Croce Rossa Italiana - Comitato di Pisa
 
nastro tricolore
 

 

On. Gen. Francesco Villani

Presidente dal 25 agosto 1888 al 1889
Pistoia 16 giugno 1827
Marina di Pisa 23 settembre 1902
 
 
 
Biografia
 
Francesco Villani nacque in una famiglia nobile a Pistoia. Sin dalla giovane età, dimostrò un forte interesse per la carriera militare e intraprese i suoi primi studi presso il Collegio Forteguerri nella sua città natale.

Dopo aver completato i suoi studi iniziali, invece di proseguire l'istruzione all'Università di Pisa, Villani scelse di intraprendere una carriera militare.
 
Nel 1844, si arruolò come cadetto al Collegio dei cadetti, dove trascorse quattro anni per la sua formazione militare.

Il 1848 segnò un momento significativo nella sua carriera, quando partecipò alla campagna di Lombardia come sergente e si distinse nella battaglia di Curtatone. Le sue abilità militari e la dedizione al servizio lo fecero promuovere a sottotenente nel 1849.

Nello stesso anno, a Firenze, intervenne, con un reparto di Veliti,per sedare un tumulto scoppiato contro i pretoriani del dittatore Guerrazzi. Durante l'occupazione austriaca in Toscana, Villani mantenne la sua integrità e rifiutò ogni contatto con l'ufficialità straniera, schierandosi invece con i liberali.

Nel 1859, il generale Villani si unì prontamente ai rivoluzionari che lottavano contro la dinastia lorenese. In quell'anno, issò la bandiera tricolore all'entrata della caserma di cavalleria, diventando uno dei protagonisti del movimento rivoluzionario. Successivamente, con il grado di maggiore, si unì al 2° Battaglione dei Bersaglieri Toscani, che in seguito divenne parte del 17° Reggimento Bersaglieri dell'Esercito italiano.

Il generale Villani continuò a progredire nella sua carriera militare. Nel 1864, già promosso colonnello, ebbe il comando militare della zona di Girgenti, dimostrando notevole abilità nel contrastare la criminalità.

Nel 1870, si trasferì a Roma come generale comandante di brigata e in seguito avanzò ulteriormente di grado. Ricoprì incarichi anche a Bologna, dove si distinse per le sue competenze militari.

Parallelamente alla sua carriera militare, Francesco Villani intraprese una carriera politica di successo. Fu eletto deputato per due volte per il collegio della sua città natale, servendo nella XV e XVI legislatura. In Parlamento, si unì ai membri di destra e partecipò attivamente a diverse discussioni, in particolare su questioni di carattere militare.

La famiglia di Francesco Villani vantava una discendenza illustre da Giovanni, Matteo e Nicolò Villani, autori della celebre "Cronica fiorentina". Questa eredità storica e la sua formazione aristocratica contribuirono alla sua autorità e influenza in ambito politico e militare.

Nel 1882, Francesco Villani fu eletto con un forte sostegno degli elettori, ma ci furono complicazioni procedurali che ritardarono la sua proclamazione. Tuttavia, confermata la sua elezione, Villani continuò a servire come deputato e ad assolvere al suo dovere di rappresentante del popolo italiano.

Il generale Villani, oltre alla sua carriera militare e politica, era noto anche per la sua passione per la caccia e la sua esperienza in questioni agrarie, grazie alla sua proprietà terriera in una delle regioni più fertili d'Italia. Queste competenze, unite alla sua franchezza e al suo buon senso, lo resero una figura di spicco nella vita politica e militare del suo tempo.

La figura di Francesco Villani si distingue per il suo contributo alla storia italiana, in particolare nel processo di unificazione dell'Italia e nel suo impegno a favore della giustizia e del progresso nel paese. La sua carriera eclettica e il suo servizio instancabile alla nazione rimangono una parte importante della storia italiana.
 
 
Operato
 
Francesco Villani, figura di spicco nel panorama della Croce Rossa Italiana di Pisa, fu uno dei pilastri fondamentali del nuovo Sotto Comitato nato nel 1888. Con il suo impegno e la sua dedizione, contribuì in modo significativo alla crescita e allo sviluppo delle attività umanitarie e di assistenza del comitato. Grazie alla sua visione e alla sua leadership, Villani aiutò a stabilire un solido legame tra la Croce Rossa e la comunità locale, garantendo un supporto essenziale alle persone in difficoltà e promuovendo la cultura dell'assistenza e della solidarietà nella città di Pisa. La sua eredità è testimoniata dall'impatto duraturo che il Sotto Comitato della Croce Rossa Italiana ha avuto nel fornire soccorso e supporto ai bisognosi nel corso degli anni.
 
Roberto Marchetti
 
 
 
Fonti:
Cfr. A. Bruniati, Annuario Biografico Universale. Raccolta delle biografie dei più illustri contemporanei. Torino, Unione tip. ed. Torinese, 1886, vol. II, pp 438-439;
T. Sarti, Il Parlamento subalpino e nazionale. Profili e cenni biografici, ecc. Terni, Tip. de l' Industria, 1890 pp. 9060-961;
art. nec. in L'Arno, Pisa, 27 settembre 1902. E. Michel.
 
Villani annuario biografico universale. 
Archivio Biografico Italiano
 
Scrissero di Francesco Villani: 
Il Caffè del 19 marzo 1886. Milano. (Ripr. al n. 1).
La a Nazione " di Firenze, marzo 1886.
L' Amico del Popolo » di Pistoia,.id.," ecc. 
 

Ricerca storica: Roberto Marchetti

 

 

 

 

 

 

Siluet

Prof. F. Nanetto

Presidente dal 1925 al 7 febbraio 1931

 

work progress


 

1925
  • Presidente della C.R.I. di Pisa viene nominato il Prof. F. Nanetto. Resterà in carica fino al 7 febbraio 1931
 
1928
17 novembre 
  • Viene nominata Ispettrice delle II.W di Pisa Dina Centoni.
 
1930
12 febbraio
  • In base al R.D.L. n. 315 in G.U. 28 febbraio 1930 n. 49, la C.R.I. può subentrare nelle associazioni di assistenza non ancora erette in Corpo Morale.

 


 

Ricerca storica: Roberto Marchetti

 

 

 

 

 

 Pietro Feroci
Foto: rielaborazione dall'originale
Fonte: Toscana Oggi del 14 ottobre 2018

 

Col. Gr. Uff. Pietro Feroci

Presidente dal 7 febbraio 1931 al 30 luglio 1935

 

Pietro Feroci: Un Uomo di Grande Impegno e Successo
Nato a Pisa il 17 gennaio 1866, Pietro Feroci si distinse come una figura di spicco nella sfera militare, imprenditoriale e sociale della sua epoca. Figlio di Luigi e Teresa Petrini, Feroci sposò Lavinia Paoli e si guadagnò una reputazione di uomo d'affari di successo nel settore alberghiero.

Proprietario degli Alberghi Nettuno a Pisa e degli Alberghi Excelsior e Vittoria a Viareggio, Feroci ebbe una visione imprenditoriale avvincente che lo portò a raggiungere altezze significative nel mondo degli affari. Tuttavia, la sua influenza si estese ben oltre i confini delle sue imprese.

La sua carriera militare fu altrettanto impressionante. Appartenente al Distretto Militare di Lucca, Feroci ottenne il prestigioso grado di Tenente di Cavalleria nel Reggimento Savoia Cavalleria grazie a un Regio Decreto datato 4 marzo 1906. Questo riconoscimento testimonia il suo impegno e la sua abilità nel campo militare.

Ma Feroci non si limitò alle sue imprese imprenditoriali e militari; la sua dedizione alla comunità fu altrettanto evidente. Dal 1921 al 1925, rivestì la carica di Governatore della Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Pisa, dimostrando così un profondo impegno nelle attività caritative e di assistenza. Il suo contributo al benessere della comunità fu notevole.
Inoltre, Feroci giocò un ruolo di rilievo come Presidente dell'Automobile Club Italia (ACI) di Pisa, mostrando un vivace interesse nel settore automobilistico e nelle attività culturali ad esso connesse.

La vita e le attività di Pietro Feroci testimoniano un individuo di grande dedizione e successo in vari ambiti della vita. Il suo impatto sul progresso e sul benessere della sua comunità continua a essere ricordato e apprezzato ancora oggi.

Roberto Marchetti

 

 


 

931
7 febbraio
  • Il G. Uff. Pietro Feroci è nominato Presidente C.R.I. di Pisa. Resterà in carica fino al 30 luglio 1935.
1934
  • Lo stato italiano costituisce l'U.N.P.A. che dovrà integrare l'azione degli organi statali preposti alla protezione antiaerea.

 


 

Ricerca storica: Roberto Marchetti

 

 

 

 

 

 

 

 

Siluet

Avv. G. Brunori

Vice Presidente reggente dal 28 giugno 1949 al 20 novembre 1949

 

work progress


 

1949
28 giugno
  • Muore il Presidente della C.R.I. di Pisa Prof. Vincenzo Rossi.
Luglio
  • Viene nominato Presidente (Reggente) della C.R.I. di Pisa l'Avv. G. Brunori.

 

Ricerca storica: Roberto Marchetti

 

 

 

 

 

Renato Tortorella 1

Dot. Avv. Tortorella Renato

Presidente dal 10-09-1975 al 10-01-1998
 
 
Nato a Tricase (LE) il 23 febbraio 1922
Morto a Pisa il 24 gennaio 2014

Tortorella Renato figlio di Romeo e Adele Inguscio, laureato in Giurisprudenza all’Università di Pisa il 27 luglio 1943.

Assistente volontario presso le cattedre di Istituzione di diritto privato e Diritto processuale civile dell’Università di Pisa dal 1948 al 1951;

Laureatosi in Giurisprudenza, con il massimo dei voti, a soli 23 anni, presso l’Università di Pisa, ha prestato servizio per quattro anni come assistente volontario alle cattedre di Diritto commerciale e di Diritto Processuale Civile. È autore di varie pubblicazioni e scritti di diritto urbanistico, amministrativo e processuale amministrativo. Insignito del Cavalierato di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica. È stato Presidente della Associazione degli Amici della Musica di Pisa e dell’Automobile Club di Pisa.

Dal 1974 al 1997 è stato Presidente del Comitato Provinciale di Pisa della Croce Rossa Italiana, ricevendone Diploma di Benemerenza, con medaglia d’oro. E, dal 1967, socio del Lions Club di Pisa, di cui è stato presidente, vice governatore e delegato del governatore per il Distretto della Toscana, Lazio, Umbria e Sardegna.

Renato Tortorella lascia la moglie Anna Maria Salsa e i figli Daniela e Fabrizio e ben sette nipoti.

Il figlio Fabrizio ha proseguito l’attività forense e così ricorda il padre: «Era uno degli avvocati più noti e stimati del Foro pisano, universalmente apprezzato per le sue doti di onestà e correttezza, oltre che per le straordinarie capacità professionali. Uomo dalla profonda cultura e umanità è stato maestro di generazioni di giovani poi divenuti stimati colleghi che gli hanno sempre dimostrato profonda gratitudine».

Fonte Il Tirreno

 


 

1975
10 settembre
  • Il Cav. Gr. Croce Avv. Renato Tortorella subentra, quale Presidente C.R.I. di Pisa, all'Avv. Supino. Resterà in carica fino al 10 gennaio 1998.
31 dicembre
  • Viene nominata Ispettrice delle II.VV. di Pisa Nicoletta Ciangherotti.
 
1976
6 aprile
  • Al Cinema Astra di Pisa anteprima del film "II gabbiano Jonathan". L'incasso viene devoluto alla C.R.I.
6 maggio
  • Terremoto del Friuli. La C.R.I. pisana invia tramite un aereo militare oltre 200 coperte, viveri e vestiario; viene anche raccolta la somma di L. 4.909.250 per i terremotati.
16 ottobre
  • Visita di Donna Vittoria Leone Presidente Onoraria del Comitato Nazionale Femminile alla C.R.I. di Pisa.
 
1977
15 gennaio
  • Organizzato dalla C.R.I. di Scandicci (FI) si svolge nell'Aula Grande del Comune il "1° Convegno Nazionale dei VV.d.S.". Intervengono: II Presidente Nazionale della C.R.I. Prof. Carlo Masini, il Dott. Massimo Barra, il Dotti Francesco Caponi, nonché i rappresentanti dei vari Comitati e Sottocomitati d'Italia.
30 ottobre
  • Viene nominata Ispettrice delle Il.VV. della C.R.I. di Pisa Letizia Del Punta da Cascina.
 
1979
29 settembre
  • Terremoto in Val Nerina.
 
1980
23 novembre
  • Terremoto in Campania e Basilicata (oltre 6.000 vittime) la C.R.I. di Uliveto Terme invia dei VV.d.S. Alla I.V. Franca Giannini, della C.R.I. di Pisa, viene conferito il Diploma di Benemerenza con medaglia, per il servizio di assistenza.
  • La C.R.I. di Pisa e i Sottocomitati della provincia raccolgono ed inviano vestiario, viveri e denaro per i terremotati.
 
1982
7 aprile
  • Parte dall'Aereoporto di Pisa l'Ospedale da Campo dell'E.I. per Beirut; viene inviato in Libano nell'ambito della Forza Multinazionale di Pace. L'attività del personale medico e paramedico sarà coadiuvata dall'alternarsi di 130 II.VV della C.R.I. L'Ospedale opererà fino al 26.02.1984. Alla I.V. Franca Giannini di Pisa viene conferita la Medaglia di Bronzo per il servizio prestato in Libano.
 
1984
agosto
  • Su progetto del Dott. Francesco Caponi (Ispettore Regionale V.d.S.) la Croce Rossa della Regione Toscana istituisce, durante il periodo estivo, un posto di pronto soccorso nell'Isola del Giglio (rimarrà attivo fino al 1987).
10 dicembre
  • Si conclude il 1 ° corso per Volontari del Soccorso C.R.I. a Pisa e viene istituito il Gruppo Volontari del Soccorso. Commissario del Gruppo VV.d.S. è il Sig. Franco Antonioli. Degli 11 volontari fondatori del Gruppo fa parte il Geom. Antonio Cerrai, che sarà eletto pochi mesi dopo Ispettore del Gruppo VV.d.S.
 
1985
aprile
  • Il Comitato Provinciale C.R.I. di Pisa tramite il nuovo Gruppo VV.d.S. riattiva, dopo molti anni, il Servizio Sanitario con autoambulanza, utilizzando una FIAT 238 a tetto basso ottenuta in prestito dal Sottocomitato C.R.I. di San Giovanni alla Vena.
23 ottobre
  • Durante l'esercitazione "PROTEX 85" (Livorno-Pisa), organizzata dalla Regione Militare Tosco-Emiliana nella quale partecipano le II.VV di Pisa e l' 86° G.S.M.L. delI'VIII centro di Mobilitazione C.R.I. di Firenze , il treno ospedale C.R.I n°5 viene fatto sostare per tre giorni in un binario della Darsena di Pisa.
 
1986
22 novembre
  • Inaugurazione del Museo della Croce Rossa Italiana a Campomorone (GE).
 
1987
5 settembre
  • La C.R.I. di Pisa partecipa alla festa di volontariato della di volontariato della Croce Rossa indetta dal Sottocomitato C.R.I. di "Val di Magra" S. Stefano Magra (SP)
6 settembre
  • La C.R.I. di Pisa partecipa all'esercitazione "Sisma 87" che si svolge a Quarrata (PT)
15 ottobre
  • Le II.VV. di Pisa partecipano all'esercitazione "Prorex "87" con l' VIII Centro di Mobilitazione e la R.M.T.E
6-8 novembre
  • Su progetto del Dott. Francesco Caponi e grazie ai fondi (L. 2.800.000) stanziati dal Sig. Alberto Perazzotti Presidente della C.R.I. di Scandicci-Le Signe, si svolge a Follonica (GR) il 1° Campo Addestrativo Regionale di protezione civile. Le unità di Pisa e di Follonica per organizzare il tutto s'impegnano per circa un mese. l'organizzazione viene coordinata dal Responsabile di Protezione Civile della Toscana Dott. Marco Pisani, dall' Ispettore Provinciale di Grosseto Alessandro Agostini, dall'Ispettore provinciale di Pisa Geom. Antonio Cerrai.
  • Le unità CRI intervenute: Comitati di Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Pisa e Siena;
  • Sottocomitati di: Bagni di Lucca (LU), Casciana Terme (PI), Castiglione della Pescaia (GR), Donoratico (LI), Fauglia (PI), Follonica (GR), Fucecchio (FI), Quarrata (PT), Ravi (GR), Rignano sull'Amo (FI), San Frediano a Settimo (PI), San Vincenzo (LI), Scandicci-Le Signe (Fi), Venturina (LI), Versilia-Viareggio (LU).
  • Le II.VV. di Pisa partecipano all'esercitazione di P.C. presso il C.O.D.A.M. di Marina di Massa. 
 
1988
12 febbraio
  • Con Decreto Ministeriale (G.U. N° 132 del 7 giugno 1988) "Affidamento all’Associazione Italiana Croce Rossa del servizio di Pronto Soccorso Sanitario negli aeroporti civili ed in quelli aperti al traffico civile direttamente gestiti dallo Stato".
1 aprile
  • La C.R.I. di Pisa inizia il servizio di Pronto Soccorso Sanitario presso Aeroporto civile "Galileo Galilei".
15 giugno
  • Nella ricorrenza dell'80° anniversario dell'Istituzione del Corpo Infermiere Volontarie le II.VV. di Pisa, predispongono in Piazza del Duomo una roulotte sulla quale misurano gratuitamente la pressione ai cittadini.
  • La C.R.I. Pisa acquista un battello pneumatico Eurovinil con seguenti caratteristiche: 
    • Misure 4,10x 1,90
    • Portata 4 persone
    • Motore fuoribordo Evinrude 25 HxP 521 c.c.
    • Dotato di barella Toboga, Radio VHF, Sirena e lampeggiatore.
8 novembre
  • Le II.VV. di Pisa partecipano all'esercitazione "Emilia '88" (comune di Felino (PR) con l' VIII Centro di Mobilitazione e la R.M.T.E. 
 
1989
22-25 aprile
  • La C.R.I. di Pisa organizza ed ospita la prima esercitazione regionale di P.C. C.R.I. Il campo è allestito nel parcheggio antistante gli impianti sportivi de "La Fontina" a Pisa in località S. Cataldo. L'esercitazione si articola in quattro giorni di intensa attività che vede simulazioni in varie zone della città. All'esercitazione partecipano oltre ai vari Comitati C.R.I. della Toscana , il Gruppo di Chirurgia d'Urgenza dell'ospedale S. Chiara di Pisa, il Gruppo Ultraleggero "C. D'Ascanio", un elicottero della Polizia di Stato, la 46^ Brigata Aerea di Pisa, i Vigili del Fuoco.
22-24 settembre
  • Durante la visita del Santo Padre Giovanni Paolo II, la C.R.I. organizza e coordina un massiccio Servizio Sanitario, fornendo anche l'autoambulanza privata con medico a bordo per Sua Santità nella notte del 22/23 settembre in Piazza dell'Arcivescovado presso il Palazzo Arcivescovile, dove alloggia il Papa. Nel tardo pomeriggio del 22, nella Cattedrale del Duomo di Pisa Sua Santità "riceve, in udienza privata, l'Ispettrice II.VV Sorella Letizia Da Cina e l' Ispettore VV.d.S. Geom. Antonio Cerrai unitamente ad altre Autorità Civili e Militari. Durante la Messa al campo celebrata da Sua Santità in Piazza del Duomo nel pomeriggio del 24 settembre di fronte a migliaia di fedeli, compresi anziani e disabili, la C.R.I. di Pisa organizza una Sala Operativa Mobile su un proprio autobus per il coordinamento, con radio VHF portatili, delle autoambulanze e delle Squadre Sanitarie in servizio nei settori della platea. La C.R.I. organizza inoltre un ospedale da campo nella retrostante Piazza Cocco Griffi, presso la quale vengono soccorsi cittadini prevalentemente colpiti da insolazione o per escoriazioni da caduta. Dal Presidio Medico avanzato C.R.I. i pazienti vengono poi ricoverati presso il vicino Ospedale Santa Chiara.
3 ottobre
  • Le II.VV. di Pisa partecipano all'esercitazione "Ex Toscana '89" con l' VIII Centro di Mobilitazione e la R.M.T.E.
16-26 dicembre
  • Romania, sollevazione popolare contro il regime di Nicolae Ceausescu.
  • II Comitato Provinciale C.R.I. costituisce la Sede Operativa C.R.I. ed Autoparco Provinciale di Pisa in via Pietrasantina 161/A .
 
