Velivoli Cant Z 506 idroplano della Croce Rossa
Velivoli Cant Z 506: Angeli Bianchi del Mare durante la Seconda Guerra Mondiale
Durante la Seconda Guerra Mondiale, i velivoli Cant Z 506 si guadagnarono una reputazione ambivalente come simboli di soccorso in mare contrassegnati dalla croce rossa internazionale, ma anche come bersagli potenziali a causa di equivoci bellici.
Questi aerei, dipinti di bianco e decorati con la vistosa croce rossa sui lati della fusoliera, furono impiegati principalmente per recuperare gli equipaggi di aerei abbattuti in mare. Tuttavia, nonostante il riconoscimento internazionale dei loro simboli, non erano al riparo dagli attacchi nemici. La ragione di ciò risiedeva in una comprensione distorta delle loro attività.
Le forze nemiche spesso interpretavano erroneamente l'impiego dei Cant Z 506. Le informazioni sbagliate o incomplete facevano credere che questi aerei potessero essere utilizzati per altri scopi oltre al soccorso in mare durante le emergenze. Questo equivoco portava a volte a tragici risultati, con i velivoli soccorritori che diventavano obiettivi di attacco anziché mezzi di aiuto.
Nonostante ciò, i Cant Z 506 perseverarono nella loro missione umanitaria, dimostrando un coraggio straordinario in situazioni di estrema pericolo. La loro storia rappresenta un paradosso della guerra: da un lato, il desiderio di soccorrere e salvare vite umane, dall'altro, la sospettosa natura bellica che portava al loro attacco.
In un conflitto segnato da ambiguità e ambivalenza, i Cant Z 506 rimangono un simbolo della complessità morale e delle sfide umane affrontate durante la guerra, evidenziando la difficile linea tra il dovere umanitario e la brutalità del conflitto armato.
Roberto Marchetti
Fonte: gentedelquindicesimo - segrete ali raccolsero
Sede territoriale di Canneto
La sede della Croce Rossa di Canneto ha una lunga storia di servizio alla comunità che risale al 1921, quando è stata fondata come Pubblica Assistenza, trasformandosi poi in Croce Rossa dopo il dopoguerra. Inizialmente, la sezione femminile era attiva nel supporto alle famiglie bisognose e nell'assistenza alle emergenze. Nel corso degli anni, la struttura ha evoluto, acquisendo la sua prima ambulanza nel 1988 e passando da Comitato a Delegazione fino al 2002.
Sebbene la sezione femminile non sia più attiva e l'attività di emergenza sia cessata, la Croce Rossa di Canneto continua a svolgere un ruolo fondamentale nella comunità, offrendo servizi di dimissioni e assistenza sociale, in collaborazione con l'Unione Montana. Durante il periodo della pandemia da COVID-19, la sede è stata particolarmente attiva nel fornire supporto alle famiglie del territorio.
Nonostante Canneto sia un piccolo paese con pochi abitanti, la Croce Rossa locale ha dimostrato un impegno costante nel servire la comunità.
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Elezioni 2024
Domenica 19 maggio Elezione del Cosiglio Direttivo del Comitato |
Documentazione
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06 maggio 1894 Asili infantili
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Ricerca storica: Roberto Marchetti
13 maggio 1894 Per la carità
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Ricerca storica: Roberto Marchetti
27 maggio 1894 Una nuova società
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29 maggio 1897 Al giuoco del pallone
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Ricerca storica: Roberto Marchetti
07 maggio 1899 I carri assistenza in giro
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Ricerca storica: Roberto Marchetti
21 maggio 1899 Cavalli in fuga
Fonte: internetculturale
Ricerca storica: Roberto Marchetti
Campo di concentramento di Coltano
Il campo di concentramento di Coltano: una pagina poco conosciuta della storia italiana del secondo dopoguerra".
Durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale e subito dopo, l'Italia fu teatro di eventi drammatici e trasformazioni politiche senza precedenti. Tra questi, uno degli episodi meno conosciuti è il campo di concentramento di Coltano, situato nella provincia di Pisa, destinato a prigionieri italiani che avevano combattuto per la Repubblica Sociale Italiana (RSI), il regime fascista filotedesco.
Costruito dalle autorità alleate nel 1945, Coltano era concepito come un centro di detenzione temporaneo per migliaia di ex militari fascisti. La sua istituzione rispondeva alla necessità di mantenere l'ordine pubblico e accertare le responsabilità individuali dei prigionieri, evitando al contempo episodi di giustizia sommaria da parte delle formazioni partigiane.
Il campo era diviso in tre settori: due per i prigionieri tedeschi e uno, il PWE 337, per gli italiani. Le condizioni di detenzione erano estremamente dure, con maltrattamenti, fame e un clima di tensione costante tra detenuti e sorveglianti. Tuttavia, nonostante le difficoltà, il campo non può essere paragonato ai campi di concentramento nazisti o ai gulag sovietici.
Dopo sei mesi di attività, Coltano fu chiuso nel gennaio 1946, seguendo una politica di riconciliazione nazionale adottata dal governo italiano. Molti prigionieri furono rilasciati grazie a provvedimenti di amnistia e indulto. La vicenda dei campi di concentramento per fascisti in Italia è stata spesso trascurata dalla storiografia, ma è importante indagare su questi episodi per comprendere appieno la complessità e le contraddizioni del periodo storico.
La chiusura di Coltano segnò la fine di un capitolo oscuro della storia italiana, ma rimane un monito sulla necessità di ricordare e studiare anche gli eventi meno noti, per una migliore comprensione del passato e del presente.
Roberto Marchetti
Fonte: instoria
Ricerca storica: Roberto Marchetti