, ma sopratutto fuorvianti rispetto ai problemi oggettivi e concreti posti dalla delegazione sindacale". Fp Cgil Pisa risponde polemica alle spiegazioni fornite dal presidente del comitato pisano Antonio Cerrai, dopo l'annuncio dello stato di agitazione dei lavoratori.

"Una posizione esclusivamente difensiva ed auto assolutoria - viene definita quella del rappresentante dal sindacato - che si tenta di supportare elencando le avversità di ordine finanziario che si sono abbattute sul Comitato di Pisa e che nessuno ovviamente disconosce, ma che certo non possono giustificare la mancanza di risposte ai lavoratori ed alle lavoratrici, che chiedono solo il rispetto di quanto prevede il contratto nazionale di lavoro e quindi in buona sostanza dei diritti. Nel comunicato del Presidente ravvisiamo piuttosto uno stato confusionale, motivo per cui si citano documenti nei quali assolutamente non è fatto riferimento alle materie oggi in discussione".

"Non meno preoccupante - è il punto più preciso in ambito di confronto - il tentativo di spostare la trattativa ad un tavolo Regionale, che non esiste, pensando così di sfuggire all’autonomia della contrattazione aziendale, sancita e riconosciuta dal Ccnl sottoscritto anche dall’associazione. Una situazione imbarazzante, che denota una grave carenza di competenze in ordine alla contrattazione, ma anche il bieco tentativo di sottrarsi alle proprie responsabilità. Una posizione d’intransigenza verso i lavoratori davvero incomprensibile e dissonante con i principi ed i valori fondanti dell’associazione. Pur confermando la mobilitazione del personale, auspicheremo in un serio e proficuo ravvedimento dell’associazione".
Fonte: pisatoday

 


28 Giugno 2023 Bandiere rosse e Croce Rossa
La situazione dei lavoratori della Croce Rossa di Pisa non è ancora risolta. La CGIL – FP contesta le affermazioni del Presidente Cerrai. Una nota pesantissima è uscita dagli uffici sindacali e fa pensare ad una guerra già iniziata. In mezzo le famiglie di ottanta lavoratori. Per chi conosce la CRI si tratta di un film già visto.

La situazione dei lavoratori della Croce Rossa di Pisa non è ancora risolta. La CGIL – FP contesta le affermazioni del Presidente Cerrai. Una nota pesantissima è uscita dagli uffici sindacali e fa pensare ad una guerra già iniziata. In mezzo le famiglie di ottanta lavoratori. Per chi conosce la CRI si tratta di un film già visto.
E’ durissimo il comunicato a firma FP – CGIL Pisa e RSA CP CRI Pisa. Si contesta la risposta del Presidente Cerrai e si replica senza eufemismi né mezze parole. Le affermazioni di Cerrai, secondo i Sindacati, sono trite e ritrite e nemmeno aderenti alle piattaforme sindacali, tendenti a distogliere l’attenzione di tutti da quelli che sono i veri problemi sui quali la trattativa deve svilupparsi.

La posizione di Cerrai, sempre secondo i sindacati, è autoassolutoria e tendente a riversare le colpe della cattiva gestione esclusivamente a questioni di ritardi nei pagamenti che devono pervenire dalla Prefettura. Si citano documenti che con la trattativa in questione non c’entrano nulla. La CGIL è preoccupata perché si tende a spostare la trattativa ed il suo successivo regolamento su un tavolo regionale che, a detta del Sindacato, non è stato né convocato né aperto, insomma non esiste proprio.

Sarebbe sintomatico, questo atteggiamento, di scarsa dimestichezza con l’attività sindacale e comunque un modo abbastanza banale per sottrarsi alle proprie responsabilità. Il Sindacato fa notare anche che la posizione intransigente del presidente di CRI Pisa è in contrasto con i Principi e Valori di quel nobile consesso che lo stesso presidente si impegna a rappresentare, auspicando un repentino cambio di fronte e di intenzioni, anche e soprattutto nell’interesse dei lavoratori e degli ospiti del centro di accoglienza per migranti.

Una soluzione a questa vertenza è quindi ancora distante e piena di difficoltà. Bisognerà avere ancora molta pazienza.