1990
 
1 gennaio
  • Viene acquisito in affitto un capannone industriale dismesso situato in via Pietrasantina 161/A da adibire ad "Autoparco Provinciale della C.R.I. di Pisa". l'immobile sarà ristrutturato in economia, a cura dei Volontari C.R.I..
  • Viene acqisito inoltre in comodato d'uso gratuito dal Comune di Pisa un adiacente terreno comunale, da livellare ed utilizzare a parcheggio delle ambulanze e dei veicoli di protezione civile.
 
8 gennaio
  • In collaborazione con la Marina Militare Italiana e la Protezione Civile, la C.R.I. invia in Romania, tramite la nave S. Marco, un carico di 800 tonnellate tra medicinali, viveri e vestiario. Sulla nave sono imbarcati anche 27 volontari (Corpo Militare, II.VV., VV.d.S.), porto di sbarco Costanza.
1 febbraio
  • Ha inizio presso la C.R.I. di Pisa il 5° corso per II.VV.
10 febbraio
  • Viene nominata Vice Ispettrice delle II.VV. della C.R.I. di Pisa Gina Brogi Bargagna.
22 aprile
  • Viene inaugurata la nuova sede della C.R.l. di Casciana Terme (una delle più funzionali della Toscana, valore commerciale 600.000 milioni c.a.) e viene intitolata una via ad Henry Dunant.
  • Ricevuti dal Presidente Cav. Uff. Lidamo Ciurli, intervengono il Commissario Generale della C.R.l. Dott. Luigi Giannico, il Prefetto di Pisa Dr. Marino, il Sindaco Dino Poggi, il Presidente di Pisa Avv. Renato Tortorella e l' Ispettore Provinciale dei VV.d.S. Geom. Antonio Cerrai. Sono presenti i rappresentanti dei Sottocomitati di Canneto, Fauglia, Pontedera e San Frediano a Settimo. Durante la manifestazione, sfilata del Gruppo Storico Sbandieratori e Balestrieri di Volterra, nel pomeriggio concerto nella Chiesa Parrocchiale della banda dell' Aeronautica Militare.
30 maggio
  • Muore, a seguito di una grave malattia, l'Ispettore Provinciale delle Il.VV. di Pisa Sorella Letizia Da Cascina Del Punta Cristiani. Sarà sostituita nell' incarico dalla Sorella Gina Brogi Bargagna, già Vice Ispettrice Provinciale Il.VV. di Pisa.
15-22 settembre
  • Nella provincia di Pescara si svolge l'Esercìtazìone Nazionale di Protezione Civile dei Volontari del Soccorso C.R.I. I Volontari della C.R.I. di Pisa partecipano con vari automezzi fra cui un autobus FIAT 306 adibito a sala operativa mobile ed un autocarro FIAT ACP 70. Il campo N° 5 al quale partecipa la C.R.I. della Toscana è allestito presso il campo sportivo di Tocco da Casauria (PE).
19-20 ottobre
  • I Volontari della C.R.I. di Pisa partecipano alla Esercitazione di Protezione Civile interforze denominata "Europa 90" a Civitavecchia (RM) alla presenza del Presidente della Repubblica. Presso il campo allestito all' interno di una caserma militare di Civitavecchia, il Presidente della Repubblica visita la Sala Operativa Mobile della C.R.I. allestita su un autobus FIAT 306 ed elogia l'operatività del mezzo, allestito interamente dal personale volontario della C.R.I. di Pisa.
  • Nella rada di Livorno il traghetto "Moby Prince" della Moby Lines si schianta contro la Petroliera "Abruzzo" dell'AGIP. Dei 141 uomini dell'equipaggio del "Mobv Prince" si salva solo un mozzo, gli altri muoiono nell'incendio. Nei giorni dopo la sciagura, il personale della C.R.l. di Pisa accoglie e sostiene psicologicamente i familiari delle vittime che vengono accompagnati dall'aeroporto di Pisa a Livorno.
 
1991
Giugno - luglio
  • Migliaia di profughi albanesi sbarcano in Italia.
  • La C.R.l. pisana inizia l'opera di assistenza ai profughi albanesi giunti nella provincia con il personale del VIll Centro di Mobilitazione C.R.l.
7 ottobre
  • Le II.VV. di Pisa partecipano all'esercitazione "Siena '91", organizzata dalla R.M.T.E., presso l'aeroporto di Ampugnano (SI).
18 dicembre
  • Parte da Bari per Durazzo (Albania) la 1^ aliquota del Contingente Italiano "Pellicano", composta da 794 uomini e 6 II.VV.
 
1992
12 maggio
  • Nasce alla C.R.I. di Pisa il "Nucleo Sommozzatori", formato da 10 VV.d.s. con brevetto PADI.
19 maggio
  • In Italia giungono numerosi profughi della Bosnia-Erzegovina. Alla Caserma Mameli della Polizia Stato in via S Francesco a Pisa, vengono ospitati quelli provenienti dai campi di prima accoglienza di Catania. La C.R.I. di Pisa con Volontari del Soccorso ed Infermiere Volontarie svolge il compito di assistenza socio-sanitaria ai profughi durante la loro permanenza presso la caserma P.S. e successivamente trasporta i detti profughi presso vari comuni della provincia di Pisa, utilizzando un proprio autobus accompagnato da un' autoambulanza di soccorso.
1 agosto
  • II Pronto Soccorso Aeroportuale C.R.I. gestito da Pisa, è incrementato da 10 a 15 medici.
 
1993
Febbraio
  • La  I.V. di Pisa Franca Giannini parte per l'Albania per prestare servizio a Valona.
26 aprile
  • I Volontari della C.R..I. di Pisa Partecipano all'esercitazione di Protezione Civile denominata "Emervol3" che si svolge ad Alessandria.
Settembre
  • Nei boschi dì Calci divampa un furioso incendio, tra i numerosi volontari si distinguono 6 VV.d.S. della C.R.I. di Pisa.
29-31 ottobre
  • Si svolge a Casciana Terme l'esercitazione provinciale "Emervol Pisa '93", coordinata dall'Ispettore Regionale dei VV.d.S. Geom. Antonio Cerrai, Partecipano le unità C.R.I. di Casciana Terme, Fauglia, Montecatini Val di Cecina, Pisa e San Frediano a Settimo.
 
1994
Aprile
  • Nasce alla C.R.I. di Pisa il gruppo O.P.S.A. responsabile Andrea Guerrini.
29 giugno
  • Slovenia e Croazia si dichiarano indipendenti.
4 settembre
  • Il Piemonte è colpito da una devastante alluvione. La C.R.I. di Pisa organizza una raccolta di generi di conforto per la popolazione alluvionata ed invia alcuni volontari sui luoghi dell' emergenza.
Ottobre
  • In località Cinquale (MS) le acque fuoriuscite dalla tracimazione del lago di Porta, costringono molti abitanti ad abbandonare le proprie abitazioni. La C.R.I. di Pisa si distingue per un massiccio intervento dei propri Volontari del Soccorso, prontamente intervenuti e dotati di mezzi di protezione civile.
11 novembre
  • Nell'aeroporto Militare di Pisa si svolge la cerimonia della consegna della Medaglia d'Oro al V.M. ai congiunti dei caduti italiani a Kindu (Congo), presente il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Tra i caduti insigniti il Cap.le C.R.I. Raffaele Soru.
 
1995
1 gennaio
  • In collaborazione con la Piscina Comunale di San Giuliano (PI), inizia il 1° corso interno con rilascio del brevetto FIN di salvamento in acqua, (durante gli anni 1996/97/98/99, sempre in collaborazione con la Piscina Comunale di San Giuliano, vengono effettuati 71 corsi per il conseguimento del brevetto FIN). 
 
1996
1 marzo
  • Si tiene presso la C.R.I. di Pisa il 2° corso di P.C., avrà termine il 27 maggio.
20 giugno
  • L'Alta Versilia è colpita da un nubifragio che distrugge case e strade nelle località di Cardoso, Ponte Stazzamese, Pietrasanta e Fornovolasco. L'emergenza, nella quale perdono la vita 11 persone, durerà 30 giorni. La C.R.I. partecipa all'emergenza nella gestione amministrativa e nel coordinamento del Centro Operativo Misto di Protezione Civile (C.O.M.), con il proprio personale volontario civile e militare C.R.I. della Toscana e del vicino 10° C.O.D.A.M. di Marina di Massa. Interviene anche il 1 ° C.O.F. C.R.I. di Roma con la struttura di cucina campale containerizzata e con il potabilizzatore Water-Line che forniscono i pasti a tutte le organizzazioni governative e di volontariato, per tutta la durata dell'emergenza.
  • I pasti vengono portati nelle varie località di lavoro da personale C.R.l. per mezzo di un  elicottero dei Vigili del Fuoco. Le operazioni sono coordinate dal Delegato Regione alla Protezione Civile Geom. Antonio Cerrai di Pisa e dal responsabile del Nucleo Operativo Pierluigi Rossi di Arezzo. II Comitato Provinciale C.R.l. di Pisa ed i Sottocomitati C.R.l. di Fauglia, Casciana Terme, S. Frediano a Settimo ed Uliveto Terme forniscono automezzi e personale volontario, necessario alla copertura delle necessità operative della C.R.l. Per la prima volta viene sperimentato un modello di intervento coordinato fra C.R.l.
  • Vigili del Fuoco ed associazioni di volontariato, che sarà assunto ad esempio per la gestione delle emergenze da parte del Dipartimento della Protezione Civile. Il Commissario Straordinario C.R.l. Prof.ssa Mariapia Garavaglia e l'Ispettore Nazionale dei Volontari del Soccorso Dott. Massimo Barra, fanno visita al Campo C.R.l. allestito nel Campo Sportivo antistante la Villa Medicea di Seravezza, per sincerarsi di persona ed elogiare l'operato della C.R.l.
 
1997
10 gennaio
  • Ha inizio a Pontasserchio il 1° corso per V.d.S., durante il quale 45 iscritti opereranno anche nel ex campeggio della Polizia di Stato sulla via Bigattiera lato mare a Marina di Pisa, gestito dal Comitato Provinciale CRI di Pisa, dove giungeranno a marzo 1997 circa 320 profughi albanesi.
15 gennaio
  • Ha inizio presso la C.R.I. di Pisa il 7° corso per II.VV.
Marzo
  • A Pisa giungono circa 320 profughi albanesi, in maggior parte nuclei familiari con circa 80 bambini in età prescolare. Viene allestito un campo profughi presso l'ex campeggio della Polizia di Stato di Marina di Pisa, dove giungono roulottes della Protezione Civile e  tende mensa messe a disposizione dalla C.R.I. di Pisa. I Comitati C.R.I. della provincia di Pisa, coordinati dal Comitato Provinciale C.R.I., partecipano all' accoglienza dei profughi e ne curano il vettovagliamento, l'assistenza sanitaria, la distribuzione di aiuti umanitari. L'attività di assistenza prosegue fino al mese di settembre per poi continuare presso la ex Colonia Barellai di Calambrone, dove i profughi sono assistiti fino al mese di dicembre 1997. All' assistenza dei profughi partecipano, con grande spirito di servizio, i Volontari, le Infermiere Volontarie e le Patronesse della Sezione Femminile C.R.I. La C.R.I. gestisce anche l'amministrazione del Campo profughi per conto della Prefettura di Pisa.
26 settembre
  • Terremoto in Umbria. La C.R.I. di Pisa partecipa attivamente all'emergenza, fornendo supporto logistico e personale presso il Campo nazionale C.R.I. di Foligno.
20 dicembre
  • In applicazione del nuovo Statuto C.R.I. (D.RC.M. 110/97) hanno luogo le prime elezioni per il rinnovo dei Presidenti e dei Consigli Direttivi del Comitato Nazionale e dei Comitati Regionali e Provinciali. I consigli di amministrazione dei Comitati provinciali si insedieranno il 10 gennaio 1998.

 


 

Ricerca storica: Roberto Marchetti 

 

 

 

 

supino roberto
Foto: rielaborazione dall' originale
Fonte UNIPI

 

 

Dot. Roberto Supino

Presidente dal 25 agosto 1970 al 10 settembre 1975

Roberto Supino: una vita di impegno civile e politico

Nato il 7 giugno 1904 in una famiglia ebrea, Roberto Supino ha lasciato un'impronta significativa nella storia politica e sociale italiana del XX secolo. Figlio di Mario Supino, avvocato e politico, e di Margherita, sua cugina e figlia dell'accademico David, Roberto crebbe in un contesto familiare intriso di impegno civile e intellettuale.


Fin da giovane, Supino dimostrò una spiccata predisposizione all'azione e alla riflessione politica. A soli diciotto anni partecipò alla marcia su Roma, ma ben presto ritirò la sua adesione al Partito Nazionale Fascista nel 1924, insieme all'ala dissidente di Bruno Santini, in seguito al delitto Matteotti e all'arrivo a Pisa di Ezio Maria Gray per sanare le divergenze interne del partito.


La sua formazione accademica culminò nel 1927, quando si laureò in giurisprudenza, presentando una tesi con la sorella Grisa sull'azione dell'Italia verso l'Albania. Tuttavia, il clima politico e sociale dell'epoca lo spinse a prendere posizione contro le leggi razziali fasciste del 1938, abjurando e uscendo dalla comunità ebraica di Pisa insieme al fratello Ruggero. Nonostante questo atto di dissociazione, la sua famiglia subì le conseguenze delle nuove normative, tra cui il sequestro dei beni da parte della Repubblica Sociale Italiana e il rischio di essere deportati e di morire.
La Seconda Guerra Mondiale avrebbe potuto coinvolgerlo direttamente, ma la sua disamina politica gli valse il congedo dal ruolo di sottotenente di complemento in fanteria nel 1939, evitandogli così la partecipazione al conflitto.


Il periodo bellico segnò un momento cruciale per Supino, che si unì agli antifascisti e contribuì attivamente alla lotta clandestina contro l'occupazione nazista, diventando anche ufficiale nel Corpo italiano di liberazione. Dopo la guerra, con lo scioglimento del Partito d'Azione, aderì al Partito Socialista Democratico Italiano, divenendo membro del Comitato direttivo provinciale nel 1952.
Ma la sua vita non fu solo politica. Appassionato di sport, Supino contribuì attivamente al panorama sportivo locale, ricoprendo incarichi di rilievo nella società ippica Alfea, nel Panathlon di Livorno e Pisa, nonché nel CONI come delegato provinciale. La sua esperienza nell'amministrazione pubblica lo portò a essere presidente dell'ATUM, azienda pisana di pubblici trasporti, dal 1954 al 1956, anno in cui rassegnò le dimissioni dopo essere stato eletto in consiglio comunale.


La sua carriera politica locale conobbe alti e bassi: ricoprì incarichi di rilievo come assessore allo sport, al turismo ed al litorale nella giunta comunale di Renato Pagni nel 1964, per poi diventare sindaco ad interim nel 1965, subentrando a Pagni prima di dimettersi a causa di contrasti interni. Tuttavia, il suo impegno non si fermò qui: dopo essere tornato come assessore, partecipò attivamente alla giunta Battistini e successivamente alla giunta di Giuseppe Prosperi come vice-sindaco.


Dopo anni di attività politica e sociale, Supino si dedicò negli ultimi anni alla sua professione di avvocato. Morì il 31 dicembre 1987 dopo una lunga malattia, lasciando dietro di sé un'eredità di impegno civile, politico e sociale che continua a ispirare generazioni successive.

La sua vita rimane un esempio di coerenza e dedizione ai valori della libertà, della giustizia e della solidarietà 

Roberto Marchetti

 

Fonte: wikipedia

 
 

 
1970
25 agosto
  • Viene nominato Presidente della C.R.I. di Pisa l'Avv. Roberto Supino in sostituzione del Gen. Brig. Avv. Carlo Cagiati. Resterà in carica fino al 10 settembre 1975.
 
1971
5 gennaio
  • Presso la C.R.I. di Pisa la consorte del Prefetto, Sig.ra Adalgisa Conte e il Presidente del Comitato, Avv. Supino, consegnano pacchi dono alle famiglie bisognose.
  • Terremoto di Tuscania.
 
1972
8 maggio
  • Presso il Cinema Ariston di Pisa anteprima del film "La stangata". L' incasso viene devoluto all'opera assistenziale della Sezione femminile della C.R.I. 
  • Terremoto di Ancona
Novembre
  • Presso il Comitato di Pisa viene inaugurato dal Presidente dei Pionieri Sig. Bongiorno, il Corso per Pionieri. Le adesioni sono circa 400.
 
1975
5 maggio
  • Al Cinema Astra di Pisa, a beneficio della C.R.I., anteprima del film "II seme del tamarindo". 

 


 

Ricerca storica: Roberto Marchetti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cagiati Carlo

Foto: rielaborazione dall' originale
Fonte: SME-Archivio storico

 

 

Gen. Brig. C.C. (A) Avv. Carlo Cagiati

Presidente dal 2 aprile 1963 al 25 agosto 1970

 

Il Generale dei Carabinieri: Una Vita Al Servizio Della Patria

Nato il 4 novembre 1894 a Roma, il Generale dei Carabinieri, pluridecorato eroe delle due guerre mondiali, ha lasciato un'impronta indelebile nella storia militare italiana. La sua vita è stata un'esemplare dimostrazione di coraggio, dedizione e servizio alla patria.

Da soldato di leva classe 1896, fu chiamato alle armi il 4 dicembre 1915, prestò servizio con distinzione presso il 1° Reggimento Artiglieria di Campagna. Le sue gesta sul campo di battaglia lo resero degno di lodi e riconoscimenti, tanto che dopo un periodo di licenza per ferite subite in guerra, fu selezionato per frequentare il 27° corso Allievi Ufficiali presso la prestigiosa Scuola Militare di Modena.

Con il grado di Ufficiale di complemento, fu assegnato al secondo Reggimento Bersaglieri a partire dal 1° luglio 1918. Tuttavia, la sua carriera non si limitò alla sola esperienza sul campo di battaglia. Nel 1919, fu destinato al servizio presso il Tribunale di Roma, e successivamente nel novembre dello stesso anno, entrò a far parte dell'Arma dei Carabinieri, dove avrebbe continuato a distinguersi per la sua intelligenza tattica e il suo impegno.
 
Tra gli incarichi più significativi, ricordiamo il periodo in cui fu giudice istruttore presso il Tribunale Speciale in difesa dello Stato, dal gennaio 1927 al maggio 1929. La sua carriera continuò con costante crescita, fino a raggiungere il grado di Capitano nel 1932.

La sua dedizione alla causa nazionale lo portò oltre i confini italiani: fu inviato in Libia nel 1932, dove rimase fino al 13 agosto 1936, e successivamente in Albania, il 10 giugno 1939, con il grado di Maggiore. La sua esperienza in campo internazionale lo arricchì ulteriormente, preparandolo per sfide sempre più impegnative.

Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il Generale dei Carabinieri si trovò ancora una volta al fronte. Nel 1942 sbarcò a Fiume e, nel mese di agosto, si unì alla Legione Allievi CC RR di Roma. La sua abilità strategica e il suo coraggio sul campo di battaglia non passarono inosservati: il 12 agosto 1943 fu promosso al ruolo di Tenente Colonnello presso il comando Superiore Carabinieri Italia Liberata.

