Croce Rossa Italiana - Comitato di Pisa
 
nastro tricolore
 

La guerra italo-turca, iniziata con la dichiarazione di guerra dell'Italia alla Turchia (29 settembre 1911), si concluse con la pace di Losanna sottoscritta il 18 ottobre 1912.

Cause della guerra. - Superata la crisi morale provocata dall'insuccesso dell'impresa di Abissinia, l'Italia, ammaestrata dalla dura esperienza dei passati errori, aveva iniziato una politica oculata per tutelare i suoi interessi nel Mediterraneo, il cui equilibrio politico era continuamente minacciato dall'incombente sfacelo dell'Impero Ottomano. Così essa partecipò con le altre potenze interessate all'occupazione di Creta e pose gli occhi sulla Libia e sul Marocco, i soli territorî rimasti esenti da influenze dirette europee nell'Africa Mediterranea. La Libia, principalmente, per la sua situazione geografica, era indispensabile all'Italia per la sua stessa sicurezza e per il suo avvenire di potenza mediterranea.

Tripoli attendamento Croce Rossa Italiana
Fonte: web

 

Tra il 1902 e il 1905 ebbero luogo fra Italia, Francia e Inghilterra accordi per la sistemazione delle rispettive aspirazioni coloniali e furono stabiliti i limiti delle zone d'influenza di ciascuna: la Francia ottenne libertà d'azione al Marocco e promise il suo disinteressamento qualora l'Italia avesse dovuto sostituire la Turchia in Libia. Germania e Austria non si opposero da principio alle aspirazioni della loro alleata Italia, ma, ritardando questa l'attuazione dei suoi disegni, fra il 1909 e il 1911 la Germania aveva pensato d'insediarvisi essa stessa o comunque esercitarvi la propria influenza diretta per mezzo dell'amica Turchia; ciò in relazione al progetto di una ferrovia transahariana che doveva collegare il Mediterraneo col futuro impero centro-africano che la Germania si riprometteva di formare collegando i suoi possedimenti del Camerun, dell'Africa Sud-occidentale e dell'Africa Orientale attraverso i territori coloniali della Francia, dell'Inghilterra, del Belgio e del Portogallo.

Il ritardo frapposto nell'attuazione del progetto era dipeso dal fatto che, sul principio, l'opinione pubblica italiana, per i dolorosi ricordi della campagna del 1895-96, rifuggiva da ogni politica di espansione. Ma poi, con l'aumentare del benessere e della tranquillità del paese, col formarsi in Italia di una coscienza coloniale, la questione libica cominciò ad appassionare l'opinione pubblica, specie quando, col risorgere della questione marocchina e con la definizione di questa, ancora una volta modificante a nostro svantaggio l'equilibrio mediterraneo, la parte illuminata della nazione (auspice l'Associazione nazionalista) comprese come non potesse rimanere allo stato di semplice aspirazione il diritto dell'Italia di avere assicurata in Libia una sfera d'influenza politica adeguata ai suoi interessi. Il pericolo, poi, vero o supposto, di un'occupazione tedesca della Libia, non fece che affrettare la decisione. La Turchia, già da tempo messa in sospetto dall'interessamento dell'Italia per la Libia, si era data a perseguitare i sudditi e le iniziative italiane nei suoi territori, offrendo più volte l'occasione di un intervento. Un ultimo incidente, nel settembre 1911, diede luogo alla dichiarazione di guerra (29 settembre). L'azione dell'Italia provocò il malumore di molte potenze rimaste deluse nelle loro speranze, malumore di cui si fece eco la stampa internazionale, senza riuscire peraltro a impedire all'Italia l'attuazione dell'impresa.

Fonte: treccani.it

Ricerca storica: Roberto Marchetti