Croce Rossa Italiana - Comitato di Pisa
 
nastro tricolore
 
Massoneria
 
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L'attività massonica a Pisa fino al periodo napoleonico
Non è facile fissare una data d'inizio del fenomeno Massoneria a Pisa; le notizie relative alla presenza dell'Ordine in città nel primo periodo della sua espansione in Italia non sono numerose, e appaiono per altro frammentate ed incerte. La presenza di massoni nell'Ateneo pisano già a partire dalla metà del secolo XVIII è cosa certa, ma mancano notizie su un'attività ordinaria di logge costituite in Pisa prima del 1801. Al momento i documenti più antichi attendibili appaiono alcune segnalazioni del Bargello, che a partire dal 14 dicembre 1801 inizia a fornire notizie sull'attività massonica cittadina. Quando alla loggia in questione iniziano a partecipare soggetti già noti come Patriotti e democratici, alcuni dei quali vicini alla cerchia del Mazzei, dei Vaccà Berlinghieril e degli altri intellettuali pisani in fama di giacobini. Il primo rapporto, datato 14 dicembre 1801 ci informa dell'esistenza in Pisa di una loggia massonica, che si riunisce presso la casa dell' Ebreo Aghib di Livorno.
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Massoneria e società segrete a Pisa
A Pisa, nel periodo napoleonico, la Massoneria non visse grandi cambiamenti, cosa che invece avvenne nelle altre città Toscane. L'esperienza bonapartista fu breve, ma provocò ovunque grandi e radicali trasformazioni. Il nuovo sistema di governo dell'impero, basato su un sistema ad amministrazione decentrata, aveva necessità di reperire funzionari locali tecnicamente preparati, e soprattutto ben radicati nel tessuto sociale. Non ci furono grandi traumi, né sostanziali revocazioni di privilegi acquisiti, e soprattutto molte nobili famiglie videro essenzialmente assegnarsi i nuovi titoli nobiliari napoleonici.

Pisa non si lasciò tentare da mode contingenti e fu per questa ragione che la Massoneria pisana fu meno investita dalla reazione popolare antimassonica che si verificò ovunque nel periodo della Restaurazione. In ogni caso la Massoneria ufficialmente si era schierata con Napoleone, ed una parte di essa che andava radicalizzando posizioni antibonapartiste, rigorosamente repubblicane e democratiche, preferì promuovere organizzazioni collaterali, vicine per ritualità e per cultura alla Massoneria, ma politicamente impegnate in prima linea.
 
I primi fermenti furono quelli carbonari, cui seguirono l'esperienza delle società degli Adelfi e dei Sublimi Maestri Perfetti, queste ultime promosse e dirette dal pisano Filippo Buonarroti ed attive in tutta Europa. Un caso a parte è l'esperienza delle società sansimoniane, che come vedremo avevano anche in Pisa una propria chiesa-tempio. Gli intrecci tra Massoneria e società segrete sono così complessi che le autorità locali sembrano non riuscire più a distinguere le diverse appartenenze; nei primi rapporti di polizia si denota una grande confusione, ma nel contempo anche una certa tranquillità per la non pericolosità del fenomeno in Toscana. Da un rapporto dell'Ispettore di polizia di Firenze del 16 novembre 1814, si legge: "Dalla Loggia dei Carbonari; setta massoniche sotto la denominazione dei Carbonari, che ha per stemma una scure ed una testa di lupo. Il di lei scopo è la distruzione dei regnanti a riserva del capo della Massoneria".
 
L'informazione non è tanto precisa sul rapporto Carboneria-Massoneria, ma testimonia il diffondersi del fenomeno. La Massoneria si era sempre mantenuta formalmente in un ambito legalista, rispettosa delle istituzioni; le nuove società segrete, anche se spesso appaiono emanazioni delle logge, sono realtà rivoluzionarie che smuovono nell'illegalità ed il cui fine è prettamente politico.
 
Anche sugli Adelfi la polizia comincia ad esercitare un controllo preventivo; ad informarci sulla setta è una nostra vecchia conoscenza, la spia Valtancoli.
"Si è dato nome di Adelf a pochi individui componenti una ristretta Associazioine che esiste in Italia. Il nome e la forma della medesima sono di origine Inglese, poiché una consimile Società è conosciutissima in Londra. Valtancoli ci informa poi che la setta è particolarmente potente e che ambisce essenzialmente all'acquisizione del potere: "Si vuole che presso ogni Gabinetto d'Italia siavi un Adelfo, o almeno un di lui fidato Agente incaricato di scoprire i segreti e parteciparli all'Associazione.
 
L'attività di polizia si limitava comunque ad una semplice sorveglianza, non risultano provvedimenti di particolare urgenza. Il governo toscano sembra imboccare la via della tolleranza e della vigilanza preventiva; d'altra parte, come nota Ciuffoletti, la sovversione in Toscana è labile e si può documentare solo a Firenze, Livorno, Pisa, Piombino e Siena. Nella rete informativa della polizia si inseriscono però anche numerosi delatori, che fanno dell'accusa di appartenenza alla Massoneria uno strumento utile a creare difficoltà su personaggi di prestigio politico. Lo stesso Cardinale Neri Corsini, insieme al principe di Carignano, si troverà negli elenchi di massoni e carbonari forniti alla polizia da collaboratori.
 