Il suo impegno durante gli anni bui della guerra gli valse trasferimenti e promozioni, fino a raggiungere il grado di Colonnello nella Riserva nel 1952. La sua pensione di guerra, concessa nel 1958, non segnò la fine del suo servizio alla patria: nel dicembre 1962 gli fu assegnato il prestigioso grado di Generale di Brigata, e nel novembre del 1969 ricevette a titolo onorifico il grado di Generale di Divisione.

La sua dedizione al servizio non si limitò al campo militare: dal 2 aprile 1963 al 25 agosto 1970, ricoprì il ruolo di Presidente della Croce Rossa di Pisa, dimostrando così la sua sensibilità umana e il suo impegno nel soccorso ai più bisognosi.

Il Generale dei Carabinieri morì a Pisa il 2 marzo 1981, lasciando dietro di sé un'eredità di coraggio, sacrificio e dedizione alla patria, che continuerà a ispirare le generazioni future. La sua vita è un esempio luminoso dell'ideale di servizio e sacrificio che caratterizza i migliori figli d'Italia.
 
A cura di: Elisabertta Rizzo
 
Fonte: Ministero della Difesa
 

27 febbraio
  • All' albergo Vittoria di Pisa, nel corso della riunione conviviale del Rotary, la sorella Bianca Lanzara De Sangro tiene una conferenza sul tema "Origine e vita della Croce Rossa".
19 marzo
  • Nei locali del Circolo Pisano ha luogo una canasta di beneficienza organizzata dalla sezione femminile della C.R.I. di Pisa.
2 aprile
  • Con ordinanza presidenziale n.1097/N viene nominato Presidente di Pisa il Gen. Brig. C.C. (A) Avv. Carlo Cagiati. Resterà in carica fino al 25 agosto 1970.
22 settembre
  • Nel Salone delle Terme di Casciana Terme ha luogo una conferenza sull'organizzazione e le finalità filantropiche della Croce Rossa Italiana, interviene per Pisa il Gen. Cagiati. Sono presenti, oltre alle autorità civili e militari, i rappresentanti dei Sottocomitati di: Montecatini V.C., Pontedera, San Frediano a Settimo e San Giovanni alla Vena.
9 ottobre
  • Un' ondata di piena sorpassa la diga del Vajont (BL) e si riversa nella sottostante vallata, causando la morte di 2000 persone.
  • La C.R.I. di Pisa raccoglie per il Vajont la somma di L. 802.600.
  • Nel Palazzo Lawley, sede della C.R.I. di Pisa, alla presenza della Presidente della sezione femminile Sig.ra Flavia Sarro e del Presidente Gen. Cagiari, vengono distribuiti 300 pacchi viveri alle famiglie bisognose.
  • Il Presidente Generale della C.R.I. Gen. Dott. Guido Ferri e il Prefetto di Pisa Dott. Sarro presenziano nella tenuta di S. Rossore alla gincana organizzata dall'ACI a beneficio della C.R.I.
Dicembre
  • Viene nominata ispettrice delle II.VV. di Pisa Bianca Lanzara De Sangro
 
1965
6-13 giugno
  • Congresso Eucaristico a Pisa. Il giorno 10 giunge Sua Santità Paolo VI (G.B.Montini). La C.R.I. di Pisa ha predisposto 4 autoambulanze completamente attrezzate con a bordo medici e infermieri professionali ad uso esclusivo del Congresso.
16 dicembre
  • Su iniziativa della Sig.ra Sarro, si svolge in una sala della Prefettura di Pisa, una canasta benefica il cui ricavato sarà devoluto alla C.R.I.
 
1966
22 maggio
  • Alla presenza del Presidente Generale della C.R.I. Dott. Giuseppe Potenza, dell'Ispettrice Nazionale II.VV. sorella Paola Menada e delle autorità civili e militari, viene inaugurata un'autoambulanza donata dagli industriali alla C.R.I. di Pisa e che verrà dedicata alla memoria del Dott. Enrico Piaggio.
1 ottobre
  • Alluvione in Toscana
4 novembre
  • Benché la C.R.I. di Pisa abbia subito danni ingenti (danneggiate un'autoambulanza nuova, un furgone e una vettura; completamente distrutti gli ambulatori medico e odontoiatrico) si organizza subito per intervenire a favore della popolazione colpita dall'alluvione. In special modo le II.VV. effettuano ben 1612 ore di servizio straordinario per: l'assistenza presso l'Ospedale S. Chiara in Pisa, l'arrivo dei degenti sfollati dall'Ospedale Lotti di Pontedera, servizio di raccolta e smistamento di indumenti, viveri e medicinali nelle località colpite dall'alluvione, servizio di accompagnamento in camion e auto in 18 Comuni e paesi alluvionati, collegamento con gli aeroporti civile e militare di Pisa per ricevere gli aerei che trasportano il materiale offerto alla C.R.I. (sono giunti 24 aerei provenienti da varie Nazioni). Nel complesso la C.R.I. pisana ha assistito oltre 10.000 alluvionati al giorno, distribuendo viveri, indumenti e medicinali aiutata anche dalla popolazione che ha messo a disposizione anche le proprie auto.
  • II Comitato di Ivrea cede alla C.R.I. di Pisa un’autoambulanza nuova completamente attrezzata.
16 novembre
  • Giunge all'aeroporto San Giusto di Pisa il terzo aereo sovietico (Illiuscin-18), trasporta nove tonnellate di viveri (riso latte in scatola, coperte). Cinque tonnellate di riso, smistato dai comitati di soccorso, vanno alla lega delle cooperative, 2000 scatole di carne alla C.R.I. di Firenze, 2000 coperte alla C.R.I. di Pisa.
 
1967
  • II Comitato Centrale di Roma, per il lavoro svolto nel periodo dell'alluvione del 1966, conferisce al Comitato Provinciale C.R.I. di Pisa, la medaglia d'oro di 1° grado. La stessa viene conferita anche al Consigliere Col. Mario Fratta.
15 marzo
  • Presso la sede di Piazza D'Ancona 5, il Comitato C.R.I. di Pisa, ha allestito il servizio gratuito ambulatoriale di Terapia Iniettoria.
15 aprile
  • A beneficio degli alluvionati, presso l'Hotel Golf di Tirrenia, si tiene il "Gala" della Croce Rossa.
14 novembre
  • Nei saloni dell'Hotel Cavalieri di Pisa si svolge un defilè e una canasta benefica a favore della C.R.I.
 
1968
14 gennaio
  • Terremoto in Sicilia, (300 vittime).
18 gennaio
  • II Comitato C.R.I. di Pisa e i Sottocomitati di Canneto, Casciana Terme, Colognole, Fauglia, Guardistallo e Pontedera raccolgono un ingente quantitativo di viveri e medicinali per i sinistrati della Sicilia. Per l'interessamento del Comitato C.R.I. di Pisa, dell'ORIUP, della Normale e il Comitato di aiuti, parte dall'aeroporto di S. Giusto il primo aereo di soccorsi (un "Viscount"), trasporta oltre sei quintali di medicinali, venti quintali di latte e venti di zucchero, anche 30 volontari per la maggior parte studenti in medicina e 5 medici (2 italiani, 3 tedeschi).
19 gennaio
  • La C.R.I. di Pisa invia al centro di raccolta di Mazara del Vallo un'autoambulanza attrezzata per la rianimazione; invia anche un autocarro carico di generi vari ai Sottocomitati di Calci, Ponsacco e Orciano Pisano affinché vengano distribuiti ai profughi siciliani che hanno trovato asilo in quelle zone.
19-26 maggio 
  • Nel corso della Settimana della Croce Rossa, il Comitato Provinciale di Pisa organizza una "Mostra d'arte" con libera vendita di opere donate da rinomati artisti, il cui ricavato viene devoluto alle opere di beneficenza della C.R.I.
8 giugno
  • Si svolge all'Hotel Golf di Tirrenia il ballo di Gran-Galà a beneficio della C.R.I.
 
1969
Ottobre
  • Viene nominata ispettrice delle II.VV. di Pisa Maria Mainardi Premura.

 


 
Ricerca storica: Roberto Marchetti

 

 

 

 

quaratesi castello
Foto: rielaborazione dall' originale
Fonte: Rotary Club Pisa
 
 

Marchese Dot. Castello Quaratesi

Presidente dal 29 marzo 1958 al 7 febbraio 1963

Nato a Roma il 15 luglio 1895 .

Il 20 dicembre 1920 si laurea in Giurisprudenza a Pisa .

Sposa Virginia Bianchi Monzoni, nata a Pisa l’11 novembre1898 (morirà a Pisa il 6 luglio 1945).
Ha un unico figlio Luigi, nato a Pisa il 24 dicembre 1924 (muore a Pisa il 6 gennaio 2004)


Nel 1922 acquista l’attuale Palazzo Quaratesi di Via Santa Maria 25; palazzo disegnato dallo scultore e architetto fiammingo Pietro Francavilla

Fra le molteplici cariche ricoperte ricordiamo:

  • Presidente dell’ente dei fiumi e Fossi dal 1949 al 1961.
  • Presidente dell’Istituto case popolari.
  • Presidente dela Croce Rossa Italiana - Comitato di Pisa.


Non ha mai esercitato la professione di avvocato. Era appassionato della storia e della vita della città di Pisa.
Muore a Pisa il 7 febbraio 1963 ed è sepolto accanto alla sua moglie nella cappella di famiglia nel cimitero di Monte alle Croci di Firenze.
 
Marchese Quaratesi Niccolò 

 

 

1958
  • Muore il Presidente della C.R.I. di Pisa On. Avv. Arnaldo Dello Sbarba
10 gennaio
  • Al teatro Verdi di Pisa, ha luogo la tradizionale "Befana della C.R.l.", vengono distribuiti 1500 pacchi dono alle famiglie bisognose.
29 marzo
  • Viene nominato Presidente della C.R.I. di Pisa il March. Avv. Castello Quarratesi. Resterà in carica fino all’8 marzo 1963.
26 giugno
  • A beneficio della C.R.l. si svolge al teatro Verdi lo spettacolo di saggio annuale della Scuola di danza classica di Pisa.
 
1959
12 febbraio
  • Viene inaugurato un ambulatorio C.R.l. al villaggio del Pratale.
24 giugno
  • Inaugurazione del Museo Internazionale della Croce Rossa nel Palazzo Longhi di Castiglione delle Stiviere (MN).
 
1960
6 gennaio
  • Presso la C.R.l. di Uliveto Terme viene inaugurato il salone cinematografico alla presenza di varie autorità e dirigenti della C.R.l. pisana.
  • Presenti le massime autorità civili e militari, donna Carla Gronchi inaugura la nuova sede della C.R.l. di Pisa in piazza D'Ancona.
22 maggio
  • A beneficio della C.R.l. ha luogo nella tenuta di S.Rossore una gincana automobilistica.
24 novembre
  • Viene inaugurato il servizio di P.S. Sanitario Autostradale sulle autostrade, la C.R.l. di Pisa gestisce quello di Migliarino Pisano sull'autostrada Firenze-Mare.
9 settembre
  • La C.R.l. invia in Congo l'Ospedale da Campo 010 che rimarrà operativo fino al 4 giugno 1964.
Agosto
  • Guerra di secessione in Congo.
 
1961
26 febbraio
  • Presso la sede della C.R.I. di Pisa, presente il Prefetto Dotti De Bernart, vengono distribuiti 400 pacchi, viveri alle famiglie bisognose.
 
1962
14 febbraio
  • Scade il mandato del Sig. Turiddo Migli, la Delegazione di Casciana Alta viene sciolta, parte dei materiali vengono ceduti alla C.R.I. di Casciana Terme e Pisa, l'ambulanza, in quanto vetusta, viene alienata.
21 novembre
  • Nella sede della C.R.I. di Pisa viene aperta una scuola differenziale elementare per alunni spastici. Viene assegnata come insegnante la Sig.ra Gina Brogi Bargagna.
 
1963
30 gennaio
  • Presso il Comitato di Pisa ha luogo la distribuzione di 60 corredini per neonati, è presente la consorte del Prefetto donna Flavia Sarro.

7 febbraio

  • Muore il Presidente della C.R.I. di Pisa, March. Avv. Castello Quarratesi.

 


 

Ricerca storica: Roberto marchetti

 

 

 

 

 

 

 

Arnaldo Dello Sbarba 1

Foto: rielaborazione dall' originale
Fonte: web

 

On. Cav. Gr. Croce Avv. Dello Sbarba Arnaldo 
Presidente dal 20-11-1949 al 28-01-1958
 
 
Biografia
 

Arnaldo Dello Sbarba: dalla militanza socialista alla fine dell'attività politica

Arnaldo Dello Sbarba, figlio di Cherubino e Isola Veroli, nacque a Volterra il 12 agosto 1873. La sua vita politica fu segnata da una lunga e variegata attività, che lo portò dall'attivismo socialista al ruolo di ministro nel governo italiano, per poi abbandonare la scena politica attiva con l'avvento del regime fascista.

Già durante gli anni universitari a Pisa, Dello Sbarba si fece notare per il suo impegno nelle idee socialiste, diventando un attivo propagandista e collaboratore di giornali avanzati. La sua eloquenza e il suo impegno gli valsero una certa fama, ma anche l'attenzione delle autorità, che lo consideravano un individuo potenzialmente pericoloso per le sue idee radicali.

La sua carriera politica prese forma negli anni successivi, quando venne eletto consigliere provinciale e successivamente si candidò alla Camera dei Deputati come esponente socialista. Tuttavia, i dissensi con la direzione del partito lo portarono a distaccarsi progressivamente dalle posizioni più estreme, avvicinandosi sempre di più al gruppo dei socialisti riformisti.

Durante la Prima Guerra Mondiale, Dello Sbarba si schierò tra gli interventisti e divenne parte del gruppo parlamentare della Sinistra interventista. La sua attività politica fu contrassegnata da incarichi governativi di rilievo, come quello di sottosegretario di Stato e poi ministro per il Lavoro e la previdenza sociale.

Tuttavia, il periodo del suo ministero fu caratterizzato da crescenti pressioni da parte delle forze padronali e fasciste, che resero difficile per Dello Sbarba mantenere una linea politica coerente. L'incapacità di fronteggiare tali pressioni contribuì a ridimensionare la sua attività politica con l'avvento del governo Mussolini.

Nonostante abbia mantenuto una certa distanza dal regime fascista, Dello Sbarba non fu risparmiato dall'oppressione del regime. La sua casa fu invasa e saccheggiata dai fascisti nel dicembre del 1924, segnando la fine della sua carriera politica attiva.

Dopo la fine della sua attività politica, Dello Sbarba mantenne un atteggiamento di distacco nei confronti del fascismo e continuò la sua carriera legale a Pisa. Nei decenni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, ricoprì incarichi di rilievo in istituti finanziari e fu attivo nella vita sociale della città.

Arnaldo Dello Sbarba morì a Pisa il 28 gennaio 1958, lasciando dietro di sé una lunga e variegata carriera politica, contrassegnata da una transizione dalle posizioni socialiste agli incarichi governativi, fino alla fine della sua attività politica con l'ascesa del regime fascista.

 

Operato

Arnaldo Dello Sbarba è stato un importante membro della Croce Rossa Italiana (C.R.I.) e ha ricoperto la carica di Presidente della C.R.I. di Pisa per diversi anni, dal 1949 al 1958. Durante il suo mandato, ha affrontato molte sfide e ha coordinato numerose iniziative e operazioni di soccorso e assistenza.

Una delle prime azioni degne di nota è stata la gestione dell'emergenza causata dallo straripamento dell'Arno nel 1949, che ha completamente danneggiato la sede della C.R.I. di Pisa. Inoltre, ha contribuito attivamente alla formazione e all'addestramento delle Infermiere Volontarie (II.VV.), organizzando corsi e cerimonie di diploma per le volontarie.

Dallo svolgimento di attività benefiche, come il veglione della C.R.I. e il Gran Ballo a scopo benefico, alla gestione di situazioni di emergenza come l'alluvione nel Polesine e in Calabria, Dello Sbarba ha dimostrato un impegno costante nell'aiutare coloro che ne avevano bisogno.

Inoltre, ha partecipato attivamente alla cooperazione internazionale, come dimostra l'invio dell'ospedale da campo n.68 in Corea nel 1951, che ha operato fino al 1954 sotto l'egida dell'ONU.

Una delle azioni più significative è stata la gestione dell'afflusso di profughi ungheresi nel 1956, durante la rivolta popolare in Ungheria. La C.R.I. di Pisa, sotto la guida di Dello Sbarba, ha allestito centri di raccolta e ha fornito assistenza ai profughi, dimostrando una forte solidarietà e impegno umanitario.

Purtroppo, il mandato di Dello Sbarba come Presidente della C.R.I. di Pisa è terminato con la sua morte nel 1958, lasciando un'eredità di impegno e dedizione al servizio della comunità locale e internazionale attraverso l'opera della Croce Rossa.

Roberto Marchetti

 

Fonte: Treccani; “La Croce Rossa – La sua storia cronologica nella provincia di Pisa” Tipografia Fracassi, di Casciana Terme nel 2001.

 

Ricerca storica: Roberto Marchetti 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vincenzo Rossi
Foto: rielaborazione dall' originale
Fonte: Rotary Club Pisa

 

Prof. Rossi Vincenzo

Presidente dal 12 dicembre 1944 al 28 giugno 1949 
 
Nato a Maddaloni (NA) il 16 febbraio 1890 da Antonio e Anna Maria Ignazza,
Morto a Pisa il 28 giugno 1949
 
Laureato in Medicina e chirurgia all’Università di Napoli il luglio 1914;
Ufficiale medico, ha prestato servizio durante la Guerra 1915-18. Professore incaricato di Clinica oculistica presso l’Università di Modena dal 1930 al 1932;
Professore straordinario di Clinica oculistica presso l’Università di Modena dal 1932 al 1933;
Professore straordinario di Clinica oculistica presso l’Università di Parma dal 1933 al 1934;
Professore ordinario di Clinica oculistica presso l’Università di Pisa dal 1934 al 1949;
Direttore della Clinica oculistica dell’Università di Pisa dal 1934 al 1949;
Preside della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università di Pisa dal 1944 al 1949.
 
Il 26 giugno 1949, mentre eseguiva un intervento operatorio, il prof. VincenzoRossi veniva colpito da grave malore e decedeva nella stessa notte non ostante le più sollecite ed amorose cure. Nato a Maddaloni (Napoli) il 16 febbraio del1890, compì gli studi liceali in quella città e quelli universitari a Napoli dove, studente di vivido ingegno, di ferrea memoria, di infaticabile sete di sapere, conseguiva la laurea in Medicina e chirurgia il 29 luglio 1915 col massimo dei voti e lode. Già fin da studente aveva riscosso la simpatia e la stima dei docenti di allora ed ebbe modo di apprendere da maestri quali Castellino, De Giovanni e Viola i primi elementi delle dottrine costituzionalistiche. Entrato quale assistente nella Clinica oculistica di Napoli alla scuola del grande maestro Angelucci, divenne, entusiasta e tenace, il più fervente assertore di queste teorie.
Chiamato alle armi per la prima grande guerra mondiale prestò la sua opera di medico in reggimenti ed ospedaletti da campo.
Fu compagno d’armi di Corridoni;
Decorato di due croci di guerra e promosso capitano.