Fonte: degni.it

 


27 giugno 2023 Il modello sbagliato
I dipendenti ed i collaboratori della Croce Rossa Italiana di Pisa sono in stato di agitazione. Secondo CGIL – FP sono circa 80 persone che chiedono il regolare pagamento delle retribuzioni ed il rispetto del contratto collettivo di riferimento. Il presidente del Comitato di Pisa Antonio Cerrai smorza gli animi

I dipendenti ed i collaboratori della Croce Rossa Italiana di Pisa sono in stato di agitazione. Secondo CGIL – FP sono circa 80 persone che chiedono il regolare pagamento delle retribuzioni ed il rispetto del contratto collettivo di riferimento. Il presidente del Comitato di Pisa Antonio Cerrai smorza gli animi
Gia dallo scorso marzo le attività in appalto del Comitato CRI di Pisa erano finite sotto i riflettori. Allora Antonio Cerrai parlava di congiuntura e collegava le difficoltà finanziarie del Comitato alla necessità di tagliare dieci posti di lavoro. Alla fine del 2022 dieci lavoratori erano rimasti a casa con conseguente contrazione dei servizi di soccorso e trasporto in ambulanza e di assistenza a pagamento alle manifestazioni, comprese quelle sportive. Cerrai parlava di aumento dei costi, tra i quali i carburanti, e della difficoltà di ripresa dopo lo stop imposto dalla pandemia uniti alla inadeguatezza dei rimborsi concessi dalla regione Toscana, fermi da dieci anni.

Passa qualche mese ed il problema si ripresenta. I circa 80 tra dipendenti e collaboratori del Comitato, impegnati nelle attività di accoglienza incluse nel piano nazionale sulle migrazioni, hanno iniziato ad alzare la voce e per farlo si sono rivolti ai sindacati. In prima fila c’è la CGIL-FP di Pisa che ho sentito stamattina. Il racconto è sempre lo stesso, mi parlano di stipendi pagati oltre i limiti temporali imposti dalla legge e dai contratti, retribuzioni non conformi a quelle stabilite dalla contrattazione nazionale, mezzi senza manutenzione, contrattazione integrativa non rispettata.

La questione, sempre secondo CGIL, era stata già sollevata lo scorso anno ed era stato aperto un tavolo di confronto con il Comitato CRI di Pisa anche intorno alle criticità organizzative, superando i continui rinvii proposti da Cerrai. Ultimo incontro il 29 maggio dove i lavoratori hanno incassato solo promesse e risposte parziali con impegno ad ottenere risposte concrete nei successivi dieci giorni. Per il Sindacato il comportamento di CRI è inaffidabile e non rispettoso dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali.

Il Comitato CRI di Pisa ha accumulato negli scorsi esercizi finanziari ingenti perdite, ripianate con la dismissione di parte del suo patrimonio immobiliare. Cerrai ha però confermato il buon andamento dei conti del sodalizio e per quanto riguarda le voci mancanti ai lavoratori in busta paga ha detto che “stabiliti gli importi e le modalità di riconoscimento delle indennità a chi spettano, il Comitato si adeguerà puntualmente, ma che non farà alcuna trattativa aziendale locale a Pisa proprio perché la competenza è regionale e comunque decidere per Pisa rispetto agli altri Comitati potrebbe evidenziare una discriminazione fra lavoratori della stessa ‘Rete Associativa Cri’ che applicano lo stesso contratto di lavoro”.

Non ci resta che attendere gli sviluppi di una questione che non è soltanto locale o Toscana. E’ proprio il modello finanziario, unito ad una parzializzazione dei controlli e delle verifiche di sostenibilità una volta più stringenti, che mette in prima linea Presidenti che non hanno alcuna competenza imprenditoriale e che si trovano a gestire contratti complessi, maestranze con esigenze sempre maggiori e situazioni contingenti ad alto rischio attraverso modelli aziendali inadeguati e tanta, tanta improvvisazione.

In altre condizioni è bastato un avviso legale di diffida a pagare per far commissariare i Comitati e defenestrare i Presidenti, da altre parti si è chiuso gli occhi ed atteso il botto, un esempio su tutti quello di Como dove il disallineamento dei conti era noto a tutti meno ai fornitori che continuavano a somministrare i loro beni e servizi. In questa fase storica di elevata complessità si utilizza un modello aziendale inadeguato e si mettono soggetti che non hanno esperienza manageriale a gestire contratti di appalto dove i controlli sono rigorosi e stringenti. Qualcuno racconta a microfoni spenti di un decremento delle rimesse da parte della Prefettura di Pisa per la non rispondenza dei servizi e delle strutture a quanto concordato in sede di accordo ma sono voci, utili però a far comprendere come l’appalto di servizi non dovrà più essere considerato da Croce Rossa Italiana un mezzo di finanziamento ma piuttosto un modo per far penetrare nelle Comunità l’azione umanitaria portata dalla più grande associazione di volontariato italiana. Gestire un Comitato come si potrebbe gestire una pizzeria o uno stabilimento balneare è un modello sbagliato che ha un effetto leva assolutamente distruttivo. Da non trascurare sarà poi la conseguenza per la vulnerabilità elevatissima dei lavoratori impiegati nell’appalto e per le loro famiglie. Il paradosso secondo il quale Croce Rossa cercando di riparare alcune vulnerabilità ne creerebbe sempre altre è quanto mai attuale.