Le nuove società segrete, ricalcando quelli che erano gli aspetti istituzionali della Massoneria, si strutturano su base internazionalista. Si inizia a delineare una nuova identità culturale e politica quella di una Sinistra europea, democratica e repubblicana, e soprattutto egualitaria. Proprio sul concetto di egualitarismo si apre un grande dibattito culturale e filosofico in tutta Europa. Dalle posizioni più radical di Babeuf e Buonarroti che presentano prodromi di comunismo, al socialismo in pectore di Saint-Simon.
 
François-Nocl Babeuf e Filippo Buonarroti teorizzarono per primi un egualitarismo rivoluzionario. Babeuf venne ghigliottinato a seguito del fallimento della congiura degli Eguali: Buonarroti continuo invece la sua opera diffondendo le idee di Babeuf attraverso la rete delle sue società segrete: Sarà pero Saint-Simon a teorizzare per primo una completa riforma della società, disegnando un nuovo modello organizzativo meno statalista, in cui governare non voleva dire esercitare il potere politico sugli uomini, ma limitarsi a un'amministrazione dei beni. Le idee di Sain-Simonice basavano poi su una nuova morale "scientista" ed assumevano gli aspetti caratteristici di una vera e propria religione, una sorta di "nuovo cristianesimo pensato ed anima io dallo stesso Saint-Simon. I suoi seguaci Fondarono costuna nuova societa segreta, pseudoreligiosa, basata, come già la Massoneria, su un sistema iniziatico a tre gradi.
 
A Pisa le idee di Saint-Simon si diffusero per opera di un gruppo di giovani che diverranno per noi noti, essendo i veri animatori della vita latomistica cittadina.
Giuseppe Montanelli, insieme a Enrico Mayer e a Silvestro Centofanti nel 1832 animano una vera e propria chiesa sansimoniana, provocatoriamente fondata all'interno del Collegio di Santa Caterina. Montanelli ricorda con queste parole le motivazioni che lo spingevano nel suo impegno all'interno della setta': " dottrina siffatta dai pantani del gretto materialismo mi sollevò a più spirabile aere.
 
La dottrina cui fa riferimento il giovane Montanelli è un tentativo di conciliazione tra materialismo e spiritualismo, che cerca di realizzarsi attraverso la codifica di un socialismo cristianeggiante ispirato però anche da un culto della scienza. Montanelli si esprime in proposito con queste parole: ricomporre l'armonia tra la materia e lo spirito, l'individualità e l'associazione, la libertà e l'autorità, la conservazione e il progresso.
 
L'anno successivo, Montanelli entra nella Carboneria, radicalizzando le sue posizioni politiche; è da questo periodo che il suo nome comparirà spesso nei rapporti di polizia, segnalato come individuo politicamente pericoloso, termine che da qui in poi contraddistinguerà non pochi massoni, gli stessi che vedremo impegnati nelle prime fila dei moti risorgimentali.
 
Fermenti carbonari sono comunque attestati in Pisa già dal 1821: a quel tempo è il poeta George Byron, massone, a rendercene testimonianza. Byron era entrato in Carboneria durante il suo soggiorno in Italia, ed aveva preso parte ai moti del 1821, a seguito del fallimento dei quali si trovò a doversi rifugiare a Pisa, dove continuò comunque ad intrattenere relazioni politiche. A Livorno rincontra Shelley con il quale pubblica un periodico Liberal su cui apparvero diversi suoi scritti politici.
 
Pur essendo organizzazioni distinte, la Massoneria riconosceva i carbonari come buoni cugini; costituzioni e rituali erano simili; era stato addirittura previsto che i carbonari potessero bussare Massoneria, ottenendo il riconoscimento dei gradi acquisiti nelle alte vendite, giacché anche la Carboneria era un'organizzazione iniziatica strutturata sui gradi di Apprendista, Compagno e Maestro.
 
Questi fermenti animeranno la vita risorgimentale caratterizzata dallo sviluppo delle società mazziniane, dai dibattiti nelle sedi universitarie, dalla partecipazione di molti massoni, quali volontari alle guerre di indipendenza. Come vedremo gli studenti e i docenti pisani saranno protagonisti nella battaglia di Curtatone e Montanara. Massoni che hanno vissuto in questi anni la propria formazione nei cortili della Sapienza si contraddistingueranno come politici impegnati nelle esperienze di governo democratico, fino ad arrivare al triumvirato Montanelli-Guerrazzi-Mazzoni.
 
Fonte: Ippolito Spadafora Pisa e la massoneria Edizioni ETS
 
Ricerca storica: Roberto Marchetti