Congedato nel 1919 ritornò ai suoi studi prediletti nei quali ebbe modo di far rifulgere le sue attitudini di sperimentatore paziente e scrupoloso, le solide basi della sua cultura di patologia generale, le sue geniali intuizioni di ricercatore. Sono di questo primo periodo i lavori sul catarro primaverile e vagotonia costituzionale; gli studi accuratissimi sul tracoma e su quella forma iniziale o meglio predisponente che egli definisce come «pretracoma». Molto interessanti ed acute le conclusioni alle quali perviene nel suo studio sull’«Igiene dell’occhio nella scuola». Ma dove il compianto maestro sviluppa concetti del più alto interesse scientifico e che furono oggetto di relazione nei congressi nazionali del 1927 e del 1930, sono le pubblicazioni sulla «Patologia della individualità in oftalmologia» e «Glaucoma e costituzione», lavori sempre ampiamente citati e lodati e che recentemente hanno avuto conferma nei più attuali studi di oftalmologia. Successivamente, colla versatilità di ingegno che sempre lo caratterizza, molti sono stati i contributi che egli ha arrecato colle sue pubblicazioni nelle varie branche della nostra disciplina con particolare riguardo ai numerosi ed importanti rapporti di interdipendenza che esistono fra medicina generale ed oftalmopatie. Ricorderò fra i tanti contributi, le oftalmoangiocrinosi, gli studi su alcune sindromi ipofiso-diencefaliche sulle complicanze oculari nella malattia di Simmonds, sulle degenerazioni maculari retiniche associate a calcificazioni della dura meninge, sulla clinica di alcune sindromi oculari di origine epatica, sulla sindrome di Crouzon, sulla cataratta ed embriopatie da rosalia materna, sulle reticoloendoteliosi in oftalmologia, ecc. La sua carriera universitaria fu brillante.

Conseguita nel 1926 la libera docenza ottenne per incarico la cattedra di Clinica oculistica di Modena dal 1929 al 1932, anno in cui ne divenne titolare. Nel 1933 fu chiamato alla clinica di Parma a sostituire il prof. Camillo Gallenga che abbandonava l’insegnamento per limiti di età. Nel successivo 1934 fu chiamato con voto unanime dalla Facoltà di Pisa alla cattedra di quell’Ateneo. Si era formato nei vari anni d’insegnamento numerosi allievi, ben preparati ed operosi, molti dei quali hanno ottenuto il diploma di specializzazione e la libera docenza ed alcuni di essi sono primari oculisti di importanti centri. Complessivamente hanno pubblicato oltre 200 lavori, molti dei quali di notevole interesse scientifico. Dirigeva fin dal 1929 l’Archivio di oftalmologia, fondato dall’Angelucci nel 1893, rivista molto apprezzata e conosciuta anche all’estero e sulla quale tanti bei nomi della nostra specialità si sono succeduti e dove egli negli ultimi periodi redigeva personalmente la rubrica «Casi visti» rubrica interessante e varia che dall’illustrazione di un caso clinico raro passava al vaglio o alla conferma una nuova terapia o al commento di nuove concezioni scientifiche. Di spirito vivace e brillante, di spiccata intelligenza, di ingegno versatile, spesso pungente e lievemente ironico nei contraddittori, talora polemico, aspro spesso nei meritati rimproveri che a nessuno risparmiava, mai però vendicativo ma sereno nel valutare i meriti altrui e generoso cogli avversari, era apprezzato dai colleghi della Facoltà di Medicina della quale era preside e da quelli delle altre facoltà. Amato dagli allievi e dagli studenti ai quali indicava, con amore e rude franchezza, la via migliore da seguire nella vita professionale, instancabile a perseverare negli studi, esempio egli stesso di passione inesausta nelle ricerche scientifiche, nelle amorose cure per i pazienti, fossero essi agiati od indigenti, che anzi verso questi ultimi in particolar modo era benevolo e comprensivo. Ma di questa sua intima bontà, di questa generosità era geloso e preferiva celarla sotto una maschera di scherzosa ironia e di scanzonata indifferenza e solo gli intimi conoscevano quanto spesso nel curare malati gravissimi ed ai quali ben poco poteva giovare qualsiasi ausilio terapeutico, egli celava sotto una voluta indifferenza l’ansia e l’intima preoccupazione che provava per loro.

Infaticabile nel lavoro trascorreva le sue laboriose giornate tra la clinica e la famiglia che tanto amava. Altamente stimato all’Italia e all’estero era circondato da un alone di calda simpatia quando nei vari congressi ai quali partecipava prendeva la parola sui più vari argomenti e col suo eloquio facile, arguto e suasivo, con chiaro senso critico metteva al suo giusto fuoco ogni discussione. Anche nel campo artistico era molto apprezzato. Amante e competente appassionato di musica, scultura e pittura, umanista pregevole, aveva pubblicato in «Realtà rotariana» due interessanti articoli «Tiziano visto da un oculista» e «Il sorriso nell’arte». Aveva organizzato in Pisa la mostra della scultura del Trecento pisano che tanto successo aveva riscosso. La sua attività molteplice, quasi febbrile negli ultimi mesi della sua nobile ed operosa vita, gli aveva procurato molte cariche onorifiche che egli ben degnamente sapeva ricoprire. Era vice-presidente della Società oftalmologica italiana; vice-presidente della Società oftalmologica latina; membro del Consiglio internazionale di oftalmologia, membro della Società francese e della Società belga di oftalmologia; presidente del Comitato provinciale di Pisa della Croce Rossa Italiana e del «Rotary club» della stessa città. Ma purtroppo per quanto la sua fibra fosse ben resistente, e ne sono prova i lunghi mesi che egli, durante il triste periodo bellico che quasi ininterrottamente trascorse in clinica, ove, nelle peggiori condizioni fisiche e morali, ebbe modo, come pochi, di prestare diuturnamente la sua opera preziosa di medico e di oculista, colpito da un morbo inesorabile, improvvisamente la sua nobile vita è cessata mentre ancora una volta, fra le tante, attorniato dai suoi allievi, ridonava la luce ad un paziente.

Possa il ricordo di lui che tutto dette di sé nella vita, e spirituale e materiale, a favore della scienza e del malato, soprattutto in Pisa, città che sopra le altre prediligeva per la malinconica bellezza e l’arte squisita ed impareggiabile dei suoi monumenti, sempre essere per tutti noi luminoso esempio a cui ispirarci, guida e sprone a degnamente onorarlo.

Celso Cordero

Da: Annuario dell’Università degli Studi di Pisa per gli anni accademici 1946-47, 1947-48 e 1948-49.

Foto: Rotary Club di Pisa 


 

1944
 
12 settembre
  • II Prof. Vincenzo Rossi viene nominato Presidente della C.R.I. di Pisa, resterà in carica fino al 28 giugno del 1949.
 
1945
2 settembre
  • Ha termine la 2^ Guerra Mondiale.
  • Dopo la liberazione di Pisa fino al 1947 le II.W. effettuano i sottoelencati servizi:
    • Assistenza ai 32.229 prigionieri italiani della Repubblica Sociale Italiana del campo di concentramento PWE 337 (allestito dagli americani nell'agosto del 1945) di Coltano (PI)
    • Assistenza ai prigionieri di guerra nell'Ospedale 99HT di Pisa
    • Assistenza ai partigiani e reduci ricoverati nelle Cliniche universitarie
    • Opera di informazione e ricerca per i dispersi
    • Servizio nelle colonie marine
  • Viene allestito dalla C.R.I. di Pisa il campo profughi di Tirrenia che sarà attivo fino al 1948.
 
1946
  • La C.R.I. di Pisa inizia l'attività di madrinato, nel quale le II.VV assistono gli orfani dei caduti, dei dispersi, dei prigionieri.
 
1947
  • La C.R.I.G. (Croce Rossa Italiana Giovanile) istituisce in Pisa 5 ambulatori medico-scolastici presso le Direzioni Didattiche. Negli ambulatori vengono praticati i sottoelencati servizi gratuiti: educazione igienica, cura di malattie curabili ambulatorialmente, controllo dello sviluppo dello scolaro, insegnamento per una corretta alimentazione, distribuzione di vitamine e specialità mediche, inoltre gli alunni bisognosi vengono inviati alle colonie marine e montane.
Dicembre
  • La Commissione Provinciale C.R.I.G. di Pisa riceve dalla Direzione C.R.I.G. di Roma 24 pacchi contenenti doni da distribuire agli alunni bisognosi delle varie Direzioni Didattiche.
 
1948
Aprile
  • La C.R.I. di Pisa riapre l'Asilo di Pronto Soccorso di via Del Moro e distribuisce 250 pacchi contenenti vestiario, agli alunni più bisognosi della città.
10 aprile
  • Si svolge nel Salone dei Concerti del Teatro Verdi di Pisa il tradizionale Ballo di Beneficienza della C.R.I.
13 giugno
  • Terremoto di Sansepolcro (AR).
Settembre
  • La C.R.I. di Pisa effettua una ricognizione ispettiva dei Sottocomitati di: Bagni di Casciana, Cucigliana, Lugnano, Montemagno, San Frediano a Settimo e Uliveto Terme.
  • Viene costituito a Pisa "II Villaggio del Fanciullo" ; ospita circa un'ottantina di ragazzi provenienti dall'ambiente della corruzione e depravazione createsi durante la guerra. La gestione è condotta da un sacerdote, Padre Bruno Fedi. Il villaggio oltre ad essere sotto la protezione della C.R.I.G. è anche controllato dal Sottocomitato C.R.I. di Pisa. 
1949
Aprile
  • La C.R.I. di Pisa organizza a Marina di Pisa una colonia che potrà ospitare circa un centinaio di ragazzi. Salgono così a 7 le colonie della C.R.I. di Pisa.
28 giugno
  • Muore il Presidente della C.R.I. di Pisa Prof. Vincenzo Rossi.

 


 

Ricerca storica: Roberto Marchetti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alberto Marassini
Foto: rielaborazione dall' originale
Fonte: UNIPI

 

Prof. Marrassini Alberto

Presidente dal 9 dicembre 1942 al 31 agosto 1943

Nacque a Pisa il 2 nov. 1875 da Raffaello e da Eulalia Frosini. Dopo il conseguimento della maturità classica, si laureò in medicina e chirurgia il 10 luglio 1901 presso l’Università pisana, intraprendendo subito dopo la carriera accademica presso l’istituto di patologia generale, diretto da G. Guarnieri: divenutone assistente nello stesso 1901 e iniziata l’attività di ricerca scientifica, il 27 maggio 1907 conseguì la libera docenza nella specialità e nel 1909 fu nominato aiuto. Il M. era contemporaneamente impegnato in attività ospedaliere: assistente volontario nei nosocomi di Pisa fin dal 1901, nel 1906 fu classificato primo al concorso per medico comprimario ed esercitò le funzioni di direttore delle varie sezioni ospedaliere fino al 1914.

Nel 1915, allo scoppio del conflitto mondiale, il M. si arruolò volontario: destinato, nel giugno, alla direzione del laboratorio batteriologico e dei servizi di profilassi dell’ospedale militare di Livorno, gli furono affidati gli incarichi di direttore del laboratorio batteriologico della sezione convalescenti tifosi presso l’ospedale contumaciale di Padova dal successivo settembre al giugno 1917, quindi del laboratorio dell’ospedale contumaciale di Mantova fino al dicembre dello stesso anno; infine fu comandato a Pisa fino al termine delle ostilità come batteriologo dell’ospedale contumaciale e come docente presso il corso accelerato per gli studenti militari. Insignito con le medaglie dell’Unità d’Italia e della Vittoria, raggiunse il grado di colonnello medico della riserva.

Dopo la guerra, il M. riprese l’attività didattica e scientifica nell’Università di Pisa: nominato su proposta della facoltà medica supplente di Guarnieri, ebbe l’incarico per il 1918-19 dell’insegnamento ufficiale della batteriologia, che gli fu confermato nel successivo anno accademico, e tornò al suo lavoro di ricercatore, approfondendo e completando i vari temi di studio ai quali si era dedicato non appena conseguita la laurea.

Alcuni tra i suoi primi lavori di patologia sperimentale furono contributi di notevole interesse alla conoscenza della fisiologia e della fisiopatologia di vari organi e apparati: dell’apparecchio genitale maschile, con la dimostrazione, attraverso lo studio delle alterazioni del testicolo conseguenti a lesioni del funicolo spermatico, che il nervo spermatico e i plessi nervosi spermatico e deferenziale contenuti in tale formazione esercitano sulla ghiandola rispettivamente un’azione neurotrofica e una neurospermatica (Contributo allo studio delle alterazioni del testicolo consecutive alle lesioni del cordone spermatico e in modo speciale del dotto deferente, in Gazz. degli ospedali e delle cliniche, 1901, vol. 22, pp. 1164-1166; Contributo alle alterazioni del testicolo consecutive alle lesioni del cordone e specialmente del dotto deferente, in La Clinica chirurgica, X [1902], pp. 738-760); del plesso celiaco, mettendo in evidenza la comparsa di soli fenomeni circolatori transitori conseguenti alla sua estirpazione (Dei fenomeni consecutivi alla estirpazione del plesso celiaco, in Arch. per le scienze mediche, XXVII [1903], pp. 97-124; Ricerche sulla funzione del plesso celiaco, in Clinica moderna, IX [1903], pp. 29 s.); del cervelletto, nel quale, grazie all’adozione di una particolare tecnica operatoria di asportazione di parti rigorosamente circoscritte e limitate dell’organo e allo studio della diversità dei conseguenti effetti funzionali in relazione alla diversa sede offesa, riuscì a identificare il significato fisiologico di varie zone, soprattutto del verme e paramediane (Sopra gli effetti delle demolizioni parziali del cervelletto, in Arch. di fisiologia, III [1905], pp. 327-336; Sur les phénomènes consécutifs aux extirpations partielles du cervelet, in Archives italiennes de biologie, 1907, vol. 47, pp. 135-176), ricerche particolarmente apprezzate nell’ambiente medico-scientifico (si veda E. Maragliano, La fisio-patologia del cervelletto, in Arch. degli ospedali e delle cliniche, XXVIII [1907], pp. 10 s., e A. Murri, Lezioni di clinica medica edite ed inedite, Milano 1908, p. 630) che gli consentirono altresì di definire i rapporti esistenti tra tale organo e sistema nervoso, illustrati nella monografia Contributo sperimentale alla fisiopatologia del cervelletto (Pisa 1906); del pancreas, nel quale studiò la struttura e i rapporti esistenti tra le funzioni esocrina ed endocrina (Sopra alcune particolarità di struttura del pancreas, considerate specialmente in rapporto al fenomeno della secrezione esocrina, in Clinica moderna, X [1904], pp. 509-516; Sur les modifications des îlots de Langerhans du pancréas, consécutives à la ligature du conduit de Wirsung et à l’hyperglycémie expérimentale, in Archives italiennes de biologie, 1907, vol. 48, pp. 369-386; Observations ultérieures sur la physiopathologie du pancréas et recherches relativement à ce que l’on appelle «le diabete duodénal»ibid., 1913, vol. 60, pp. 105-112; Ulteriori osservazioni sulla fisiopatologia del pancreas, e ricerche sulla quistione del cosidetto «diabete duodenale», in Lo SperimentaleArch. di biologia, 1913, vol. 67, suppl. al f. 4, pp. 62-71), dimostrando anche la comparsa di lesioni nelle ghiandole duodenali conseguenti alla legatura del dotto di Wirsung (Sur une modification particulière des glandes duodénales du lapin aprés la ligature du conduit de Wirsung, in Archives italiennes de biologie, 1908, vol. 49, pp. 132-134; Sopra una particolare modificazione delle glandole duodenali del coniglio dopo l’allacciatura del condotto di Wirsung, in Riv. di fisica, matematica e scienze naturali, IX [1908], pp. 40-42); del surrene, che studiò in varie condizioni fisiologiche e patologiche, dimostrandone il diverso significato funzionale delle varie zone e mettendone per la prima volta in evidenza il rapporto con le funzioni genitale e renale (Sopra la minuta struttura dei vari elementi delle capsule soprarenali e sul loro probabile valore funzionale, in Monitore zoologico italiano, XVII [1906], pp. 42-60; Sopra le modificazioni che si hanno nelle capsule surrenali in rapporto con alcune variazioni della funzione genitale e della funzione renale, in Lo Sperimentale. Arch. di biologia, 1906, vol. 60, pp. 197-218; Sur quelques modifications des capsules surrénales consécutives à l’hyperglycémie expérimentale, in Archives italiennes de biologie, 1910, vol. 53, pp. 460-468) e in generale del sistema endocrino, tra i cui organi ricercò l’eventuale esistenza di interconnessioni funzionali (Sur les modifications que la castration peut déterminer dans les organes glandulaires de quelques animaux, et spécialment sur celle que l’on rencontre dans l’hypophyseibid., pp. 419-431; Sulle modificazioni che può determinare la castrazione negli organi glandolari di alcuni animali con speciale riguardo a quelle che si riscontrano nell’ipofisi, in Pathologica, III [1910], pp. 271-279; Sui reperti ottenuti nell’ipofisi ed in altri organi glandolari degli animali castrati, in Riv. di fisica, matematica e scienze naturali, XII [1911], 2, pp. 3-40, 97-118, 242-263, 323-368, in collab. con L. Luciani; ed Effects de la castration sur l’hypophyse et sur d’autres organes glandulaires, in Archives italiennes de biologie, 1911, vol. 61, pp. 395-432). Meritano ancora di essere ricordati i suoi accurati studi su alcune caratteristiche fisiche e fisico-chimiche dei globuli rossi e dei reni in varie condizioni (Sur la perméabilité des hématies d’individus sains et d’individus malades en présence de quelques solutions électrolytiquesibid., 1908, vol. 49, pp. 362-368; Sulle modificazioni della conducibilità elettrica e della pressione osmotica del rene durante la iperfunzione e la ipertrofia funzionale, in Arch. di fisiologia, XIV [1916], pp. 63-80) e sulla formazione delle proliferazioni epiteliali atipiche (Sulle proliferazioni epiteliali atipiche e sul loro meccanismo di formazione, in Lo Sperimentale. Arch. di biologia, 1915, vol. 69, pp. 69-106). 

Il M. recò contributi anche alla conoscenza della patologia infettiva, specialmente del tubo gastroenterico, in particolare con ricerche sulla eziologia della febbre tifoide, della quale durante il periodo bellico dimostrò la possibilità di attenuare le manifestazioni cliniche con la vaccinazione, e sulle affezioni strettamente correlate (Osservazioni e ricerche sulla febbre tifoide, in Atti del I Congresso internazionale dei patologi… 1911, Torino 1912, pp. 111-116; Sulla etiologia e sulla patogenesi della febbre tifoide con speciale riguardo allo studio dei germi del gruppo tifo-coli, in Atti della Soc. toscana di scienze naturali residente in PisaMemorie, 1913, vol. 29, pp. 39-148; Osservazioni sulla febbre tifoide, in Medicina nuova, VIII [1917], pp. 101-103; Sui bacilli della serie tifo-paratifo-coli-dissenterici e sulle loro varietà in rapporto colle proprietà biologiche ed immunitarie di ciascuno di essi ed alla eziologia delle infezioni intestinali, in Lo Sperimentale. Arch. di biologia, 1919, vol. 73, pp. 193-202 e in Malpighi - Gazz. medica di Roma, 1920, vol. 46, pp. 162-168, 182-186), e pubblicò alcune osservazioni microbiologiche sull’epidemia influenzale del 1919 (Observations et recherches bactériologiques sur la récente épidémie d’«influence», in Archives italiennes de biologie, 1919, vol. 69, pp. 206-214; Ulteriori osservazioni e ricerche sulla recente pandemia d’influenza, in Atti della Soc. toscana di scienze naturali residente in PisaProcessi verbali, 1919, vol. 28, pp. 10-17).

Trasferito nel 1919 all’Università di Ferrara come professore straordinario di patologia generale, il M. nel 1922 fu nominato ordinario e come tale insegnò la disciplina fino al 1925; nella stessa università fu anche incaricato dell’insegnamento ufficiale della batteriologia. Dopo aver assunto per un solo anno la direzione della cattedra di patologia generale dell’Università di Sassari, il 15 febbr. 1926, su chiamata della facoltà medica, fu nominato professore stabile di patologia generale della neoistituita Università di Bari, dove fu incaricato dell’insegnamento dell’immunologia. Fu successivamente chiamato a insegnare patologia generale alla facoltà medica dell’Università di Parma: titolare della cattedra della disciplina dal 1° dic. 1930, incaricato dell’insegnamento ufficiale della batteriologia nell’anno accademico 1934-35, il M. fu preside di facoltà dal 1934 al 1936 e rettore dell’ateneo dal 1936 al 1938. Infine, dall’anno accademico 1938-39 assunse la direzione della cattedra e dell’istituto di patologia generale dell’Università di Pisa, dove avrebbe concluso la sua carriera didattica e scientifica.