Fonte: degni.it

 


27 Giugno "Assunzioni regolari e stipendi sempre pagati": la risposta di Cri Pisa ai sindacati
Il presidente del comitato di Pisa Antonio Cerrai replica all'annuncio dello stato di agitazione lanciato da Fp Cgil

Il Comitato di Pisa della Croce Rossa Italiana, con il presidente Antonio Cerrai, ribatte ai sindacati che hanno denunciato criticità nell'applicazione del contratto nazionale e sul pagamento degli stipendi. Nella nota, prima di rispondere punto per punto, si ripercorrono anche le tappe di diritto che hanno portato l'attuale soggetto di diritto privato ad assumere i propri dipendenti con il Ccnl Anpas nel 2014, passato poi nel 2022 al Ccnl Cri. L'ente ricorda anche le difficoltà finanziare legate agli ultimi anni di emergenze, ricordando i dati del bilancio: "La situazione di bilancio consuntivo 2022, deliberata ieri dall'Assemblea, riporta la gestione in equilibrio con una chiusura positiva di +6.638 euro, con un andamento in costante miglioramento. La Cri di Pisa, che proveniva da una stagione di bilanci positivi e virtuosi dal 2014 al 2019, nei due bilanci 2020 e 2021 ha complessivamente maturato una perdita di 1.025.000 circa, che la ha costretta a dover dismettere patrimonio immobiliare per quasi 1.200.000 euro, scelta consapevole e voluta e assunta all’unanimità dall’Assemblea dei Soci Cri di Pisa e i cui effetti saranno sul
bilancio 2023".

"Essere tacciati per coloro che violano il rispetto e la corretta applicazione del contratto nazionale di lavoro e dei contratti aziendali non lo accettiamo!", scrive il presidente Cerrai: "Le assunzioni sono regolari e conformi da sempre e basate oggi su selezione per curriculum e colloquio, dando prelazione al ricollocamento proprio al personale interno. Questo ha favorito anche il ricollocamento degli esuberi senza procedere finora ad alcuna procedura di licenziamento. I problemi derivanti dalla carenza di liquidità (si fanno servizi sempre più impegnativi, quindi si spende molto nell’immediatezza per avere il rimborso dopo almeno 60 giorni, ma per alcune convenzioni abbiamo atteso il saldo fatture a oltre 1.100 giorni da parte di una P.A., quindi oltre tre anni), hanno imposto a questo Comitato Cri di dover ricorrere alla richiesta di importanti anticipazioni bancarie sulle fatture emesse (sulle quali tutti gli oneri gravano anch’essi sul bilancio associativo) per onorare il pagamento mensile senza mai mancare la corresponsione dello stipendio. Siamo 'colpevoli' di aver ricevuto magari qualche volta con 2-3 giorni di ritardo l’accredito delle somme dai nostri debitori, ma mai abbiamo mancato il pagamento degli stipendi, è una falsità consapevole e cosciente dire che lavoratori non hanno ricevuto il pagamento dello stipendio!".

Anche sulla "definizione di alcune indennità che il Ccnl prevede siano contrattate al livello aziendale", la risposta è che "nel tavolo del 24/12/2022 (è a verbale) fu indicato chiaramente che il tavolo aziendale per l’applicazione delle indennità è quello 'regionale' (che peraltro sta già lavorando su questo argomento), e anche il nostro Comitato ha dichiarato anche nell’ultimo incontro del 29 maggio 2023 che stabiliti gli importi e le modalità di riconoscimento delle indennità a chi spettano, il Comitato si adeguerà puntualmente, ma che non farà alcuna trattativa aziendale locale a Pisa proprio perché la competenza è regionale e comunque decidere per Pisa rispetto agli altri Comitati potrebbe evidenziare una discriminazione fra lavoratori della stessa 'Rete Associativa Cri' che applicano lo stesso contratto di lavoro".

Fonte: pisatoday


27 giugno 2023 Croce Rossa di Pisa, lavoratori sul piede di guerra: verso lo stato di agitazione
I lavoratori rivendicano l'applicazione del contratto nazionale e dei contratti aziendali, oltre alla risoluzione di alcune criticità organizzative

I lavoratori e lavoratrici della Croce Rossa di Pisa alzano la voce per chiedere la risoluzione di alcune problematiche nell'organizzazione dell'attività e l'applicazione del contratto nazionale di lavoro.