Costante fu il suo impegno di ricercatore, che gli consentì di recare interessanti contributi in diversi settori della eziologia e della patologia generale. Di particolare rilievo furono le sue osservazioni sperimentali sulle reazioni tra antigene e siero immune e sul fenomeno della agglutinazione batterica, che dimostrò dipendere da una serie di fattori assolutamente non inquadrabili in rigidi schemi né esprimibili con una costante (Sulla cosidetta costante di equilibrio nel fenomeno di agglutinazione batterica, in Atti dell’Acc. di scienze mediche e naturali di Ferrara, 1921, vol. 95, pp. 13-26, in collab. con S. Andriani; Sulla cosidetta legge di ripartizione nelle reazioni tra antigene e siero immune; ricerche sul coefficiente di ripartizione e sulla cosidetta costante di equilibrio nel fenomeno di agglutinazione batterica, in Haematologica, II [1921], pp. 311-322; Ancora sulla cosidetta costante di equilibrio nel fenomeno di agglutinazione batterica, in Atti dell’Acc. di scienze mediche e naturali di Ferrara, 1922, vol. 96, pp. 3-8), e sul potere opsonico del sangue (A proposito del fenomeno di sensibilizzazione opsonica e della sua reversibilità, in Lo Sperimentale. Arch. di biologia, 1921, vol. 75, pp. 277-282; Sulla pretesa reversibilità del fenomeno di sensibilizzazione opsonica secondo la legge delle reazioni monomoleculari, in Giorn. di psichiatria clinica e tecnica manicomiale, XLIX [1921], pp. 239-246); e ancora la serie di sperimentazioni sul comportamento della pressione sanguigna e della volemia in animali sottoposti ad abbondanti salassi e perfusi secondo varie modalità con diverse soluzioni saline e con sangue omogeneo, con la quale poté dimostrare tra l’altro come i globuli rossi rimangano integri e funzionanti anche se sottoposti a lavaggio con soluzioni saline isotoniche dopo defibrinazione del sangue e come, per compensare le perdite ematiche, alle quali sostenne che non consegue iperglobulia, convenga reintegrare la massa circolante o con sangue o con infusioni di soluzioni di cloruro di sodio, ma non con quelle saline di gomma arabica, potenzialmente nocive (Contributo sperimentale alla fisiopatologia della pressione arteriosa del sangue, I, Effetti delle infusioni di soluzioni di cloruro di sodio in animali assoggettati ad abbondanti sottrazioni sanguigne, in Arch. di fisiologia, XVIII [1920], pp. 21-47; II, Effetti dei salassi modici ripetuti ed accompagnati da contemporanee infusioni compensatrici di soluzioni di cloruro di sodio, in Arch. per le scienze mediche, XLVI [1921], pp. 143-156; Contributo sperimentale allo studio della pressione arteriosa del sangue. Effetti delle infusioni di soluzione di cloruro di sodio, eseguite con varie modalità dopo salassi modici ripetuti. Effetti delle trasfusioni di sangue defibrinato, eseguite durante e dopo l’abbassamento della pressione arteriosa, provocato da sottrazioni sanguigne, seguite o no da infusioni di soluzione di cloruro di sodio, in Policlinico, sez. pratica, XXVIII [1921], pp. 1259-1263; Contributo sperimentale allo studio…, IV, Effetti che, in confronto delle infusioni di soluzione di cloruro di sodio, producono sulla pressione arteriosa le trasfusioni di sangue omogeneo, eseguite per compensare vaste perdite sanguigne, in Atti dell’Acc. di scienze mediche e naturali di Ferrara, 1921, vol. 95, pp. 27-30; Ulteriore contributo allo studio della pressione arteriosa del sangue, V, Effetti delle infusioni di soluzione salata di gomma arabica in animali normali ed in animali assoggettati ad abbondanti sottrazioni sanguigne, in Giorn. di clinica medica, III [1922], pp. 446-453, 490-508; VI, Nota. Di una particolare azione, che la soluzione salata di gomma svolge quando con essa si eseguiscano contemporanee infusioni durante modiche sottrazioni sanguigne, in Atti dell’Acc. di scienze mediche e naturali di Ferrara, 1923, vol. 97, pp. 153-159; Sugli effetti delle sostituzioni di masse sanguigne con soluzioni salate di gomma nel cane, in Giorn. di biologia e medicina sperimentale, I [1923-24], pp. 158-160; Sulla presunta iperglobulia da salasso. Osservazioni sperimentali, seguite da alcune considerazioni sulle perfusioni riparatrici nei casi di perdite sanguigne e di collasso, in Giorn. di clinica medica, XVII [1936], pp. 769-786).

Tra i vari lavori pubblicati dal M. si ricordano ancora il contributo allo studio dell’importanza della lotta contro la malaria (Il problema della lotta antimalarica e la sua importanza sociale ed economica nazionale, in Pensiero ed azione del rinnovamento sociale dell’Italia fascista, Molfetta 1931, pp. 365-406), le indagini sulle caratteristiche fisico-chimiche e sul comportamento di alcuni coloranti impiegati in istologia (Osservazioni su alcune proprietà chimiche, fisiche e chimico-fisiche presentate dalle principali sostanze usate per il riconoscimento e per il blocco degli elementi cellulari che fanno parte del cosiddetto sistema reticolo-istiocitario. Nota preliminare, in L’Ateneo parmense, V [1933], pp. 152-163), le ricerche antropometriche e costituzionalistiche condotte a Parma come approfondimento dei temi dibattuti al congresso internazionale per lo studio dei problemi della popolazione svoltosi a Roma nel 1931 (Ulteriori osservazioni sul tipo morfologico dominante fra i padri appartenenti a famiglie numerose del Comune di Parmaibid., IV [1932], pp. 65-116; Osservazioni su eventuali rapporti tra fertilità della donna ed ampiezza dei diametri bitrocanterico e bisacromialeibid., pp. 357-379; Ulteriori osservazioni sui tipi morfologici dominanti fra le madri appartenenti a famiglie numerose del Comune di Parmaibid., V [1933], pp. 1-64; La influenza delle parti molli nella determinazione del tipo morfologico col metodo del Violaibid., VI [1934], pp. 395-401), alcune osservazioni nel campo della microbiologia e della patologia infettiva (Ricerche sull’azione che la luce solare ed alcune sostanze fotodinamiche spiegano sul bacillo della febbre tifoide in rapporto ad alcune delle comuni modalità sperimentali, in Boll. dell’Ist. sieroterapico milanese, XX [1936], pp. 709-728; Osservazioni e richiami sul significato dei corpi di Guarnieri e sulla loro importanza nella diagnosi del vaiolo e del vaccino, in Boll. della Soc. italiana di biologia sperimentale, XIV [1939], pp. 346-348; Guarnierische Körperchen, Kuhpockelementar Körperchen und biologische Diagnose der Pocken, in Zentralblatt für Bakteriologie, Parasitenkunde und Infektionskrankheiten. Abt. I, 1939, vol. 145, pp. 54-61; Saggio di tecnica per l’esame batterioscopico del materiale difterico e per l’isolamento del b. di Löffler (con dimostrazione di preparati e di culture), in Boll. della Soc. medico chirurgica di Pisa, X [1942], pp. 5-15).

Membro di numerose società e accademie medico-scientifiche italiane e straniere, il M. nel 1923 fu presidente dell’Accademia delle scienze mediche e naturali di Ferrara. Ebbe riconoscimenti e onorificenze, tra cui quelle di cavaliere e di commendatore della Corona d’Italia. Aderì al partito fascista e divenne console della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, della quale fece parte dal 1928.

Il M. morì a Pisa, insieme con la moglie Olga Lucchesini, nel pesante bombardamento aereo che il 31 agosto 1943 devastò parte della città.

Fonte: Treccani

 


 

1942
9 dicembre
  • II Prof. Alberto Marassini viene nominato Presidente della C.R.I. di Pisa. Resterà in carica fino al 31 agosto 1944.
 
1943
  • Nell'intensificarsi dei bombardamenti e nell'assistenza ai feriti, che ben presto iniziano ad affluire numerosi presso gli ospedali pisani, il personale della C.R.l. Militare e delle Infermiere Volontarie presta servizio con la massima dedizione e sacrificio.
31 agosto
  • I volontari della C.R.l. di Bagni di Casciana, Fauglia e Pontedera, avuta notizia del bombardamento a Pisa accorrono per partecipare con i colleghi pisani al soccorso dei feriti.
8 settembre
  • Armistizio tra il Governo Italiano e gli Anglo-Americani. Inizia la guerra di liberazione; alcune Il.VV. di Pisa, che per servizio si trovano nell'Italia meridionale, operano presso le sottoelencate strutture:
    • Ospedale da Campo n.429 del Gruppo di Combattimento "Cremona", zona di operazioni dell 8^ Armata Britannica;
    • Ospedale da Campo n. 866, Gruppo di Combattimento "Folgore", zona di operazioni dell'8^ Armata Britannica.
 
1944
18 gennaio
  • Durante il bombardamento aereo in Pisa, viene colpito l'Ospedale C.R.l. San Michele, tra le vittime il C.le Infermiere C.R.l. Renato Bolognini.
11 agosto
  • L' I.V. Gereschi Livia della C.R.I. di Pisa, viene seviziata e uccisa dai soldati tedeschi per aver cercato di sottrarre dei civili durante il rastrellamento a Molina di Quosa (PI) a seguito del quale avviene un eccidio con 69 vittime.
    Viene insignita dalla C.R.I. con Medaglia d'Argento al Merito con Palma alla memoria.
2 settembre
  • Ore 09.00, gli alleati entrano in Pisa

 


 

Ricerca storica: Roberto Marchetti 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

pardi francesco
Foto tratta da un immagine concessa dalla famiglia
 
 
Prof. Pardi Francesco
Presidente:
dal luglio 1917* al 1925
dal 13 giugno 1940 al 2 dicembre 1942
 
 
Biografia 
 
Figlio di Ulisse e Agatina Magi, nato a Trujillo (Venezuela) il 6 aprile 1869.
Sposato con Alvida de' Conti Bonanni
Padre del noto etologo Leo Pardi e il nonno del senatore Pancho Pardi.

Profilo storico della Croce Rossa Italiana
Prof. Dott. Francesco PARDI
Presidente del Comitato di Sezione di Pisa.
“Medaglia d’argento al merito della Croce Rossa Italiana, 1915-1918”.

Nacque a Trujillo, regione andina del Venezuela, il 6 aprile 1869, figlio di Ulisse, facoltoso commerciante, e Agatina Magi, elbani ambedue. Ancora fanciullo a causa dell’isolamento di quella piccola località Venezuela che impediva, al piccolo Francesco, di ricevere una regolare istruzione scolastica ed un educazione formativa, la famiglia Pardi decise di rientrare in Italia. Si stabilirono inizialmente a Sant’Ilario in Campo nell’Isola d’Elba, poi, ad 11 anni, Francesco venne inviato per gli studi al Collegio San Giorgio di Livorno dove seppe riguadagnare il tempo perduto, rinunziando spontaneamente ad ogni vacanza, e nel 1887 lasciava il Liceo con una splendida votazione iscrivendosi, diciottenne, al primo anno di Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa. Laureato in medicina e chirurgia alla R. Università di Pisa, il 13/7/1894, nel 1897 iniziò la sua brillante carriera accademica come Assistente nell’Istituto di Igiene della stessa Università, dopo avere prestato servizio militare come soldato semplice. Sposò Alvida de’ conti Bonanni.

Non vi sono date certe che risalgano alla sua iscrizione in Croce Rossa Italiana, di certo sappiamo che la madre Agatina compare spesso, con il cognome da spostata Pardi, tra le attive e solerti volontarie, Dame della Croce Rossa di Pisa, già nella notizie storiche del Sottocomitato di sezione.

Le prime testimonianze su Francesco Pardi in Croce Rossa risalgono al 1912, nel Consiglio Direttivo del Comitato di sezione di Pisa, durante la presidenza del Prof. Giuseppe Tusini, professore ordinario di Clinica chirurgica e medicina operatoria dell’Università di Pisa, ma quando nuovi e più prestigiosi impegni accademici, all’università di Modena e Parma, portarono il Prof. Tusini a trasferirsi, con l’eccezione di rare visite a Pisa, la sua carica diventò del tutto nominale. Il 28 luglio 1914, scoppiò la guerra in Europa e, mentre il conflitto si allargava rapidamente, una Circolare Riservata: la n. 447 del 15 novembre 1914 del Presidente del Comitato Centrale C.R.I. di Roma, comunicava, anche a Pisa, direttive per l’organizzazione dell’azione di Croce Rossa in previsione della guerra, otre a suggerimenti da seguire nell’impianto e funzionamento di Ospedali Territoriali per il soccorso di soldati feriti e malati nella probabile imminente entrata in guerra dell’Italia: anche se in quel momento non si sapeva bene contro o con chi l’Italia sarebbe entrata in guerra, si rese necessario che la Croce Rossa Italiana fosse preparata.

La C.R.I. di Pisa, in preparazione per tali esigenze, prese accordi con il Comitato dell’VIII Circoscrizione di Firenze ed affiancò al Prof. Tusini, rimasto nominalmente in carica, il Prof. Francesco Pardi, docente di anatomia umana normale e anatomia topografica dell’Università di Pisa. Il Pardi da membro del Consiglio assunse il ruolo di Presidente ad interim e da quel momento si dimostrò sempre un abile Presidente, guidando il Comitato di sezione di Pisa in tutte le vicissitudini e circostanze, dove non mancarono difficoltà e coraggio, durante la Grande Guerra.

Sotto la guida del Prof. Pardi, ai primi del 1915, la CRI di Pisa fu in grado di rispondere alla ricognizione effettuata su tutto il territorio nazionale, relazionando a Roma ed a Firenze, sull’attivazione dei programmi, dei servizi ed impieghi nel tempo di pace sul proprio territorio; sulla situazione numerica dei soci attivi, quelli impiegati già nell’attività dell’associazione e quelli arruolati e “messi a disposizione”; la situazione patrimoniale suddivisa tra le risorse per il tempo di guerra e quelle per il tempo di pace. Tale ricognizione rese agevole al Prof. Pardi, ed al Consiglio Direttivo, delineare, dalla strategia generale, una precisa linea d’azione sul territorio e, con l’idea di migliorare la preparazione e la capacità operativa, fu avviato a Pisa il 25 aprile 1915 il 2° Corso per la formazione di Allieve Infermiere Volontarie della C.R.I..

Allo scopo di suscitare nuove adesioni, ad inizio maggio, fu presa l’iniziativa di distribuire volantini, ed affiggere qualche manifesto, di un testo predisposto dal Comitato Centrale di Roma, il cui titolo si rivolse al pubblico con una semplice domanda: «Che cosa è la Croce Rossa?»; da quel momento il Prof. Pardi perseguì sempre l’obiettivo di una crescita numerica, e qualitativa, della Croce Rossa sul territorio, ma l’entrata in guerra dell’Italia il 24/5/1915, e la mobilitazione generale, rese necessario dirottare le forze per rispondere agli impegni di soccorso derivanti dal conflitto; nonostante ciò non fu mai tralasciato ogni possibile sforzo verso nuove iscrizioni ed arruolamenti volontari e la Croce Rossa a Pisa, spronata dal Prof. Pardi, continuò a crescere.

Per soccorrere i soldati feriti e malati di guerra che sarebbero stati sgomberati dal fronte la CRI di Pisa tentò inizialmente il potenziamento di un ex Ospedale Territoriale da 120 posti letto, impiantato già in passato e per precedenti esigenze di guerra, nei locali di quello che fù un antico Spedale, nell’ex convento soppresso di San Giovannino, dell’Ordine dei Camaldolesi, ubicato nel quartiere San Zeno a Pisa. Nonostante l’impegno la struttura non riusciva a superare una capienza di 80 posti, poiché, rispetto al passato, si doveva ora tenere conto dell’aumentato fabbisogno di spazi e locali per le nuove dotazioni chirurgiche e diagnostiche necessarie ad un Ospedale “moderno”: così questa struttura venne utilizzata come Istituto di Rieducazione per i soldati mutilati a Pisa.

La scelta, alla fine, cadde sui locali del Ricovero Ospizio Marino di Bocca d’Arno, a Marina di Pisa, già ricovero per anziani e, prima ancora, istituto per la cura della scrofola che affliggeva poveri e bambini nell’Ottocento. Il Ricovero venne trasferito in altri locali, sempre a Marina di Pisa, ed il suo stabile affidato alla Croce Rossa per impiantare l’Ospedale militare territoriale ed allestire 160 posti letto per il ricovero dei soldati feriti evacuati dal fronte. Il Presidente ad interim Prof. Francesco Pardi, cooperato ed aiutato da altri, tra cui il Prof. Cesaris-Demel designato come Direttore comandante di quell’Unità territoriale in approntamento, trasformò la struttura in un ospedale completo ad alta specializzazione chirurgica. La struttura fu collegata alla rete telefonica ed era a poca distanza dalla linea ferroviaria, tranvia a vapore extra cittadina, che da Pisa portava a Marina di Pisa.

L’Ospedale militare territoriale C.R.I. di Marina di Pisa entrò in funzione il 28/7/1915, insieme ad un Ospedalino militare a Migliarino Pisano, all’interno dell’omonima tenuta di proprietà del Duca Antonio Salviati, con iniziali 40 posti letto, che nonostante la distanza tra le due strutture fu un reparto degenza, per i casi meno gravi, e reparto convalescenza, per i soldati feriti ormai in via di guarigione. Le due strutture vennero affidate sotto unica direzione e comando del Maggiore medico C.R.I. Prof. Antonio Cesaris-Demel.

Sotto la guida del Prof. Pardi e della contessa Sofia Franceschi-Biccherai, il Comitato di sezione di Pisa attivò, dal luglio 1915, nella sede di via Borgo Stretto a fianco la chiesa di S. Michele in Borgo, al Ponte di mezzo, l’ufficio, distaccato dall’ VIII Circoscrizione di Firenze, per il soccorso agli italiani prigionieri di guerra, aperto al pubblico nei giorni feriali dalle ore 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 17, per tutta la durata della guerra e che svolse: il servizio corrispondenza tra le famiglie ed i prigionieri, l’invio dei pacchi misti di conforto ai soldati italiani nei campi di prigionia, la riconsegna degli effetti personali alle famiglie dei soldati caduti al fronte e degli italiani prigionieri deceduti, l’autenticazione di atti e pratiche legali per le famiglie dei prigionieri e per gli stessi. A ciò si aggiunse, nel 1918, il servizio per il pane ai prigionieri. Questi servizi furono attivi e funzionarono a Pisa per tutta la durata della grande guerra.

Altro importante impegno per il Pardi fu l’organizzazione logistica delle dotazioni e gli equipaggiamenti delle Unità mobili della Croce Rossa Italiana, destinate per il tempo di guerra alla zona del fronte, al seguito dell’Esercito operante, che si trovavano ubicate presso i magazzini dei Comitati di sezione. Alla C.R.I. di Pisa erano affidate due Unità mobili di cui essa stessa aveva curato l’acquisto e la dotazione degli equipaggiamenti e si era addossata il compito di provvedere alla custodia ed alla manutenzione attraverso l’addestramento periodico dei volontari. Queste due unità furono: L’Ospedale da guerra N.50 e l’Ambulanza da montagna N.85. L’Ospedale da guerra N.50 partì via ferrovia con i propri uomini da Pisa per Brescia, dove rimase per qualche tempo in approntamento, fino a giovedì 25 novembre 1915, quando ricevette l’ordine di raggiungere la sua destinazione a ridosso della zona del fronte per unirsi alla II armata. Il Comandante, Capitano dott. Angelo Cameo, inviò un telegramma alla C.R.I. di Pisa dove trasmise a nome di tutti gli appartenenti al reparto gli affettuosi e memori saluti per le loro famiglie e per il Presidente prof. Francesco Pardi. Anche l’Ambulanza da montagna n. 85, partì a distanza di pochi giorni dall’Ospedale da guerra, anch’essa composta con soci volontari della CRI di Pisa. Questa fu un’Unità che andò persa durante la disfatta di Caporetto nel 1917 ma, nel corso della guerra e fino ad allora, si distinse al fronte, ottenendo encomi, benemerenze e medaglie, riportati negli Ordini del giorno del Delegato Generale della Croce Rossa presso il Regio Esercito Italiano.

A luglio 1915 entrò in funzione a Pisa il servizio di trasporto territoriale per i soldati malati e feriti con automobili, ambulanze, carri per malati, lettighe a ruote e barelle a mano, per essere trasferiti dalle stazioni di arrivo dei treni ospedale agli ospedali di ricovero definitivo. Le ambulanze ippotrainate e i carri adibiti a trasporto malati, nonché le barelle a ruote o “cannoncini di volata”, per essere utilizzati, dovevano partire dalle sedi delle Associazioni Federate di Assistenza Pubblica e dalla C.R.I. con un largo anticipo che non era sempre agevole organizzare e programmare con puntualità: i tempi della guerra, da come la si era conosciuta fino ad allora, erano notevolmente cambiati. Il Presidente Pardi, consapevole della scarsità iniziale dei mezzi a motore, rivolse un caloroso appello a tutti i proprietari delle poche automobili a quei tempi in circolazione, perché, «a turno, queste venissero messe a disposizione della Croce Rossa per i molteplici servizi inerenti agli Ospedali Territoriali». All’appello i pisani risposero con larga e generosa adesione e, con questa prima improvvisata flotta di mezzi a motore, iniziò il servizio trasporto territoriale malati e feriti per la provincia di Pisa: fu un autoparco variegato ma efficiente. Alla Direzione del servizio, posto sotto l’Autorità Militare, fu nominato il Colonnello Medico nella riserva del R. Esercito Dott. Riccardo Gattai, l’organizzazione coordinata dalla Croce Rossa fu personalmente curata dal Pardi e dal suo vicepresidente, il dott. Ercole Ferrari.

Il 22 Agosto 1915 entrò in funzione il Posto di ristoro della Croce Rossa alla stazione centrale di Pisa, «nel medesimo locale ove è ubicato il posto di soccorso, nella nostra stazione centrale, funziona regolarmente anche il posto di ristoro». Di natura logistica il Posto di ristoro fu finalizzato alla somministrazione di generi di conforto ai soldati in viaggio che attendevano in stazione. Operò 24 ore su 24, tutti i giorni e per tutta la durata della guerra. Il Prof. Pardi, per venire incontro al desiderio delle volontarie Dame della C.R.I. che a turno garantirono il servizio, ottenne il permesso affinché dal Posto di Soccorso ferroviario N.2 di Porta Nuova a Pisa, là dislocato ai fini di sanità militare, un piccolo distaccamento operasse alla stazione centrale di Pisa congiuntamente al Posto di ristoro.

Non fu tutto facile al Prof. Pardi che si trovò ad affrontare anche inaspettate difficoltà “politiche”, come quando gli Ospedali della CRI e dell’Arcivescovato, appena ultimati, iniziarono la loro attività a pieno regime e nel dicembre 1915 risultarono 75 soldati feriti ricoverati nel Palazzo Arcivescovile e 186 ricoverati all’Ospedale Territoriale a Marina di Pisa ed all’Ospedalino militare a Migliarino. I grandi numeri previsti nei ricoveri, circa 2300 posti, dai RR. Spedali Riuniti di Santa Chiara e le sue succursali non funzionarono. Allo scoppio della guerra i RR. Spedali Riuniti di Santa Chiara stipularono una convenzione diretta e particolare con il Ministero della Guerra, questi vennero denominati “Ospedale succursale Pisa” in quanto succursale dell’Ospedale Militare di Livorno; il basso numero dei ricoveri di soldati feriti indusse il presidente del Santa Chiara, On.le Arnaldo Dello Sbarba, ad intervenire sulle autorità competenti con incessanti lettere a ministeri, autorità militari, politici ed interviste sui giornali sollecitando l’invio diretto e numeroso dei feriti e segnalando una disuguale distribuzione dei feriti e malati portati a Pisa; Dello Sbarba si opponeva inoltre all’approntamento già in corso di un ulteriore Ospedale presso il Seminario Diocesano: a suo avviso le Autorità Sanitarie Militari privilegiavano gli Ospedali della Croce Rossa Italiana a Marina di Pisa e Migliarino, e nel Palazzo Arcivescovile, a discapito dei quattro Ospedali dei RR. Spedali Riuniti. Sembra che il Prof. Pardi fosse ignaro delle sottili e, neanche tanto, velate insinuazioni che l’On. Dello Sbarba riversava sulla Croce Rossa, ma tale eco non mancò di giungere fino a Roma, al Presidente Generale della CRI, il senatore Gian Giacomo Cavazzi conte Della Somaglia. Il 9 marzo 1916 il Presidente Generale, con poco preavviso, venne a Pisa atteso alla stazione centrale dal Prof. Pardi. Insieme si recarono in visita all’Ospedale di Marina di Pisa, dove il conte Della Somaglia fu accolto dal Direttore comandante, Maggiore Medico Prof. Antonio Cesaris-Demel. Nonostante la dinamica improvvisa degli eventi la visita andò più che bene, il Conte della Somaglia, congratulandosi con il Direttore dell’Ospedale, trovò tutto in ordine: buona disposizione delle attrezzature, igiene completa, servizio inappuntabile ed una amabilità verso i soldati da parte di ognuno che rendeva meno dolorose le sofferenze ai feriti. Definì l’Unità un Ospedale modello ed espresse la sua più viva soddisfazione al Presidente Prof. Pardi, al Maggiore medico Prof. Cesaris-Demel, all’Ispettrice delle II.VV. Clarice Pierini e alle sue compagne, ai bravi militi della CRI ed al personale medico. Il Conte apprezzò il Prof. Pardi per l’attività svolta esprimendogli la sua piena fiducia: il Presidente Generale della C.R.I., per lo Statuto del 1911, era la diretta emanazione di S.M. il Re, la sua fiducia era “la fiducia del Re” fugando così qualsiasi possibile insinuazione e confermando il Professore nel suo incarico. Non vi furono altre conseguenze, ma il Prof. Pardi, durante la guerra e fino alla primavera 1918, a scanso di malintesi o spiacevoli confronti, evitò qualsiasi incontro, riunione o cerimonia dove presenziava anche il Presidente dei RR. Spedali Riuniti di Santa Chiara.

Nel corso della grande guerra non venne mai meno a Pisa la divulgazione dei principi umanitari e dell’opera della Croce Rossa, impegno mai tralasciato, e per questo si deve ringraziare l’attività di proselitismo, costantemente spronata dal Prof. Pardi, portata avanti dagli stessi soci della CRI, da molti insegnanti e con l’aiuto della stampa dell’epoca.

Il 13 agosto 1916, le iscrizioni a socio della C.R.I. a Pisa raggiunsero 1.100 elementi per i soci temporanei e 85 per i soci perpetui. All’inizio del 1915 i soci temporanei erano 360 ed i soci perpetui 18. Fu un buon progresso anche sé il Prof. Pardi non si ritenne soddisfatto, infatti in base ai dati forniti dal Comitato Centrale in Roma alla VIII Circoscrizione di Firenze, da cui dipendeva Pisa, le debite proporzioni davano a Pisa un aspettativa di ben oltre 2.000 soci. Il Prof. Pardi continuò a spronare tutti, soci e collaboratori, per superare quello che egli definì un «assenteismo vergognoso», dispose l’apertura dell’ufficio in Borgo Stretto anche nei giorni festivi, dalle 9 alle 12, ed il numero d’ iscrizioni a Pisa continuò a crescere.

Per sostenere e finanziare le attività della C.R.I. a Pisa la trasparenza e la serietà contraddistinsero la gestione nella raccolta dei fondi necessari durante la guerra: la fiducia delle persone verso il Comitato di sezione di Pisa fu un interesse primario e, con pubblicazioni a mezzo stampa, venne data contezza fino al centesimo, con trasparente e puntuale semplicità, anche quando si trattò di donatori anonimi e di cifre veramente minime. Nel rapporto con i numerosi “Comitati di assistenza e beneficenza”, che nacquero durante la grande guerra, la Croce Rossa a Pisa mantenne un atteggiamento neutrale ed aperto verso tutti, ma tenne ben saldi i valori ed i principi della sua missione umanitaria; non mancarono prudenti interazioni e collaborazioni con chi si occupò di mutilati, di vedove, di orfani, famiglie bisognose. Al contrario la C.R.I. a Pisa non si legò mai con chi, per rafforzare le ragioni della propria opera, fece uso ideologico della retorica inneggiante alla guerra, cosa che strideva con i principi dell’impegno umanitario. Su tali questioni il Presidente Pardi ed il Consiglio Direttivo vigilarono con rigidità militaresca.

Ottimi furono i rapporti con le scuole, ed il patronato scolastico, verso le quali la C.R.I. di Pisa aveva la massima attenzione al fine di divulgare e seminare i valori di Croce Rossa tra le nuove generazioni. In occasione della “fiera nei locali delle Scuole Nicola Pisano” di Via San Frediano, il 17 e 24 giugno 1917, organizzata dagli stessi alunni e dai loro insegnanti, la giornata del 24 si svolse alla presenza dell’intero Consiglio Direttivo della C.R.I. ed il Prof. Pardi, salutando i bambini, alla presenza della cittadinanza intervenuta numerosa, parlò loro della Croce Rossa e della sua attività con i giovani e le scuole, in modo semplice, cordiale e paterno. L’incontro ebbe grande successo, rallegrato da cori patriottici e dall’intervento della banda del presidio militare.

Il Presidente Pardi si dimostrò sempre un abile oratore e, in ogni occasione, non mancò mai di tenere conferenze pubbliche alla cittadinanza sulle attività e la missione della Croce Rossa Italiana, ricorderemo, tra le tante innumerevoli, la conferenza tenuta domenica 18 febbraio 1917 al Teatro Diletto Rossi, in Piazza San Nicola a Pisa, che fu molto partecipata: il teatro era pieno ed il sunto di quella relazione pubblicata dalla stampa.
Il 10 febbraio 1917 il Prof. Francesco Pardi venne “confermato” dal Comitato Centrale CRI di Roma nel pieno della carica di Presidente del Comitato di sezione di Pisa, anche se il decreto di nomina venne trasmesso poi nel luglio 1917. Conferma o nomina per il Prof. Pardi non cambiò nulla, come presidente ad interim aveva fino ad allora affrontato tutti gli impegni e le difficoltà con animo generoso e con slancio, «con il solito piglio del bersagliere Pardi»: così sovente venne affettuosamente appellato dalle autorità pisane e nell’ambiente universitario, non per appartenenza a quel glorioso corpo ma per il suo modo, veloce ed efficace, con il quale affrontò ogni ostacolo e trovò soluzioni alle necessità.

Dopo la disfatta di Caporetto, l’entrata in guerra contro l’Austria degli Stati Uniti d’America e l’arrivo dei profughi dal Veneto nella provincia di Pisa, il Prof. Pardi intrattenne rapporti con il Dipartimento per gli affari civili della Missione in Italia della Croce Rossa Americana che aveva istituito un Sotto Distretto a Pisa: Accolse a Pisa, il 14/4/1918, insieme ad altre autorità, il cav. Carlo M. Girard, ispettore della Croce Rossa Americana, accompagnandolo in visita: all’istituto per la rieducazione dei soldati mutilati a San Zeno, al Ricreatorio Italia, una delle opere realizzate dalla Missione in Italia della Croce Rossa Americana, che assisteva le famiglie bisognose pisane dei combattenti. All’Ospedale di Marina di Pisa ricevuto dal Ten. Colonnello Prof. Antonio Cesaris-Demel e dai suoi ufficiali e sempre a Marina di Pisa in visita all’installazione delle cucine economiche che la Croce Rossa Americana aveva là dispiegato per il servizio ai profughi.

Il Delegato da cui dipendevano attività e progetti realizzati nel Sotto Distretto di Pisa dal Dipartimento Affari Civili della Missione in Italia della Croce Rossa Americana fu il Capitano “Engineer” Francisco Mauro, dell’U.S. - Red Cross Military Service Corp, che non mancò mai di tenere informato il Presidente Pardi delle attività svolte e dei progressi nei progetti, anche se la consorella americana aveva facoltà di operare in piena autonomia.
La Croce Rossa Americana portò avanti a Pisa un progetto per costruzioni abitative, denominato Borgo Veneziano, al fine di ospitare i profughi collocati nella Tenuta di Tombolo a Tirrenia, circa 2000 persone; ma dopo la guerra le abitazioni sarebbero state cedute al Comune di Pisa in modo che, andati via i profughi, venissero assegnate ai mutilati di guerra, alle vedove ed agli orfani dei caduti. il 1° maggio 1918 vi fu la cerimonia di consegna del terreno, dove venne inaugurato, congiuntamente, il cantiere dal: Maggiore Chester Aldrich, Capo Dipartimento Affari Civili della Missione in Italia della Croce Rossa Americana, dal Prefetto di Pisa dott. Gaspare Focaccetti e dal Prof. Francesco Pardi presidente della C.R.I. di Pisa.

Nel marzo 1918 un picco nei ricoveri all’Ospedale dei RR. Spedali della Certosa di Calci, riconvertito per il ricovero di prigionieri austro ungarici feriti e malati, implicò il ricovero al Santa Chiara a Pisa negli stessi locali, già sovraffollati, degli stessi prigionieri con i feriti del R. Esercito, oltre che un continuo passaggio nelle vie più centrali della città dei prigionieri tra cui si riscontrarono dei tubercolotici. Calci e Pisa, allarmate per il possibile diffondersi della tubercolosi, come purtroppo poi avvenne, fecero di tutto affinché fosse sospeso l’invio dei tubercolotici che giungevano dai campi di prigionia da più parti d’Italia. Il 24 luglio 1918 ne giunsero 29 da Palermo gravemente affetti dalla malattia e si registrò nell’Ospedale della Certosa di Calci un aumento esponenziale delle morti sia per tubercolosi che per malattie correlate, facendo grande impressione la notizia della morte, per le stesse cause, di una delle suore che lì assistevano i malati. Pisa percepì la reale gravità del contagio e la popolazione ne fu fortemente spaventata. il Prof. Pardi intervenne annunciando pubblicamente che, con una sottoscrizione per l’assistenza ai “militari tubercolotici”, il Comitato pisano della Croce Rossa intendeva iniziare la lotta contro questa malattia. L’intervento voluto dalla C.R.I. e concordato con le autorità rassicurò la popolazione allarmata attraverso la voce della benemerita istituzione, fortemente amata e rispettata da tutti, ed effettivamente con i suoi “buoni uffici” la Croce Rossa permise la realizzazione di importanti incontri di studio a Pisa che abbozzarono realmente il piano di intervento a tutela della salute pubblica, coinvolgendo istituzioni che a quel tempo non erano affatto coordinate tra loro. Fu un programma meritorio che per il Prof. Pardi ben valeva la pena di intraprendere a salvaguardia della popolazione, affiancando la Croce Rossa in ausilio delle autorità e dei diversi enti preposti che avevano a che fare, ognuno per aspetti diversi, con la lotta contro questa malattia e le epidemie in genere.

La vittoria del 4 novembre 1918 destò a Pisa, come del resto in tutta Italia, grande commozione. Il 10 novembre nell’affollatissimo Duomo di Pisa “Alla Primaziale” si celebrò un solenne Te Deum, vi parteciparono tutti i dirigenti della C.R.I. di Pisa e gli ufficiali della C.R.I. con alla testa il Presidente Prof. Pardi. Il Cardinale Pietro Maffi tenne in quell’occasione il suo “discorso sulla vittoria”, alla presenza della Regina Elena e dei Principi.

La tranquillità dopo la vittoria durò poco: mercoledì 14/1/1919 una spaventosa piena dell’Arno risparmiava Pisa ma provocava gravissimi disastri nelle campagne. Il Prof. Pardi con il Comitato pisano della Croce Rossa si attivò ed il 19/1 erano state distribuite alle famiglie colpite: casse di latte condensato, zoccoli, camicie, farsetti a maglia, pantaloni, giubbe, gabbanelle, fazzoletti, calze, utensili da cucina e disinfettanti; una buona quantità di questo materiale di soccorso venne prontamente ceduto alla C.R.I. dalla consorella C.R. Americana. Su incarico della Prefettura la CRI aveva anche distribuito 100 pagliericci e rotoli di fasce per i bambini.

il 29 giugno 1919 vi fu un terremoto nel Mugello: la C.R.I. di Pisa inviò solo pochi aiuti in viveri, vestiario e denaro, ciò perché la Croce Rossa a Pisa venne ridimensionata e passata sotto la diretta giurisdizione del Comitato di sezione di Livorno, divenendo di fatto “delegazione” sotto tale giurisdizione. Il Prof. Francesco Pardi fu sostituito da un incaricato nominato da Livorno e ritornò nel pieno della sua attività di docente universitario e di medico, ma dopo poco tempo fu pregato perché assumesse l’incarico di Presidente della nuova struttura, ora divenuta Comitato comunale - locale di Pisa della C.R.I., ed alla fine accettò il 1 marzo 1920. La stampa riferì che il Pardi riprendeva il suo posto alla Croce Rossa, in realtà la posizione era molto cambiata essendo vincolato con limiti nelle iniziative e nello svolgimento dei programmi del tempo di pace su Pisa, perché doveva ora risponderne a Livorno. In più molte energie gli furono sottratte da una crescente ed intensa partecipazione alla vita politica dell’inquieto dopoguerra. Infatti il Prof. Pardi, spronato da più parti, si presentò candidato per i liberali-democratici alle elezioni amministrative per il Consiglio Provinciale e per il Consiglio Comunale di Pisa del 7/11/1920. Venne eletto al primo posto alla Provincia ed al secondo posto al Comune dove si insediò il 29/11/1920 e divenne di seguito Sindaco di Pisa. Assumendo la carica di Sindaco nel 1921 il Pardi lasciava il suo incarico alla Croce Rossa e veniva sostituito dal cav. Dott. Riccardo Gattai.

Al Prof. Pardi come Sindaco sono state intitolate una via a Pisa ed una via a S. Giuliano Terme e conferiti importanti riconoscimenti accademici per la sua attività di studioso e docente, ma certamente assume un valore particolare il conferimento della Medaglia d’argento di benemerenza militare della Croce Rossa, a lui, come al Tenente Colonnello Antonio Cesaris-Demel ed al Maggiore Guido Ferrarini. Mentre per gli ultimi due sono stati rintracciati agli atti gli estremi del brevetto con le motivazioni del conferimento, ciò non è stato possibile per il Prof. Pardi, ma vi sono riscontri più che attendibili, come la nota dell’Annuario dell’Università di Pisa del 1939, in cui viene riportato tra le onorificenze conferite al professore: “Decorato della medaglia d’argento al merito della Croce Rossa Italiana” per il tempo di guerra. La difficoltà nel reperire una documentazione più puntuale potrebbe dipendere proprio dal suo rispetto del principio di umanità e dalla sua corretta e trasparente linea di condotta, come insegnante, medico e uomo; durante il ventennio fascista rimase fedele a questi alti e nobili valori, ed alla sua convinzione liberale e democratica, venendosi senza dubbio a trovare in una posizione sgradita nonostante i rischi di quel tempo. Divenuto tra l’altro Presidente dell’Ospedale Santa Chiara, ebbe di nuovo la nomina a Presidente del, all’ora denominato, Comitato Provinciale di Pisa che in quel momento si trovava in uno stato di completo abbandono; non volle sottrarsi al suo dovere e accettò una nomina fortemente voluta dalle autorità dell’epoca per le necessità di mobilitazione con l’entrata in guerra dell’Italia nel secondo conflitto mondiale. Assunse, per la seconda volta, la carica il 13/6/1940 e la tenne fino alla sua morte avvenuta il 2/12/1942 ( data della morte desunta del necrologio pubblicato su Telegrafo, alla pagina 6, del 3 dicembre del 1942 ).