"Dallo scorso 2022, la rappresentanza sindacale aziendale (RSA) del comitato provinciale della Croce Rossa di Pisa e la FP Cgil di Pisa - sottolineano dal sindacato - hanno aperto una trattativa con l’associazione, finalizzata ad affrontare alcune criticità organizzative relative ai servizi e ai Centri accoglienza stranieri (CAS), ma in particolare il personale rivendica con forza la corretta applicazione del contratto nazionale di lavoro e dei contratti aziendali, che non può più essere soggetta a deroghe o a sistematici e continui rinvii".

"Nell’incontro del 29 maggio scorso, ci sono state risposte parziali sugli aspetti organizzativi, con l’impegno dell’associazione a dare una risposta nei successivi dieci giorni su materie fondamentali e per le quali il personale non è oltremodo disposto ad ulteriori dilazioni - proseguono dalla Rsa e dalla FP Cgil - infatti non è accettabile che il personale non abbia certezza del giorno di riscossione della retribuzione, nonostante il CCNL lo specifichi, ci sono istituti contrattuali arretrati degli anni precedenti non corrisposti, si sfugge alla definizione di alcune indennità che il CCNL prevede siano contrattate al livello aziendale. Come da 'prassi consolidata', l’associazione ha comunicato il rinvio dell’incontro di oltre un mese rispetto ai tempi convenuti, manifestando ancora una volta un comportamento inaffidabile e non rispettoso dei lavoratori e delle lavoratrici, nonché del ruolo della delegazione sindacale".

"La 'litania auto assolutiva' con la quale da sempre viene aperto ogni incontro, finalizzata ad impietosire la delegazione sindacale per le criticità di ordine economico che affliggono il terzo settore, è un rituale che ormai conosciamo bene e che non può più funzionare. Abbiamo perfettamente cognizione che purtroppo l’associazionismo sta attraversando una fase complicata per la crisi del volontariato e per il mancato adeguamento delle tariffe per i servizi socio sanitari da parte della committenza pubblica, ma il personale che ogni giorno svolge professionalmente il suo delicato lavoro deve vedere onorato il rispetto del contratto e invece sta perdendo salario".

"Di fronte ad una situazione non più tollerabile i lavoratori e le lavoratrici inizieranno pertanto una fase di mobilitazione che porterà alla dichiarazione dello stato di agitazione" concludono dal sindacato.

Fonte: pisatoday


26 Giugno 2023 Dallo scorso 2022, la rappresentanza sindacale aziendale (RSA) del comitato provinciale della Croce Rossa di Pisa e la FP CGIL di Pisa, hanno aperto una trattativa con l’Associazione, finalizzata ad affrontare alcune criticità organizzative relative ai servizi e ai Centri accoglienza stranieri (CAS), ma in particolare il personale rivendica con forza la corretta applicazione del contratto nazionale di lavoro e dei contratti aziendali, che non può più essere soggetta a deroghe o a sistematici e continui rinvii.

Nell’incontro del 29 maggio u.s, ci sono state risposte parziali sugli aspetti organizzativi, con l’impegno dell’associazione a dare una risposta nei successivi dieci giorni, su materie fondamentali e per le quali il personale non è oltremodo disposto ad ulteriori dilazioni.
Infatti non è accettabile, che il personale non abbia certezza del giorno di riscossione della retribuzione, nonostante il CCNL lo specifichi, ci sono istituti contrattuali arretrati degli anni precedenti non corrisposti, si sfugge alla definizione di alcune indennità che il CCNL prevede siano contrattate al livello aziendale.

Come da “prassi consolidata”, l’associazione ha comunicato il rinvio dell’incontro di oltre un mese rispetto ai tempi convenuti, manifestando ancora una volta, un comportamento inaffidabile e non rispettoso dei lavoratori e delle lavoratrici, nonché del ruolo della delegazione sindacale.

La “litania auto assolutiva” con la quale da sempre viene aperto ogni incontro, finalizzata ad impietosir la delegazione sindacale, per le criticità di ordine economico che affliggono il terzo settore, è un rituale che ormai conosciamo bene e che non può più funzionare.
Abbiamo perfettamente cognizione che purtroppo, l’associazionismo sta attraversando una fase complicata, per la crisi del volontariato e per il mancato adeguamento delle tariffe per i servizi socio sanitari, da parte della committenza pubblica, ma il personale che ogni giorno svolge professionalmente il suo delicato lavoro, deve vedere onorato il rispetto del contratto e invece sta perdendo salario.

Di fronte ad una situazione non più tollerabile, i lavoratori e le lavoratrici, inizieranno pertanto una fase di mobilitazione, che porterà alla dichiarazione dello stato di agitazione.

Fonte: redazione.cascinanotizie