Giuseppe A. Cacciatore. 

 

Operato

Nel turbolento scenario del primo conflitto mondiale, il Prof. Francesco Pardi emerge come figura chiave nell'organizzazione e nella gestione della Croce Rossa Italiana (CRI) a Pisa. Nel febbraio del 1917, con la nomina del Prof. Pardi a capo della CRI locale, si avvia un periodo di fervida attività e impegno al servizio della comunità.

Durante il suo mandato, la CRI pisana si distingue per il suo pronto intervento in situazioni di emergenza e calamità. Dall'assistenza alle vittime del terremoto nel Mugello nel 1919 al supporto alle popolazioni colpite dal terremoto della Lunigiana e Garfagnana nel 1920, la CRI di Pisa si dimostra un baluardo di solidarietà e soccorso.

Tuttavia, è durante il periodo bellico che il Prof. Pardi rivela appieno il suo valore e la sua dedizione. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale nel 1940, la CRI di Pisa, sotto la guida instancabile del Prof. Pardi, intensifica i suoi sforzi nel fornire assistenza medica e protezione alla popolazione.

L'apertura di ospedali militari gestiti dalla CRI, come "La Carità" e "S. Michele", rappresenta solo una parte dell'ampio impegno della CRI pisana nel fronteggiare le sfide della guerra. L'istituzione di servizi di protezione antiaerea e di pronto soccorso, insieme all'assistenza ai prigionieri di guerra e ai feriti provenienti dai vari fronti, sottolinea il ruolo cruciale della CRI sotto la guida determinata del Prof. Pardi.

Le Infermiere Volontarie di Pisa si distinguono per il loro servizio coraggioso e altruista, operando non solo nei teatri di guerra in Albania e Libia, ma anche negli ospedali e campi militari sul territorio nazionale. La presenza costante della CRI nei luoghi dove si concentra il dolore e la sofferenza, unita al sostegno delle istituzioni, come dimostrato dalle visite della Regina Elena e delle Principesse agli ospedali gestiti dalla CRI, evidenzia il riconoscimento e la fiducia nella missione umanitaria della Croce Rossa.

Il Prof. Francesco Pardi, con la sua leadership decisa e il suo impegno instancabile, si conferma come figura di spicco nell'organizzazione della Croce Rossa Italiana a Pisa, incarnando i valori di solidarietà, altruismo e servizio alla comunità in tempi di pace e di guerra.

Roberto Marchetti

 

Bibliografia e fonti di riferimento:
• “Archivio storico CRI di Pisa, raccolta cronache grande guerra” settimanale Il Ponte di Pisa, 1915-1918.
• Vasco Galardi, La Croce rossa. La sua storia cronologica nella provincia di Pisa, Casciana Terme, Tipografia Fracassi, 2001.
• Gioli Antonella, in “L’Ospedale per prigionieri di guerra in Certosa”, in La Certosa di Calci nella Grande Guerra, riuso e tutela tra Pisa e L’Italia, Firenze, Edifir Edizioni, 2015.
• “Convenzione tra la Presidenza della Croce Rossa Italiana e la Federazione Nazionale della Assistenze Pubbliche”, Roma, Spoleto, Prem. Tip. dell’Umbria, 1915.
• Novello M.G., “Dal 24 maggio 1915 al 4 novembre 1918” in Il Corpo Militare della C.R.I. nella Grande Guerra, a cura di Calzolari E., Cipolla C., Milano, Angeli, 2021.
• Bertini F., La Croce Rossa Italiana dal 1915 al 1926 attraverso le cronache, in Vanni p., Bertini F. (a cura), La Croce Rossa dalla Grande Guerra al fascismo. Informazione, propaganda arti e società civile (1915-1926), Milano, Franco Angeli, 2020.
• Galazzetto Berti, “L’attività dell’American Red Cross in Italia nella Grande Guerra e nell’immediato dopo grerra” a cura di Lombardi Filippo, L’azione delle società di Croce Rossa Estere in Italia nella Grande Guerra, Franco Angeli, Milano, 2021.
• Lombardi F., in “Gli Ospedali Territoriali della Croce Rossa Italiana nella Grande Guerra”, Milano, Franco Angeli, 2019.
• Biografia ed estratti dal Diario del Prof. Francesco Pardi, in collezione privata della Famiglia Pardi per gentile concessione dell’Ing. Carlo Pardi, nipote, figlio del figlio Ulisse.

 
Opere
Francesco Pardi, La morfologia comparata dei muscoli psoas minor, ilio-psoas e quadratus lumborum, Pisa, Tipografia succ. fratelli Nistri, 1902.
Johannes Sobotta, Atlante e compendio di istologia e anatomia microscopica dell'uomo / del dottor J. Sobotta; prima traduzione italiana del dottor Francesco Pardi, Milano, Società Editrice Libraria, 1903.
Francesco Pardi, Compendio di istologia: dottrina della cellula e dei tessuti, Pisa, Luigi Guidi-Buffarini, 1909.
Francesco Pardi, Contributo allo studio dello sviluppo del grasso nel mesenterio dei mammiferi: nota preliminare, Pisa, F. Mariotti, 1909.
Francesco Pardi, Istologia, Pisa, Vallerini, 1935.
 
Riconoscimenti
Il Comune di Pisa gli ha intitolato una via nel quartiere di Pisanova.
Il Comune di San Giuliano Terme gli ha dedicato una via nella frazione di Campo.
 
Fonte: wikipedia
 
 
 
 
Ricerca storica: Roberto Marchetti
 
 
 
 
 
 
 

maracarli carlo

Foto: rielaborazione dall' originale
Fonte UNIPI

 

Dot. Maracarli Carlo

Presidente dal 10 maggio 1939 al 13 giugno 1940

Maracarli Carlo (figlio di “incogniti”), nato a Bagni di San Giuliano (odierna San Giuliano Terme, PI) l’8 agosto 1882; laureato in Giurisprudenza all’Università di Pisa il 10 luglio 1907; nessun incarico universitario a Pisa.

 


 

1939
10 maggio
  • Viene nominato Presidente della C.R.I. di Pisa il Prof. Carlo Maracarli. Resterà in carica fino al 13 giugno 1940.

 


 

Ricerca storica: Roberto Marchetti 

 

 

 

 

Aldo Marcozzi 1
Foto: rielaborazione dall' originale
Fonte UNIPI

 

Prof. Marcozzi Aldo

Presidente dal 30 settembre 1935 al 10 maggio 1939

 

figlio di Carlo e Teresa Duse, nato a Roma il 13 dicembre 1898. Dopo essersi laureato in Medicina e Chirurgia all'Università di Bologna il 1° luglio 1922 con una tesi dal titolo "Forme anomale di Favus", ha intrapreso una carriera accademica e professionale di rilievo.

Durante la Prima Guerra Mondiale, ha servito come ufficiale medico di complemento, prestando servizio durante il periodo 1915-1918 con il grado di Sergente. Dopo la guerra, nel 1925, è diventato assistente di ruolo presso l'Istituto di Anatomia Umana Normale dell'Università di Padova.

Successivamente, dal 1926 al 1935, ha lavorato come aiuto presso l'Istituto di Clinica Dermosifilopatica dell'Università di Pisa, dove nel 1930 ha ottenuto l'abilitazione alla libera docenza in Clinica Dermosifilopatica. Da quel momento fino al 1944, è stato libero docente di Clinica Dermosifilopatica sempre presso l'Università di Pisa.

Nel corso degli anni '60, emerge che il Prof. Marcozzi ha assunto un ruolo di rilievo come Capo Divisione Sanitario dell'Opera Nazionale per la Protezione della Maternità e dell'Infanzia a Roma.

La sua carriera, quindi, ha spaziato tra l'insegnamento accademico e l'impegno pratico nel campo della medicina, con particolare attenzione alla clinica dermatosifilopatica.

 

 


 

1935
30 luglio 
  • II Prof. Aldo Marcozzi viene nominato presidente della C.R.I. di Pisa. Resterà in carica fino al 10 maggio 1939.
3 ottobre
  • L'Italia dichiara guerra all’Etiopia.
 
1936
  • Le II.VV. di Pisa prestano servizio sulle navi ospedale: Aquileia, California, Cesarea, Helouan (poi ribattezzata Gradisca), Tevere, Urania e Vienna, che rimpatriano i feriti dall' A.O.I.
17 luglio
  • Guerra di Spagna tra nazionalisti e repubblicani.
luglio 
  • Le II.VV. di Pisa prestano servizio per l'O.M.S. sulla nave ospedale Gradisca.
13 novembre
  • La C.R.I. di Pisa cede a Bagni di Casciana un'autoambulanza Fiat 515
 
1939
  • Su disposizioni del Comitato Centrale di Roma il personale della C.R.I. di Pisa effettua esercitazioni di protezione civile e difesa sanitaria antiaerea e antigas insieme al personale dell' U.N.P.A.

 


 

Ricerca storica: Roberto Marchetti 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tusini Giuseppe 2
Foto: rielaborazione foto web
 
 
Gr. Uff. Prof. Tusini Giuseppe 
Presidente dal 1912 al 1917* 
 
 
Biografia
 
Giuseppe Tusini nasce a Sarzana, provincia di La Spezia, l'8 marzo 1866 da Settimo e Cecilia Gianazzi.
Sposato con Lisetta Koristka, ha un figlio Giorgio.
Trasferitosi a Milano aveva la sua residenza in Via Revere, 2.
Aveva un altra sesidenza a Genova in Via Brigata Liguria, 1-11
 
Titoli di studio
Laurea in medicina e chirurgia Conseguiti nel: 1890
Professione
Docente universitario
Altre professioni
Medico Carriera:
Professore ordinario di Patologia speciale chirurgica dimostrativa e direttore del gabinetto alla Università di Pisa (24 marzo 1910)
Professore ordinario di Clinica chirurgica e medicina operatoria e direttore della Clinica alla Università di Modena (20 dicembre 1914)
Professore di Clinica chirurgica e medicina operatoria alla Università di Parma (26 luglio 1917)
Professore di Clinica chirurgica e medicina operatoria alla Università di Genova (18 dicembre 1919)
Preside della Facoltà di medicina e chirurgia alla Università di Genova (15 maggio 1930 - 25 marzo 1936)
Professore emerito alla Università di Genova (8 aprile 1937)
Rettore della Scuola medica da campo "Università castrense"
Cariche amministrative
Consigliere provinciale di Genova
Consigliere provinciale di La Spezia
Cariche e titoli
Membro del Consiglio superiore dell'educazione nazionale
Onorificenze 
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia
Servizi bellici
Periodo: 1915-1918 I guerra mondiale
Mansioni: Colonnello medico
Volontario: SI
Decorazioni
Medaglia d'oro della Croce rossa italiana;
Medaglia d'argento al valore militare;
Croce di guerra;
Medaglia di benemerenza per i volontari di guerra
Commissioni: Membro della Commissione dell'educazione nazionale e della cultura popolare (23 gennaio-23 maggio 1940)
Commemorazione
Per i senatori deceduti successivamente al 17 maggio 1940, data dell'ultima seduta pubblica del Senato del Regno, non fu svolta commemorazione in Assemblea.

Durante tutto il periodo che va dal maggio del 1915 all'ottobre del 1917, responsabile del 2° Gruppo ospedaliero e posto di smistamento di San Giorgio di Nogaro della I armata fu il Tenente Colonnello medico della C.R.I. Giuseppe Tusini. A lui va il merito di aver ideato e fondato l'Università Castrense.

Sulla sua vita e l'opera è stata scritta un'interessante ed esauriente biografia dal professore Pietro Marogna che lo aveva conosciuto personalmente e con il quale aveva collaborato nell'insegnamento nel primo anno dei Corsi di medicina a San Giorgio di Nogaro.

A questo testo per molti aspetti si è fatto riferimento per tracciare le qualità morali, il carattere e la personalità più intima del dottor Tusini.
Il Prof. Giuseppe Tusini nacque a Sarzana (in provincia di La Spezia) l'8 di marzo del 1866; dopo gli studi liceali si iscrisse alla Facoltà di medicina e chirurgia di Genova laureandosi brillantemente nel 1890.
Dopo la laurea divenne assistente effettivo del Prof. Antonio Ceci nella Clinica propedeutica di Genova e, nel 1894, sempre sotto l'egida del Prof. Ceci, ne divenne aiuto nella Clinica chirurgica di Pisa.

Nel 1902, dopo aver dimostrato doti non comuni di ricercatore scientifico e chirurgo audace, venne incaricato dell'insegnamento della Patologia chirurgica nella Regia Università di Pisa e della stessa disciplina divenne titolare di cattedra con pubblico concorso nel 1906, dando così inizio alla sua lunga carriera universitaria "interrotta" solo allo scoppio del Primo conflitto mondiale.

Nel 1914, infatti, venne chiamato a dirigere la Clinica chirurgica di Modena, incarico al quale rinunciò con l'approssimarsi per l'Italia della guerra quando decise di arruolarsi come volontario della Croce Rossa Italiana scegliendo di svolgere la professione di chirurgo tra e per i militari che combattevano al fronte, scelta che lo porterà a proporre al Comando Supremo l'istituzione di una scuola medica da campo per gli studenti di Medicina e Chirurgia al fronte(), scuola della quale verrà nominato direttore nel 1916.

Dopo l'esperienza della Scuola di Medicina e Chirurgia di San Giorgio di Nogaro, il 26 luglio 1917 venne nominato professore di Clinica chirurgica e medicina operatoria all'Università di Parma, incarico che a partire dal 18 dicembre 1919 ricoprirà presso la Clinica chirurgica e medicina operatoria dell'Università di Genova fino al 15 maggio 1930, quando verrà nominato Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia alla Università di Genova.

L'8 aprile 1937, dopo essere andato in quiescenza per raggiunti limiti di età, venne nominato professore emerito dell'Università di Genova.

Diversi furono gli incarichi pubblici ricoperti dal prof. Tusini nel corso della sua vita: oltre alla professione medica, egli fu per molti anni rappresentante de La Spezia nel Consiglio provinciale di Genova, mentre dal 1932 al 1936 fu membro del Consiglio superiore dell'Educazione nazionale.

Venne poi nominato fiduciario dell'Associazione La direzione dell'Università nazionale dei Professori universitari per la Sezione di Genova e membro della Commissione di studio per la
riforma degli studi di Medicina.

Per la sua attività di medico durante la Grande Guerra fu insignito della medaglia d'oro della Croce Rossa Italiana, della Medaglia d'argento al valor militare, della Croce di guerra e della Medaglia di benemerenza per i volontari di guerra.

Il 13 giugno 1939 venne nominato Senatore del Regno, incarico che rivestirà fino alla morte avvenuta a Milano il 22 maggio 1940.

Strettamente connessa alla sua attività di professore universitario, deve essere ricordata la sua prolifica produzione scientifica di articoli e studi, lavori che, per la loro rigorosa applicazione, oltre che per la loro precisione e chiarezza scientifica, lo videro protagonista a vari Congressi di chirurgia nazionali ed internazionali.

Di rilevante importanza anche la sua innovativa attività di chirurgo che lo vide fin dagli inizi della carriera, cominciata presso l' ospedale di Sarzana, contribuire al progresso della chirurgia gastrica è della chirurgia epatica e pancreatica tanto da essere ritenuto uno degli antesignani per quanto riguarda i metodi originali di chirurgia come la cura chirurgica del prolasso del retto, del' amputazione della vulva per carcinoma, di un metodo di plastica del torace per la cura delle fistole susseguenti ad empiema pleurico ed a cisti da echinococco del fegato suppurate.

Non deve essere infine sottaciuto l'aspetto personale ed umano; nei ricordi dei suoi studenti e dei suoi collaboratori il prof. Tusini viene descritto come una persona dinamica, sempre attivo e presente caratterizzato da un'energia fisica e cerebrale al di fuori del comune. Dotato di una forte personalità e di grandi capacità organizzative suscitava nel corso delle sue approfondite lezioni l'ammirazione degli suoi allievi che ne apprezzavano la capacità di sintesi e la chiara logica dei ragionamenti.

Descritto come "uomo, alto, diritto, poderoso, che da ogni gesto esprimeva una rara potenza virile ed intellettuale era un dominatore nato che con gli occhi azzurri vivissimi soggiogava di colpo. Lo sguardo apparentemente duro incuteva riverenza ed anche ammirazione per qualche cosa di misterioso, di magnetico e di singolare che avviluppavano. Era un forte, una salda figura di lottatore che sembrava pronto a scagliarsi su l'avversario o buttarsi nel vortice della lotta, eppure sotto una apparente rudezza palpitava una dolce anima affettiva di fanciullo sempre incline al perdono ed alla pietà, sempre gioioso di dare, di soccorrere, di versare sugli altri il tesoro infinito del suo grande cuore [...]. Nulla di più commovente di questo Uomo taciturno e pensieroso, sempre chiuso nel cilicio dello sforzo indagativo, sempre costretto dal letto di Procuste di una critica ferrea, direi quasi crudele e feroce che spesso gli vietavano o precludevano l'ora della soddisfazione e della conclusione.

Nessuno sforzo era tale da ritenerlo soddisfatto, ed il suo metodo di lavoro non conosceva stanchezza o titubanze aborrendo sempre dalle conclusioni affrettate o dalle apparenze di verità. L' incontentabilità infieriva senza posa nel suo spirito sempre avido di perfezione, sempre assetato dal desiderio di penetrazione del mistero scientifico, raramente disposto a sostare o solo quando il pulito umano e divino parevano a Lui raggiunti.

Ogni pezzo anatomico di autopsia o di operazione erano strumenti di ricerca trovando spesso fati interessanti in elementi che non parevano degni di attenzione o di studio.
Ai suoi allievi insegnò soprattutto l'onestà della ricerca e lo sprezzo delle meschinità che inondano le Scuole italiane senza costrutto e senza serietà".

Sempre aperto all'introduzione di nuovi metodi di ricerca e di studio, non c'è dubbio che solo non comuni qualità personali e professionali consentirono al Prof. Tusini di ideare e successivamente gestire con fermezza e competenza la Scuola di Medicina e Chirurgia di San Giorgio di Nogaro.

Con il forte sostegno del Comando Supremo e l'aiuto della famiglia reale, nelle figure del Duca e della Duchessa di Aosta, il Prof. Tusini riuscì in breve tempo a creare un'istituzione che fu visitata e lodata da numerose commissioni italiane e straniere.

Nel corso della sua permanenza a San Giorgio di Nogaro il prof. Tusini risultò instancabile: la direzione della Scuola, l'insegnamento, gli interventi in sala operatoria, la movimentazione dei feriti furono alcune delle attività che lo impegnavano quotidianamente. A ciò va aggiunto il suo impegno in qualità di ispettore consulente della III Armata, incarico che lo vedeva raggiungere giornalmente gli ospedali militari da campo e i posti di medicazione avanzati dislocati lungo tutta la pianura friulana per prestare la propria opera di medico chirurgo.

Alla chiusura dei corsi di medicina e chirurgia di San Giorgio di Nogaro e soprattutto dopo la rotta di Caporetto, il Prof. Tusini si adoperò per salvare il prezioso materiale scientifico
ella Scuola e per riorganizzare il centro dei feriti cranici e midollari.

Per l'impegno profuso nel corso della Grande Guerra al prof. Tusini fu conferita la medaglia d'argento al valore militare appuntatagli al petto dal Duca di Aosta con la seguente motivazione:
"Dal principio della guerra infaticabilmente sollecito nel prestare l'opera propria di chirurgo anche nei posti più avanzati, incurante di ogni pericolo, si prodigò sempre con generoso ed ardente slancio, riuscendo, oltreché di immediato soccorso ai militari feriti, di esempio ai mille giovani medici che furono suoi allievi nella Università
astrense, e dimostrò costantemente altissimo sentimento del dovere e serenocoraggio".

 

Operato

Giuseppe Tusini, il Professore che ha presieduto la Croce Rossa Italiana (C.R.I.) a Pisa nel 1912, è stato un punto di riferimento durante un periodo cruciale della storia italiana. Durante la sua presidenza, la C.R.I. di Pisa ha compiuto azioni significative, come la risposta al terribile terremoto della Marsica nel 1915, fornendo assistenza vitale sotto forma di coperte, vestiario e viveri alle vittime.

Inoltre, sotto la guida di Tusini, la C.R.I. di Pisa ha implementato importanti iniziative, come l'introduzione dell'Istruzione Parascolastica C.R.I.G. nel 1915, un programma che ha sicuramente avuto un impatto positivo sulla comunità giovanile.

Durante la prima guerra mondiale, la C.R.I. di Pisa ha continuato a svolgere un ruolo cruciale nel fornire assistenza medica e umanitaria. Le II.VV. (Infermiere Volontarie) e gli aiuto infermieri hanno operato su treni ospedale e in vari istituti sanitari, dimostrando un impegno eccezionale. Il lavoro straordinario svolto dalle II.VV. di Pisa è stato riconosciuto con numerose medaglie al merito, confermando l'eccellenza del loro operato.

Clarice Borella in Pierini è stata nominata ispettrice delle II.VV. di Pisa nel 1917, dimostrando il riconoscimento del talento e dell'impegno all'interno dell'organizzazione.

Inoltre, Beatrice Giglioli e Teresa Fiorio, aiuto infermiere della C.R.I. di Pisa, hanno fornito il loro servizio prezioso su un treno ospedale nel 1917, dimostrando l'impegno costante della C.R.I. di Pisa nel fornire assistenza in situazioni di emergenza e di conflitto.

In sintesi, sotto la guida di Giuseppe Tusini, la C.R.I. di Pisa ha svolto un ruolo vitale nel fornire assistenza e supporto durante periodi di crisi e conflitto, dimostrando l'importanza del lavoro umanitario e della dedizione alla comunità.

 

Fonti:
Daniela Baldo, Massimiliano Galasso, Daniele Vianello Studenti al fronte Edizione Il Leggio; Senato della Repubblica - Senatori d' Italia; “La Croce Rossa – La sua storia cronologica nella provincia di Pisa” Tipografia Fracassi, di Casciana Terme nel 2001.
 
Ricerca storica: Roberto Marchetti
 
 
 
 * Il Prof. Tusini, dopo l'esperienza della Scuola di Medicina e Chirurgia di San Giorgio di Nogaro, il 26 luglio 1917 venne nominato professore di Clinica chirurgica e medicina operatoria all'Università di Parma. Assumendo questo incarico, probabilmente lascia la presidenza dell CRI a Pisa. Al suoi posto viene nominato il Prof. Francesco Pardi che resterà in carica fino al 1925.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

Siluet
Foto: Dario Bocciardo. rielaborazione di un immagine concessa dalla famiglia 

 

Prof. Bocciardo Dario Adolfo 

Presidente dal 1910 al 1912

consiglieri i signori;
dott. Bertini Luigi
dott. Casaretti Vittorio
dott. Ferrani Ercole
dott. conte Giuli Giuseppe
avv. Garducci Alberto
avv. Angelo Luschi 
cav. Niccolai Giuseppe
cav. Nissim Alessandro
comm. dott. Guglielmo Romiti
Tenente Vaccaneo
 
 
 
Biografia 
 

Il Prof. Dario Bocciardo: Medico, Accademico e Presidente della Croce Rossa

Nel contesto delle elezioni del Presidente e del Consiglio della "Croce Rossa", tenutesi domenica 30 gennaio 1910, emergono figure di spicco che hanno lasciato un'impronta significativa nel panorama sociale e accademico del loro tempo. Tra queste, spicca il Prof. Dario Bocciardo, uomo di medicina e di notevole impegno accademico.

Nato a Genova il 24 febbraio 1872, Bocciardo si distinse fin da giovane per il suo interesse verso le scienze mediche. Dopo aver conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Pisa il 26 novembre 1902, iniziò la sua carriera come assistente alla Clinica Medica dell'ateneo pisano, ruolo che ricoprì con dedizione dal 1903 al 1913.

La sua passione per la ricerca e l'insegnamento lo portò ad ottenere la nomina a libero docente di Patologia Speciale Medica Dimostrativa presso la stessa università nel 1906, mantenendo tale posizione fino al 1913. Durante questo periodo, Bocciardo dimostrò non solo competenza accademica, ma anche un forte interesse nel supportare l'avanzamento scientifico della sua epoca.

La sua residenza al numero 10 di Lungarno Mediceo fu testimone non solo dei suoi impegni accademici, ma anche del suo coinvolgimento in altri ambiti, incluso quello militare. Infatti, Bocciardo servì come Ufficiale di Complemento di Cavalleria, mostrando così un'impeccabile dedizione al servizio sia nella medicina che nella difesa del proprio Paese.

Tuttavia, la sua figura non si limitò al mondo accademico e militare. Un aspetto affascinante della sua storia è il suo coinvolgimento nella nascente industria tecnologica. Bocciardo fu uno dei sostenitori dei fratelli Guido e Ugo Antoni, i quali svilupparono la prima macchina ad ali battenti, chiamata "Volumano", brevettata nel 1906. Questa collaborazione suggerisce un interesse pionieristico nell'innovazione tecnologica, che va al di là dei confini tradizionali della medicina e dell'accademia.

La sua vita, purtroppo, fu interrotta presumibilmente nel 1919, lasciando dietro di sé un legato di contributi accademici, militari e interessi multidisciplinari. Il Prof. Dario Bocciardo rimane quindi una figura emblematica del suo tempo, che ha influenzato non solo il campo della medicina, ma anche quello della ricerca scientifica e della tecnologia emergente, contribuendo così al progresso della società.

 

Operato

Nel 1910, il Prof. Dario Bocciardo è stato scelto come Presidente della Croce Rossa Italiana di Pisa, un incarico che ha ricoperto con dedizione fino al 1912.
Durante il suo mandato, la C.R.I. ha compiuto passi significativi nel migliorare i servizi sanitari locali. Nel corso dell'anno, è stata acquisita una tenda ospedaliera, seguita dall'istituzione di un corso per infermieri e infermiere a partire dall'agosto.

Nell'estate del 1910, Pontedera è stata colpita da un'epidemia di tifo, che ha richiesto una risposta urgente. La Croce Rossa Italiana di Pisa ha svolto un ruolo fondamentale nell'assistenza alle vittime e nella distribuzione di medicinali per contenere la diffusione della malattia.

Nel 1911, l'Italia è stata coinvolta nella Guerra Italo-Turca per la Libia, un periodo di grande tensione e sacrificio. Durante questo conflitto, la C.R.I. è stata al fianco dei soldati italiani, offrendo supporto medico e umanitario.

Un momento significativo del suo mandato è stato il 7 dicembre 1911, quando la nave "Menphi" ha salpato da Napoli per Tripoli, trasportando la duchessa D'Aosta insieme ad altre crocerossine, tra cui la I.V. Clarice Borella in Pierini di Pisa. Queste donne coraggiose hanno offerto il loro servizio di assistenza ai soldati italiani feriti per tre mesi, dimostrando la generosità e il coraggio della Croce Rossa Italiana di Pisa sotto la guida del Prof. Dario Bocciardo.
 
Roberto Marchetti.

 

Fonte: Fonte: Il giornale di Pisa del 6 febbraio 1910 fascicolo n. 7; 

La Croce Rossa – La sua storia cronologica nella provincia di Pisa” Tipografia Fracassi, di Casciana Terme nel 2001.

 

Ricerca storica: Roberto Marchetti 

 

 

 

 

 

Emilio Bartalini

Foto da confermare. Dal web

 

Cav. Magg. Dott. Emilio Bartolini

Presidente dal 1893 al 1909.

 

Biografia

Emilio Bartolini, noto come Cavaliere Maggiore Dottore Emilio Bartolini, è stato una figura di spicco nella storia della Croce Rossa e del servizio pubblico in Italia. Nato in una data non specificata, Bartolini ha lasciato un segno indelebile come presidente della Croce Rossa dal 1893 al 1909.

Il suo ascenso alla presidenza della Croce Rossa è stato caratterizzato da eventi significativi. Nel marzo del 1894, il professor Cavaliere Barduzzi Domenico dimise dalla carica di Presidente, aprendo la strada per l'elezione di Bartolini. Durante un'adunanza del sotto-comitato della Croce Rossa, presieduta dal vicepresidente Professore Emilio Bianchi, Bartolini è stato eletto Presidente, mentre il dottor Ercole Ferrari e Leonardo Nissim sono stati nominati consiglieri.

La sua leadership è stata messa alla prova in momenti critici, come durante il terremoto che ha colpito la Sicilia il 28 gennaio 1908. In quell'occasione, il Tenente Colonnello Medico Emilio Bartolini si è distinto per il suo impegno e la sua dedizione. Come Presidente della locale Sezione della Croce Rossa, Bartolini ha coordinato tempestivamente gli sforzi di soccorso. Non appena ha ricevuto gli ordini di mobilitazione della Sezione pisana, si è attivato prontamente per organizzare e inviare personale e materiale nelle regioni colpite dalla tragedia, come la Sicilia e la Calabria.

La sua gestione durante questa catastrofe nazionale ha attirato elogi e riconoscimenti. Il Mattaccino Corriere Pisano, nel numero 1 dell'anno V edizione del 2-3 gennaio 1909, lo ha definito un "benemerito Presidente", sottolineando la sua grande leadership e la sua efficace risposta alla crisi.

Nonostante le informazioni sulla sua vita siano limitate, l'eredità di Emilio Bartolini come figura chiave nella storia della Croce Rossa e come leader durante momenti critici della storia italiana rimane indelebile. La sua dedizione al servizio pubblico e al benessere degli altri ha lasciato un segno duraturo nella memoria di coloro che hanno beneficiato del suo impegno e della sua generosità.

 

Operato

l'opera di Emilio Bianchi si staglia come un faro di assistenza e cura nel periodo tumultuoso alla fine del XIX secolo e all'inizio del XX. Come Presidente della Croce Rossa Italiana (C.R.I.) di Pisa, il Cavaliere Maggiore Dottor Emilio Bartalini ha guidato con dedizione e competenza l'organizzazione fino al 1909, navigando attraverso sfide e imprevisti.

Negli anni che vanno dal 1897 al 1909, la C.R.I. di Pisa ha dimostrato una ferma volontà di servire la comunità. Dalle partecipazioni alle manovre dell'VIII Corpo d'Armata, all'acquisto di attrezzature mediche vitali come la tenda di medicazione e l'ambulanza da montagna, l'organizzazione ha sempre risposto con prontezza e impegno alle necessità emergenti.

Il 1907 è stato un anno particolarmente attivo per la sezione femminile della C.R.I. di Pisa, con l'organizzazione di numerose feste di beneficienza e l'istituzione del Corpo Infermiere Volontarie, testimoniando l'importante ruolo delle donne nell'opera di soccorso e assistenza.

Ma è stato nel tragico dicembre del 1908, durante il devastante terremoto di Messina e Calabria, che la C.R.I. di Pisa ha dimostrato il suo valore umanitario. Con il pronto soccorso istituito nella stazione ferroviaria e l'invio tempestivo di aiuti e rifornimenti alle zone colpite, l'organizzazione si è distinta per la sua prontezza d'azione e la solidarietà dimostrata verso i più bisognosi.

Infine, nel 1909, ha preso il via il primo Corso per Infermiere Volontarie presso la C.R.I. di Pisa, segnando un ulteriore passo avanti nell'educazione e nella formazione del personale sanitario volontario.

Attraverso questi anni di sacrificio e impegno, l'opera di Emilio Bianchi e della Croce Rossa Italiana di Pisa ha lasciato un'impronta duratura di umanità e solidarietà nella storia della città e del Paese.

Roberto Marchetti
 
 

Fonte: Il Ponte di Pisa, Anno II Num.10 18 marzo 1894; “La Croce Rossa – La sua storia cronologica nella provincia di Pisa” Tipografia Fracassi, di Casciana Terme nel 2001.

 

Ricerca storica: Roberto Marchetti

 

 

 

 

 

 

 

 Domenico Barduzzi 1
Foto: wikipedia

 

Prof. Cav. Barduzzi Domenico.

Presidente dal 1889 al 1893

 

Biografia

Domenico Barduzzi nacque il 5 agosto 1847 a Brisighella, in provincia di Ravenna, da Carlo e Angela Tani. Dopo aver completato gli studi classici a Faenza e a Firenze, si iscrisse al corso di medicina presso l'Università di Pisa, dove fu allievo del naturalista P. Sani, noto per la sua posizione antidarwiniana. Barduzzi si laureò con lode nel 1873.

Durante il suo percorso accademico, Barduzzi frequentò le cliniche come allievo e collaboratore di importanti figure mediche dell'epoca, tra cui il dermatologo A. Michelacci e il venereologo P. Pellizzari. Inoltre, lavorò come assistente dell'anatomopatologo G. Pellizzari.

Nel 1875, Barduzzi divenne assistente di P. Landi presso la clinica chirurgica di Pisa, ma mantenne il suo interesse per lo studio della dermo-sifilopatia, pubblicando numerosi lavori in questo campo. Nel 1882 ottenne la docenza all'Università di Modena.

Nel 1881, Barduzzi fu nominato direttore delle Terme di Castrocaro, e nel 1884 si classificò al terzo posto in un concorso per la cattedra di dermosifilopatia presso l'Università di Pisa. Nel 1885 divenne direttore sanitario delle terme di San Giuliano.

Nel 1886 vinse il concorso per la nomina di professore presso la facoltà medica di Siena, ottenendo la cattedra di clinica dermosifilopatica. A Siena, Barduzzi svolse un ruolo attivo, ricoprendo incarichi come rettore dell'Università, assessore per l'igiene e le finanze, prosindaco, direttore della scuola degli infermieri e presidente del Consiglio dei clinicì. Contribuì significativamente alla trasformazione dell'ospedale di Santa Maria della Scala in un policlinico e fondò la scuola libera di agraria. Inoltre, fu presidente dell'Accademia dei fisiocritici per venticinque anni.

Nel 1922, a causa del raggiungimento dei limiti di età, Barduzzi lasciò l'insegnamento, ma il Monte dei Paschi di Siena istituì per lui la cattedra di storia della medicina. Continuò ad occuparsi di questa materia per il resto della sua vita. Domenico Barduzzi morì a Siena il 27 febbraio 1929

Il Barduzzi fu un appassionato cultore della dermo-sifilopatia, dell'idrologia e della storia della medicina. Su questi argomenti egli scrisse numerosi lavori, attendendo a questi studi anche nel breve periodo in cui esercitò la chirurgia nella clinica dip. Landi.

La sua produzione scientifica è vastissima, assommando a non meno di 300 pubblicazioni. In dermatologia e venereologia il Barduzzi pubblicò opere di carattere generale, come: Dermatologia propedeutica,ossia avviamento allo studio delle malattie cutanee,Milano 1882; 
Lezioni sulle malattie veneree,Pisa 1885; Avviamento pratico allo studio della dermatologia,Torino 1888; 
Note di dermatologia e sifilografia,Siena 1888; Nuovi metodi di cura delle malattie della pelle,Milano 1891; 
Lezioni cliniche sulle dermatosi vaiuolose e vacciniche,Napoli 1912.
 
Egli fu anche autore di lavori sperimentali, note cliniche, comunicazioni scientifiche, tra i quali si ricordano: 
Dermatosi della gravidanza,Forfl 1874; 
Sopra un caso di sclerodertnia, in Clinica delle malattie della pelle,Firenze 1876, pp. 199-218; 
Classificazione delle dermatosi e delle sifilidi, Livorno 1883.

Numerose furono anche le pubblicazioni del Barduzzi sulle malattie degli organi genitourinari e, in particolare, sulla venereologia. Egli studiò la patologia e la clinica della sifilide, e di tale malattia sostenne la possibilità di contagio per via ematica. Per la sua opera in tale campo egli può essere considerato uno dei fondatori della moderna dermo-sifilopatia. Dei suoi lavori si ricordano:

Opportunità delle operazioni chirurgiche nella sifilide, Pisa 1879; 
La sifilide ereditaria tardiva,in Collezione italiana di letture sulla medicina,s. 3, Milano 1884, lettura VII, pp. 235-260; 
Sulla sifilide ereditaria,Milano 1887.

In idrologia, il Barduzzi sostenne l'utilità dell'idroterapia condotta sul luogo stesso delle sorgenti, e fu convinto assertore della necessità della vigilanza chimica e batteriologica delle acque. Affermò che l'idroterapia deve essere condotta secondo la conoscenza fisiochimica delle acque. Per le sue numerose pubblicazioni (tra le quali si ricordano: La terapia chirurgica e la terapia idrominerale nelle malattie delle donne,Firenze 1896; Del valore della balneoterapia e specialmente di quella solfòrosa nella sifilide' Siena 1896; Del valore delle cure termali nella sifilide,Siena 1898), per i suoi interventi con comunicazioni e relazioni ai più importanti congressi, contribuì a valorizzare il patrimonio termale italiano.

Cultore anche di storia della medicina, il Barduzzi pubblicò tra l'altro un Manuale di storia della medicina (volumi, Torino 1923-1927).

 

Operato

Domenico Barduzzi ha assunto la carica di presidente del Comitato di Sezione della Croce Rossa Italiana (C.R.I.) di Pisa nel corso del suo mandato, che si estenderà fino al 1893. La sua leadership è stata caratterizzata da un impegno costante nell'assistenza sanitaria e nell'organizzazione delle attività della C.R.I. a livello locale.

Nel maggio del 1889, Barduzzi è stato uno dei presidenti dei Sotto Comitati Regionali, di Sezione e Locali d'Italia convocati al Quirinale su invito di Sua Maestà il Re. Questa riunione testimonia il riconoscimento dell'importanza della Croce Rossa e il ruolo significativo che Barduzzi e gli altri presidenti hanno svolto nel panorama nazionale.

Inoltre, nel giugno dello stesso anno, si è tenuta una conferenza al R. Teatro Ernesto Rossi di Pisa, presieduta dal Vice Presidente della C.R.I. di Pisa, Avv. Prof. Emilio Bianchi. Barduzzi, come presidente del Comitato di Sezione, ha sicuramente partecipato a questo evento, dimostrando il suo interesse e coinvolgimento nel dibattito riguardante il passato e il futuro della Croce Rossa Italiana.

Un altro importante risultato raggiunto durante il mandato di Barduzzi è stata l'installazione di un ospedale territoriale di 120 posti letto presso l'ex convento di S. Giovannino nel 1892, con la direzione del Dott. Enrico Burci. Questo ospedale ha rappresentato un importante punto di riferimento per l'assistenza sanitaria nella provincia di Pisa, contribuendo al benessere e alla cura dei malati e dei feriti.

In sintesi, Domenico Barduzzi ha svolto un ruolo significativo nel promuovere e consolidare le attività della Croce Rossa Italiana a Pisa, attraverso il suo impegno nel coordinamento delle iniziative locali, la partecipazione a eventi nazionali e il sostegno all'espansione dei servizi sanitari nella provincia.

Roberto Marchetti

 

  

Fonte: Treccani; Il Ponte di Pisa, Anno II Num.10 18 marzo 1894; “La Croce Rossa – La sua storia cronologica nella provincia di Pisa” Tipografia Fracassi, di Casciana Terme nel 2001.

 

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